Una classica argomentazione a supporto della decisione italiana di utilizzare l’euro, o per dirla diversamente di entrare nell’eurosistema, si sintetizza come segue.
I paesi economicamente forti hanno una moneta forte. L’euro è una moneta più forte della lira. Quindi era necessario che l’Italia entrasse nell’euro per rafforzare la sua economia.
La definirei un’inversione del nesso causa-effetto.
Per chiarire meglio, lasciatemi menzionare l’esperienza di un mio amico immaginario, chiamiamolo Alfredo.
Alfredo non è molto alto di statura. Per carità non lavora in un circo, ma è alto 1,70.
Un giorno ha deciso che gli sarebbe piaciuto essere due metri.
Siccome è una persona analitica e scrupolosa, si è informato e ha scoperto che le persone alte due metri portano mediamente il 49 di scarpe, mentre lui calzava il 41.
Detto fatto, si è comprato un paio di scarpe numero 49.
Sapete cosa ? se le è infilate, si è misurato l’altezza, e ha scoperto di essere ancora alto 1,70.
Però qualcosa era cambiato.
Era cambiato che non riusciva più a camminare.
Alfredo, dicevo, è un amico immaginario. Chi potrebbe essere così tontolone da ragionare in quel modo ?
Beh, che cosa diciamo però degli euristi a cui è sfuggito che l’economia forte implica una moneta forte, ma il viceversa non funziona ?
La moneta forte (non tua) che usi (ma non emetti, e non gestisci) non rende la tua economia forte.
La fa solo inciampare.
Cattà lei che gestisce fondi può spiegare perché gli USA si stanno comprando così tante squadre di calcio ⚽ italiani ?????
RispondiEliminaPerché credono che sia un business come (a volte) lo è stato in Inghilterra, e poi a volte gli investitori sono paisa’ nostalgici che hanno fatto fortuna…
Elimina