giovedì 19 marzo 2020

Questa è una guerra e non la combatti senza moneta


Olivier Blanchard, ex capo economista del Fondo Monetario Internazionale, commentava pochi giorni fa su twitter che “il mondo è di fatto in guerra (contro il virus e non gli uni contro gli altri: questa è la buona notizia…). Tenuto conto di questo: deficit federale USA in rapporto al PIL – 12% nel 1942, 26% nel 1943, 21% nel 1944, 20% nel 1945. Non facciamo gli schizzinosi”.

Il paragone con gli USA nella seconda guerra mondiale però vale fino a un certo punto. L’apparato industriale statunitense non era stato intaccato dai combattimenti, che si svolgevano altrove. Anzi, la seconda guerra mondiale fu l’evento che fece una volta per tutte superare la Grande Depressione, riattivando tutta la capacità produttiva inutilizzata, che era notevole.

Il PIL USA infatti crebbe a grande velocità. Il problema per gli USA non fu, in quegli anni, il crollo della produzione, ma il suo riorientamento verso lo sforzo bellico.

La situazione attuale è confrontabile non a quella USA, ma a quella dei paesi dove i combattimenti si svolgevano. Diversamente da allora non c’è distruzione fisica di capacità produttiva, ma c’è l’impossibilità pratica per una buona parte delle aziende (date le restrizioni ai movimenti) di operare al loro livello abituale.

Gli USA durante la seconda guerra mondiale dovevano finanziare la guerra in un contesto di forte crescita del PIL. Noi dobbiamo invece evitare che la caduta del PIL crei danni irreversibili a larghe fasce di popolazione, e mini il recupero della produzione quando l’emergenza sarà terminata.

Per combattere questa guerra, serve – in particolare all’Italia – disponibilità di moneta non emessa a debito, sufficiente:

a evitare una crisi finanziaria (insolvenze dovute all’impossibilità di pagare debiti, fornitori, affitti, imposte) e le connesse conseguenze in termini di fallimenti e di deterioramento del potenziale produttivo

a far sì che ogni cittadino possa disporre dei generi di prima necessità – cibo e farmaci in primo luogo – che devono continuare a essere prodotti

a dotare il sistema sanitario pubblico di tutte le risorse necessarie per far fronte all’emergenza.

Qual è il livello di deficit / PIL necessario per raggiungere questi risultati ? nessuno è oggi in grado di stimarlo in modo affidabile, ma dato che dobbiamo affrontare l’equivalente (sul piano economico) di una guerra, contestualmente (al contrario degli USA durante la Seconda Guerra Mondiale) a una caduta di PIL, è senz’altro di un ordine di grandezza ben diverso rispetto al 3% di Maastricht.

E non si parla, quindi, dei 750 miliardi annunciati ieri dalla BCE. Si parla di svariate migliaia di miliardi per l’Eurozona, e quello che ne deriva pro-quota per l’Italia. Non a debito, ripeto non a debito.

E’ ridicolo preoccuparsi dell’inflazione (con la domanda di beni di consumo compressa dalle limitazioni ai movimenti, che inflazione volete che ci sia ?).

E ancora più assurdo predisporre degli interventi strutturati in modo che le spese odierne creino debito da rimborsare “dopo”. Equivarrebbe a tenere a galla l’economia oggi, per poi logorare ed erodere pesantemente il tessuto produttivo nei prossimi anni.

Tutte le spese necessarie devono essere sostenute senza creare debito: in altri termini, occorre emettere massicciamente moneta, e indirizzarla verso spesa pubblica, nonché sostegno al reddito e ai consumi di cittadini e aziende.

Nell’ambito dell’Eurozona, se questo non accadrà, la rottura dell’euro è inevitabile.


6 commenti:

  1. Non vorrei fare il gufo ma non è che magari Germania e co si finanziano con moneta e a noi invece ci costringono (anzi neanche dato che abbiamo traditori che lo fanno di loro iniziativa) a finanziarci a debito? Chiedo eh perché il nemico non è solo il virus e lo abbiamo al governo ahinoi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo no, ma è irrilevante. Siamo noi - Grecia a parte - che siamo e rimarremo quelli a rischio, avendo il debito più elevato. Per questo il deficit deve essere realizzato con moneta, non con ulteriore debito.

      Elimina
  2. Perdoni l'ot, ma neanche tanto poi perché in fondo riguarda le nostre libertà individuali: lei che se non erro è un liberal social democratico non crede che stiano esagerando nell'impedirci di uscire da soli magari in bici? Dato che lo stesso IS Sanità ha raccomandato di fare attività per stimolare le difese immunitarie? Non so sarò paranoico ma tutto questo se durerà troppo potrebbe benissimo essere una prova tecnica di coercizione forzata roba da dittatura. Nemmeno in Cina dittatura conclamata impedivano d'uscire tranne in Hubei dove c'era il macello.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le restrizioni delle libertà individuali disturbano moltissimo anche me. Non avendo competenze in materia però non posso che rimettermi al giudizio delle autorità pubbliche e degli esperti, in merito alla necessità che vengano mantenute (le restrizioni) spero non per troppo tempo. Anche se dagli esperti o presunti tali si è sentito dire di tutto, a onor del vero...

      Elimina
  3. Per moneta intende eventualmente anche i CCF? O ritiene indispensabile l'uscita dell'euro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche i CCF. L'uscita si può evitare… se si interviene in modo adeguato, per dimensioni e velocità.

      Elimina