in merito all’articolo precedente. Ho scritto:
“Non c’è quindi
un motivo tecnico per il quale l’euro, inteso come meccanismo di gestione
macroeconomica-monetaria dell’Eurozona, non possa funzionare.
Esiste invece
una carenza di volontà politica, le cui possibili motivazioni ho cercato
di elencare qui.”
C’è da
aggiungere una cosa a scanso, appunto, di equivoci. Se mai questa volontà
politica esistesse, sarebbe possibile rendere inoffensivo un meccanismo che oggi
è deleterio.
Ma se il progetto
euro cessa di essere, come oggi è, gravemente, enormemente dannoso, rimane perfettamente
inutile.
Non lo si
sottolinea mai abbastanza: perché la fandonia che “in un mondo globalizzato non
è possibile risolvere problemi economici tornando alla sovranità nazionale” è,
appunto, una fandonia, ma continua a essere ripetuta e ribadita
(dogmaticamente, ossessivamente, senza nessun supporto logico e scientifico
perché nessun supporto logico e scientifico esiste).
Le monete nazionali
e i cambi flessibili sono perfettamente in grado di funzionare.
Se propongo una via diversa dal loro puro e semplice immediato ripristino, per tornare alla
sovranità monetaria e alla possibilità di sviluppare corrette politiche
macroeconomiche, è solo per l’esigenza di disinnescare una mina senza che
scoppi in faccia a nessuno.
Le nazioni
devono gestirsi autonomamente, con piena sovranità su tutte le leve di politica
economica e pieno controllo democratico sul loro utilizzo.
Oggi sono emersi
grandi attori economici che vent’anni fa erano irrilevanti – la Cina, l’India,
il Brasile, la Russia ?
Questo non
significa assolutamente che si dialoghi e ci si confronti meglio con loro come
parte di un superstato. Si possono definire tutti gli accordi di cooperazione
appropriati, se è utile, e se è possibile, parlare con una voce unitaria come gruppo
di nazioni europee (o anche non europee).
L’Unione Europea
di oggi è una lobby antidemocratica dove alcuni soggetti promuovono interessi
ristretti danneggiandone altri. Il gioco è a somma negativa, genera inefficienza
e iniquità.
E comunque
un’unione monetaria non è assolutamente necessaria per promuovere la
cooperazione tra gli stati e qualsiasi altra forma utile di integrazione.
Cooperazione e
integrazione che sono in realtà pesantemente danneggiate proprio da un’unione monetaria
costruita e gestita con le catastrofiche modalità odierne.