martedì 1 aprile 2014

Parte quarta - Affiancamento e sostituzione della nuova moneta nazionale all’euro: come potrà avvenire


OTTO, possibili problemi per privati il cui reddito si trasforma in Lire Fiscali, a fronte di passività residue in euro (e come risolverli / prevenirli).

NOVE, possibili problemi per aziende il cui reddito si trasforma in Lire Fiscali, a fronte di passività residue in euro (e come risolverli / prevenirli).

 
La Riforma Morbida prevede di introdurre uno strumento monetario sovrano (i Certificati di Credito Fiscale, o CCF) a fianco dell’euro, e di utilizzarlo (da parte dello Stato emittente) per integrare il reddito dei lavoratori, per ridurre il costo effettivo del lavoro per le aziende, e per effettuare altre azioni di sostegno della domanda.

In particolare, l’assegnazione di CCF alle aziende, in quantità dipendente dai costi di lavoro lordi sostenuti, viene effettuata in misura adeguata a riportare il Costo del Lavoro per Unità di Prodotto (CLUP) italiano ai livelli dei paesi più efficienti dell’Eurozona, e in particolare della Germania.

Questo permette al recupero di domanda e di PIL di svilupparsi senza che la maggior domanda produca maggiori importazioni nette, ed evitando quindi squilibri nei saldi commerciali esteri.

Come visto in articoli precedenti, inoltre, lo Stato italiano anno dopo anno sosterrà quote crescenti di spese pubbliche in Lire Fiscali, cioè in moneta utilizzabile per soddisfare obbligazioni finanziarie (tasse e imposte in primo luogo) nei confronti dello Stato medesimo.

E la crescente introduzione di Lire Fiscali per sostenere quota di spesa pubblica alimenterà anche la consuetudine al loro utilizzo da parte del settore privato nonché lo sviluppo di un segmento specifico del mercato del credito (erogazione di finanziamenti in Lire Fiscali).

L’abbandono definitivo dell’euro per utilizzi correnti e la sua sostituzione con la Lira Fiscale potrà avvenire, come si ipotizzava qui, qualche anno dopo l’avvio della Riforma Morbida: per esempio, il 1° gennaio 2015 si introducono i CCF; il 1° gennaio 2018 i prezzi al pubblico cessano di essere espressi in euro, vengono emesse banconote e monete metalliche in Lire Fiscali, eccetera.

Per rimanere fedeli al concetto di Riforma Morbida, nessun contratto dovrà essere forzosamente convertito da euro a Lire Fiscali.

Questo potrebbe creare difficoltà a cittadini e aziende che si trovano a operare in un’economia che lavora, a questo punto, in Lire Fiscali – quindi i redditi di lavoro per contratti stipulati successivamente all’avvio della Riforma sono in Lire Fiscali, le aziende che operano sul mercato domestico conseguono proventi in Lire Fiscali, eccetera – mentre mutui, debiti privati, e finanziamenti alle imprese, almeno in parte sono ancora espressi in euro.

All’atto pratico, comunque, il problema è di rilievo molto inferiore a quanto si potrebbe temere, in primo luogo perché la Riforma Morbida non è basata su un meccanismo di svalutazione: come visto, il riequilibrio del CLUP tra Italia e altri paesi dell’Eurozona (Germania in particolare) viene effettuato riducendo il carico fiscale effettivo sui costi di lavoro delle aziende.

La Lira Fiscale non è quindi destinata, al momento del passaggio sopra indicato (e ipotizzato, come si diceva, per il 1° gennaio 2018) ad essere negoziata sul mercato per un valore sostanzialmente difforme da quello dell’euro.

Inoltre, nel periodo intercorrente tra avvio della Riforma Morbida e passaggio finale alla Lira Fiscale, molti contratti di finanziamento (anzi molti rapporti giuridico-economico di qualsiasi natura: anche contratti di lavoro, pensioni, affitti eccetera) saranno scaduti o saranno stati rinegoziati su base volontaria.

Buona parte dei rapporti contrattuali, in altri termini, saranno già in Lire Fiscali e non più in euro, fin da prima del 2018.

Gli effetti di trasferimento di ricchezza saranno quindi nettamente inferiori a quanto avverrebbe in seguito a un break-up dell’euro, con conseguente automatica (e forzata) trasformazione in Nuove Lire di tutta una serie di rapporti economici, accompagnata a una significativa svalutazione della Nuova Lira rispetto all’euro.

Casi particolari potranno essere gestiti con provvedimenti di sostegno ad hoc, fermo restando che, con ogni probabilità, si tratterà di fenomeni di importo molto modesto (in confronto agli effetti di un break-up con svalutazione).

Nessun commento:

Posta un commento