mercoledì 13 settembre 2023

Extraprofitti bancari e moneta fiscale

 

Non ho capito che fine sta facendo la sovrattassa sugli extraprofitti bancari, che al momento del suo annuncio ha suscitato alti lai da parte di vari commentatori secondo i quali aumentare le tasse è sempre necessario e doveroso se a pagare sono ceti disagiati e classe media, mentre se tocchi le banche succedono chissà quali cataclismi.

C’è comunque una proposta di Antonio Tajani di Forza Italia che merita un minimo di riflessione. Consiste nell’applicare la sovrattassa offrendo però alle banche una compensazione sotto forma di crediti fiscali utilizzabili negli esercizi successivi.

In altri termini: prelevo euro in cambio di moneta fiscale.

L’idea è assolutamente sensata, per ragioni che probabilmente a Tajani non sono (strano ma vero) del tutto chiare.

L’idea è sensata perché riduce, a parità di condizioni, il debito pubblico in euro in cambio dell’emissione di un titolo (il credito fiscale) che non è debito (come riconosciuto da Eurostat, cioè dalla UE) e non deve essere rimborsato cash.

E può essere uno strumento di politica economica utilizzabile in modo permanente. Non solo per ridurre l’impatto della tassazione ma anche per effettuare politiche di spesa e di investimento.

Condizione per la sua efficacia è che non si mettano in circolazione così tanti diritti di sconto fiscale da rendere in pratica difficile utilizzarli tutti. Ma tenuto conto che le entrate totali della pubblica amministrazione italiana si aggirano intorno ai 900 miliardi annui, lo spazio d’azione è enorme.

Stiamo parlando, in pratica, del progetto Moneta Fiscale. La via più rapida e sicura per risolvere le disfunzioni dell’eurosistema e per rilanciare l’economia italiana.

2 commenti:

  1. Michele Sciotti: non sono maggiori le entrate ?

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    1. No, l'ordine di grandezza tra imposte dirette, imposte indirette, contributi e ammennicoli vari è 900.

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