domenica 26 marzo 2017

Moneta Fiscale, passaggio indispensabile


Se la politica andasse a logica, tutte le forze politiche italiane dovrebbero convenire:

Uno, che manca qualsiasi volontà, condivisa tra gli Stati, di riformare i meccanismi di funzionamento dell’Eurosistema.

Due, che di conseguenza il primo e indispensabile passaggio per risolvere l’Eurocrisi e per rilanciare l’economia italiana è emettere uno strumento monetario nazionale, complementare all’euro. Senza rompere il sistema, ma per iniziativa unilaterale.

Tre, che il progetto Moneta Fiscale è, tra le idee che circolano, quella meglio definita, più efficace, e di più rapida applicazione.

Chi mette davanti a tutto l’obiettivo (per quanto chimerico) dell’unità politica europea teme che la Moneta Fiscale farà saltare, come un grimaldello, l’intera costruzione.

Ma la costruzione oggi (anzi da parecchi anni) rischia continuamente di franare, e comunque non è in grado di fare alcun passo avanti. E sarà così finché, in primo luogo, non saranno ripristinate le condizioni di corretto funzionamento dell’economia. O altrimenti, finché non arriverà la frana…

Per il break-up “secco”, d’altra parte, è schierata solo la destra a trazione Lega. Che peraltro condivide il passaggio dello strumento monetario a base fiscale, come tappa intermedia per l’uscita totale dall’Eurozona.

La destra peraltro modificherebbe (credo) la sua posizione sull’indispensabilità del break-up, se le disfunzioni dell’Eurosistema venissero corrette. Cosa che al momento ritiene politicamente impossibile. Ma l’applicazione del progetto Moneta Fiscale smentirebbe questa opinione (al momento plausibile, non si può negarlo).

Se la politica andasse a logica, la prossima coalizione di governo metterebbe la Moneta Fiscale al centro del suo programma. Quale che sia la coalizione. E fatte salve idee migliori, se ce ne sono (ma dove sono ?)

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