mercoledì 12 luglio 2023

Si stava meglio prima ?!

 

Può sembrare un dibattito da bar, o magari (visto il periodo) da spiaggia. Ma a mio modesto avviso non è banale. Si stava meglio tempo addietro, per esempio negli anni settanta – ottanta – novanta ? O sono nostalgie da boomer ?

Il rimpianto per gli anni della gioventù è normale e spesso porta a guardare con lenti rosa un passato che così dorato magari non era. E chi guarda ai freddi dati ha dalla sua parte la considerazione che comunque il reddito reale procapite del 2023 è significativamente più elevato rispetto al 1983. Ma anche l’alfabetizzazione, ma anche la durata media della vita, e tanto altro ancora.

E certo, la tecnologia ha messo a disposizione cose che allora non esistevano e non erano neanche concepibili. Personalmente, non ho istinti neoluddisti. Sarà anche vero che i social network e gli smartphone ci hanno disabituato, in misura più o meno accentuata, all’interazione personale. Ma a me il fatto di starmene comodamente spoltronato o sdivanato e potere a mio piacimento telefonare, leggere, documentarmi, lavorare, inviare e ricevere email e whatsapp, guardare video e TV, tutto a portata di sfioramento dello schermo – a me piace.

Il problema però è un altro, ed è evidente.

Sentirsi bene, quanto meno sul piano economico e materiale, se non si è sulle soglie dell’indigenza non è (più) un fatto di livello, ma di prospettive.

Trenta, quaranta, cinquant’anni fa il livello economico medio era più basso di oggi, ma si guardava al futuro vedendo opportunità, vedendo crescita personale e generale, con una ragionevole fiducia che domani si sarebbe stati meglio di oggi e che i figli sarebbero stati meglio dei genitori.

Oggi no.

Stipendi e redditi reali medi non sono più cresciuti dalla fine degli anni novanta. Se nel 2023 sono più alti rispetto al 1983, è grazie alla crescita che si è avuta ancora per un decennio e mezzo, bloccandosi poi intorno al 2000. E ogni riferimento al fatto che quelli siano stati gli anni dell’introduzione dell’euro è totalmente voluto e completamente pertinente.

Qual è il punto ? banalmente, che si sta meglio avendo sei con la ragionevole aspettativa che domani sarà sette, rispetto ad avere nove con il fondato timore che domani sarà otto, e poi meno, e poi meno ancora.

Si sta meglio partendo dal basso e salendo, che trovandosi in alto con la paura di scendere.

Sono le prospettive, sono gli stimoli, sono gli orizzonti che si intravedono quelli che producono fiducia, ottimismo, benessere.

Il mondo occidentale di oggi è invece sprofondato in una narrativa di problemi inventati e di finte soluzioni che li generano (i problemi) quando non ci sono.

Questa è la deriva da invertire.

2 commenti:

  1. Antonello Climan: Non è solo una questione di prospettive (domani si sta meglio o peggio di oggi), e di valori assoluti in quanto tali.
    Il punto è che bisogna osservare la quantità di ricchezza a disposizione negli anni '80 (che prendo come riferimento) rispetto ad ora. La quantità di ricchezza a disposizione è data dalla quantità di beni materiali che si possono avere, quindi dalla capacità industriale di convertire meterie prime in prodotti finiti. La quantità di energia messa in gioco, quindi l'energia estratta da fonti fossili e rinnovabili e messa in "gioco". Di conseguenza i servizi di vario tipo (il terziario). La stessa agricoltura ha avuto enormi booster dalla capacità industriale e dalla conoscenza acquisita.
    In altre parole sto considerando che in 40 c'è stato un esponenziale incremento di ricchezza complessiva messa a disposizione dell'Uomo, il cui fenomeno possiamo osservarlo anche solo in Italia. A questa quantità di ricchezza non ha corrisposto un arricchimento delle persone.
    Osservando la popolazione, questa è rimasta più o meno invariata. Quindi c'è stata una crescita di ricchezza/abitante, ma mediamente gli abitanti hanno meno ricchezza di prima.
    Questo significa in modo evidente che la quantità di ricchezza è stata distribuita in modo molto disomogeneo, con un arricchimento vertiginoso di pochi e un impoverimento o mantenimento costante della ricchezza per la stra grande maggioranza.
    Questo è un risultato certo.
    Potremmo poi analizzare il perché di questi squilibri e quanto merito abbiano i così detti arricchiti. Quindi si può anche osservare dove vada io merito di tanto arricchimento.
    Ecco, la maggiore quantità di ricchezza è data perlopiù da una maggiore capacità industriale di produrre/estrarre energia/impiegare energia e risorse. Questo è viepiù dato quindi dalla tecnologia e dalla scienza e dal loro progresso. Invece abbiamo "imprenditori" ed operatori della finanza che si sono arricchiti.
    Ciò che è accaduto è che delle persone si sono impadronite dei benefici dato dalla robotica industriale, dalla meccatronica, i progressi informatici e quindi dal potere oggetto dall'elettronica, benefici tra l'altro messi in gioco da parte di scienziati e ingegneri. Il resto della popolazione ha invece subito o al limite non ha tratto beneficio alcuno dai progressi dell'Uomo in senso generale.
    Ecco a mio avviso il quadro. Persone senza sostanziali meriti, munite di "furbizia" e possibilità che altri non hanno avuto, che si sono impossessate dei benefici offerti dal progresso tecnologico e scientifico.

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    1. Sicuramente la governance economica che stiamo subendo, in Italia, in particolare dall'aggancio all'euro in poi, ha accresciuto le diseguaglianze (oltre a comprimere / azzerare la crescita del reddito procapite).

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