Ogni tanto leggo commenti di euroausterici vari & assortiti che manifestano stupore (quanto va bene) o sbeffeggiano (più spesso) l’affermazione che a livello macroeconomico un incremento di spesa, o meglio di deficit, pubblico, equivale a un incremento di reddito privato.
Uno di loro definiva questo concetto una macchina del moto perpetuo. In altri termini: un’assurdità, un’insensatezza.
In realtà non solo è vero, ma è addirittura elementare.
Il deficit pubblico è immissione di potere d’acquisto nel settore privato dell’economia. Se lo Stato spende più di quanto tassa, il settore privato incassa più di quanto paga. Incrementa il suo reddito disponibile e il suo risparmio.
Naturalmente, se l’incremento di deficit pubblico si accompagna a un peggioramento di saldi commerciali con l’estero, l’incremento di reddito e di risparmio va a beneficio (parzialmente o totalmente) del settore privato ESTERO, non di quello nazionale. Ma sempre di settore privato si tratta. E se non c’è beneficio per il paese, è per un problema di deficit estero, non di deficit pubblico.
Ma allora basta stampare per arricchire qualcuno ? è questa la (presunta) implicazione che gli euroausterici trovano ridicola.
Invece non c’è nulla di ridicolo. Il deficit pubblico aumenta il reddito NOMINALE a disposizione del settore privato.
L’incremento del reddito nominale corrisponde a un incremento del reddito REALE se la maggiore capacità di spesa alimenta maggiore produzione di beni e servizi, come è altamente probabile nel momento in cui c’è un consistente sottoutilizzo di risorse produttive (manodopera e capacità produttiva delle aziende).
Diversamente, se l’incremento di reddito nominale non si accompagna a maggiore produzione, a crescere sono i prezzi. Quindi il reddito nominale aumenta ma il reddito reale no.
Ragionando su questi concetti si comprende quanto sia stata scellerata l’austerità imposta dalle euroregole a vari paesi dell’Eurozona, e purtroppo per noi in particolare all’Italia, tra il 2011 e il 2019. Sforzi di contenimento del deficit pubblico in anni in cui il PIL era decisamente al di sotto del suo potenziale e l’inflazione era SOTTO, non sopra, gli obiettivi della stessa BCE.
Un danno economico inflitto al paese dell’ordine di svariate
centinaia, anzi complessivamente di migliaia, di miliardi.
Lei ha perfettamente ragione, come sempre quando tratta questi temi, però purtroppo il pallino della narrazione che domina ce l'hanno in mano gli euroausterici.
RispondiEliminaContraddirli e contrastarli il più possibile. Gli argomenti li abbiamo, i risultati un po' alla volta arrivano.
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