Domani si terrà
il referendum sull’indipendenza della Scozia dal Regno Unito. Personalmente, ho
molta simpatia per gli scozzesi. Per la verità anche per gli inglesi, ma posso
capire che convivere sotto lo stesso tetto con questi ultimi nelle vesti di “grande
fratello” possa non essere la cosa più facile o più simpatica del mondo.
Non so come voterei
se fossi scozzese. In caso di successo indipendentista, tuttavia, un aspetto molto
preoccupante è che cosa succederebbe al sistema monetario locale.
Preoccupante perché
il movimento indipendentista non ha, a quanto pare, riflettuto sufficientemente
sulla questione, o comunque non ha chiarito come gestire questo tema. Introdurre
una moneta scozzese ? mantenere un legame con la sterlina ? e non è nemmeno del
tutto escluso (purtroppo) che spunti un MacProdi locale con la brillante idea
di adottare l’euro.
Affermare che
questa scelta sia, in ultima analisi, un tecnicismo che può essere lasciato al “dopo”
è, a mio avviso, un rischio per la causa indipendentista perché molti votanti
saranno influenzati dal non sapere esattamente che cosa accadrà ai loro
stipendi, alle loro pensioni, ai loro risparmi. L’identico problema che viene sottovalutato dai sostenitori del break-up dell’euro.
Un programma di affiancamento
e sostituzione graduale, con orizzonti temporali predefiniti, potrebbe essere
la soluzione giusta ed essere impostato secondo i principi della Riforma Morbida. In pratica, tutti i rapporti contrattuali e legali in essere rimangono
nella valuta originaria (la sterlina inglese) ma tutti quelli che insorgono da
una certa data in poi vengono espressi in Moneta Scozzese, che la nuova Scozia indipendente
dichiara di accettare illimitatamente a soddisfacimento di ogni obbligazione
finanziaria (tasse e quant’altro) nei suoi confronti.
Per gestire l’intero
processo di transizione potrebbero risultare utili una serie di principi
delineati in questo articolo, dove invece di:
“Dall’euro alla
Lira Fiscale, passando per la Riforma Morbida”
leggasi:
“Dalla sterlina
inglese alla Moneta Scozzese, passando per la Riforma Morbida”.
Potrebbe
risultare utile emettere, come strumento intermedio, Certificati di Credito
Fiscale scozzesi (Moneta Scozzese a utilizzo differito) per gestire sfasamenti
temporali tra incassi ed esborsi del nuovo stato scozzese che, durante la fase
transitoria, verrebbero ancora (anche se, giorno dopo giorno, in misura sempre
minore) prevalentemente effettuati in sterline inglesi.
Se avverrà,
comunque, l’acquisizione della sovranità monetaria da parte della Scozia
potrebbe costituire un modello molto utile per futuri distacchi dall’euro di
singoli stati dell’attuale Eurozona (o di singole regioni…: Catalogna ? Fiandre
? Veneto ? Sardegna ?).