Enrico Grazzini
ha pubblicato queste eccellenti recensioni del nostro libro, qui e qui, e mi ha
anche gentilmente richiesto di segnalargli eventuali punti dove i suoi articoli
avessero, eventualmente, riportato in modo non del tutto esatto le opinioni e
le proposte mie e di Giovanni Zibordi.
Dopo averli
letti e riletti, ho sinceramente molto poco da segnalare. Grazzini ha analizzato
il libro in modo attento e approfondito, e non posso che ringraziarlo per aver
colto e comunicato ai suoi lettori il senso e le implicazioni della proposta CCF.
L’unico punto
che merita una precisazione (ed è stato Grazzini stesso a farmelo presente) deriva
dal fatto che il libro stesso dovrebbe forse mettere ancora più chiaramente in
evidenza la dimensione e la durata dell’intervento proposto: quanti CCF si
emettono annualmente, per quanto tempo e qual è di conseguenza l’ammontare dei
CCF che circolano nell’economia italiana.
Nella recensione
su Micromega, si legge a un certo punto che “nel caso italiano gli autori
propongono che lo stato distribuisca 200 miliardi di CCF all’anno per due anni,
nel 2015-16, da utilizzare per pagare il fisco dopo due anni dalla loro
emissione”.
E’ in effetti
così, ma questo non vuol dire che nel 2017 le emissioni di CCF si
interromperebbero. Significa che verrebbero emessi sempre 200 miliardi all’anno,
ma l’ammontare in circolazione non aumenterebbe ulteriormente in quanto
verrebbero utilizzati (e quindi estinti) i 200 miliardi emessi nel 2015.
In pratica ogni
anno emetto 200 miliardi; a fine 2015 ce ne sono 200 in circolazione; a fine
2016 sono diventati 400; a fine 2017 sono rimasti 400 in quanto 200 di nuove
emissioni compensano 200 di utilizzi; e così via per un periodo di tempo
indeterminato.
Naturalmente,
questa è un’ipotesi che, all’atto pratico, può essere tarata e graduata in
funzione della reazione effettiva dell’economia e del comportamento adottato
dagli altri stati membri dell’Eurozona. Per esempio, è plausibile che l’introduzione
dei CCF da parte dell’Italia verrebbe imitata da altri paesi, cosa che ne
aumenterebbe l’efficacia complessiva e renderebbe sufficiente una minore
dimensione delle emissioni totali.
Il punto
importante è che l’introduzione dei CCF ridà ai vari paesi le necessarie leve d’azione
per condurre adeguate politiche espansive della domanda, e anche per
ripristinare, caso per caso, livelli di competitività che evitano il formarsi
di squilibri nei saldi commerciali esterni all’Eurozona (cosa, quest’ultima,
che viene ottenuta grazie alla destinazione di una quota dei CCF emessi per
ridurre la fiscalità che grava sui costi di lavoro).
Così come sterilizzate i 200 miliardi di ccf (anno per anno) dovete sterilizzare anche la spesa pubblica e fissare un tax rate. In caso contrario avrete solo inflazione in quanto non riuscirete a fermare la spesa pubblica né a tagliarla visto che non prevedete riforme
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