giovedì 31 luglio 2014

Aritmetica di una manovra finanziaria (ipotetica, si spera…)


Come prevedibile e previsto dai molti commentatori che analizzano la situazione da un punto di vista keynesiano, i dati economici italiani sono peggiori delle previsioni. E da un paio di settimane si susseguono voci e illazioni sulla “necessità” o “inevitabilità” di una manovra sui conti pubblici. Per 10, 15, 25, 30 miliardi ? le voci circolano, il governo smentisce tutto, speriamo in bene.

Credo sia utile ricostruire qualche dato, soprattutto a beneficio di chi dice “eh però purtroppo bisognerà… se no dove troviamo i soldi ?”

La manovra serve a “trovare i soldi” ? un attimo…

I dati sono all’incirca i seguenti. Attualmente il PIL italiano 2014 è prevedibile in 1.600 miliardi, il deficit pubblico è stimato (da Confcommercio) nel 2,5% del PIL, quindi 40, e il debito pubblico è arrivato al 135,6% circa del PIL: 2.170 miliardi.

Se non si fa nulla, nel 2015 la variazione del PIL sarà circa zero, e quella dei prezzi pure. Il PIL 2015 risulterà quindi stabile a 1.600 miliardi circa, in termini sia reali che nominali. Con altri 40 miliardi di deficit, invariato al 2,5%, il debito salirà a 2.210: 138,1%.

La UE insiste che il deficit debba essere ridotto, per avvicinarsi al “pareggio strutturale” (che non è chiaro esattamente che cosa significhi: ma comunque ridotto). E il debito pubblico deve avviarsi verso un percorso discendente in proporzione al PIL.

Quindi i conti pubblici così non vanno bene… e “per trovare i soldi” si fanno illazioni, appunto, su una manovra restrittiva. Prendiamo l’ipotesi di 25 miliardi tra tasse e tagli di spesa.

Bene, dall’inizio della crisi si sta constatando un fatto molto semplice. In una economia depressa, con alti livelli di disoccupazione, con una domanda molto inferiore alla capacità produttiva del sistema, le manovre restrittive producono la caduta del PIL in misura più che proporzionale. E tendono anche a raffreddare la dinamica dei prezzi.

Una stima plausibile, e soprattutto in linea con quanto sta regolarmente accadendo da tre anni in qua, è che una manovra da 25 miliardi ridurrebbe il PIL reale di circa 1,5 volte l’importo della manovra stessa. Quindi 37, portandolo da 1.600 a 1.563.

Inoltre avremmo, invece di una variazione nulla dei prezzi, una diminuzione (deflazione conclamata, a questo punto) quantificabile nello 0,5%. Questo significa altri 8 miliardi circa di PIL nominale in meno – da 1.563 scendiamo a 1.555.

Se il PIL nominale è pari a 1.555 invece di 1.600, perdiamo evidentemente (prima di aver beneficiato degli effetti dalla manovra) gettito fiscale. In Italia la pressione fiscale è ormai prossima al 50% del PIL, quindi 45 miliardi di minor PIL significano 22 miliardi di minor gettito.

A questo punto ci sono tutti gli elementi per stimare dove finiscono i conti pubblici nel 2015. Il deficit da 40 miliardi passa a 37 (scendiamo della bellezza di 3, che è il saldo tra 25 di manovra e 22 di minor gettito).

Invece di avere un deficit pubblico su PIL pari a 40 / 1.600 = 2,5%, siamo a 37 / 1.555 = 2,4%... un ricco e bello decimo di punto di riduzione.

Nel frattempo abbiamo eroicamente contenuto la crescita del debito pubblico. Invece di raggiungere quota 2.210 a fine 2015, ci fermiamo a 2.207…

Solo che molto più del livello, anche del debito pubblico preoccupa il rapporto con il PIL. Senza manovra, 2.210 diviso per 1.600 faceva, come si è detto, il 138,1%.

Mentre 2.207 diviso per 1.555 ? 141,9%...

Insomma i conti pubblici stanno peggio di prima.

Tutto questo sarebbe comico se non fosse tragico. E il tragico sta nel fatto che 37 miliardi di PIL reale in meno significa qualche altro centinaio di migliaia di disoccupati, e qualche altra migliaia di imprese fallite.

Pare che questo a Bruxelles non interessi. L’importante è mostrare la capacità di autoinfliggersi sofferenze per ottenere (forse) un decimo di punto di deficit pubblico in meno. Con il debito, peraltro che continua (come dicono gli anglosassoni) a “spiralare fuori controllo”. Peggio di prima.

Chi mi legge può darmi atto che non amo le espressioni forti. Qualcuno ha detto, e lo considero un complimento, che il mio blog è “poco chiassoso”.

Però che devo dire ? se mai qualcuno, in queste condizioni, approverà, o spingerà ad approvare, una manovra restrittiva, le possibilità sono tre (che non si escludono a vicenda, non necessariamente almeno). O è un incompetente, o è un pazzo, o è un criminale.

Pazzo nel senso che dava alla parola Einstein: qualcuno che continua a ripetere lo stesso errore pensando di ottenere un diverso risultato…

3 commenti:

  1. si va verso la grecia ragazzi.
    preparate la vanga e il pezzetto agricolo da arare.

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    1. Salvo che l'Italia e' un'economia sei volte più grande della Grecia... E si tirerebbe dietro la Spagna e (entro pochi mesi) la Francia.

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    2. meglio così ci liberiamo del socialismo francese che è la causa della costruzione dell'euro nel vano tentativo di controllare la rinascita tedesca dopo il crollo del muro di berlino. con un colpo solo ci liberiamo dell'euro e del socialismo. i due disastri dell'europa.

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