lunedì 22 settembre 2014

Renzi, rilanciare la domanda senza nuovo debito si può


[Nota introduttiva: il testo qui di seguito è una versione – non una traduzione letterale – dell’articolo uscito su Economonitor. Sarà pubblicato su uno o più siti / organi di stampa (non vi dico quali solo perché più di uno lo sta esaminando, in versioni tra di loro un filo differenti – non nella sostanza, ovviamente !).  A firma congiunta Biagio Bossone – Marco Cattaneo – Warren Mosler – Giovanni Zibordi].

 

Flessibilità fiscale per l’Italia ?

Con una politica economica fortemente ingessata e uno spazio fiscale residuo pressoché inesistente, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi cerca di ottenere dalla UE margini di flessibilità per un’implementazione più attenuata del fiscal compact.

Riteniamo che, semmai tale flessibilità venisse concessa, essa sarebbe largamente insufficiente rispetto all’esigenza di rilancio della domanda interna del Paese. Oltretutto, maggiore flessibilità significherebbe nuovo debito.

Lo scorso anno, il deficit di bilancio dell’Italia è rimasto attestato al 3% del PIL e il surplus primario del 2,2%, il più ampio in Europa, ha eguagliato quello della Germania. Sei anni di tasse in aumento, tuttavia, hanno interrotto la crescita e non hanno impedito il continuo aumento del debito, mentre la produzione industriale si è contratta del 25%, l’occupazione è scesa di oltre un milione di unità e la disoccupazione è più che raddoppiata.

Non è immaginabile che stimoli adeguati promanino dalla politica monetaria, né che le misure della BCE da sole bastino a riattivare il credito. Né la disoccupazione potrà essere riassorbita da una modesta ripresa delle esportazioni. Non c’è nemmeno ragione per credere che riforme nel campo della giustizia, dell’istruzione, della governabilità e della competitività, per quanto necessarie a modernizzare il Paese, consentano di avviare la ripresa.

 

Un nuovo strumento per crescere

In tali condizioni, proponiamo che lo stato italiano emetta dei Certificati di Credito Fiscale (CCF) per assegnarli senza contropartita a imprese e lavoratori in funzione del costo del lavoro sostenuto dalle prime, e della retribuzione netta dei secondi. I CCF non prevederebbero alcun obbligo di rimborso da parte dello stato. A due anni dall’emissione, tuttavia, lo stato s’impegnerebbe ad accettarli per il pagamento di tasse e di qualsiasi altra obbligazione finanziaria ad esso dovuta (contributi pensionistici, previdenziali e sanitari, multe ecc.).

I percettori di CCF potrebbero immediatamente convertirli in euro, vendendoli sul mercato finanziario con uno sconto analogo a quello applicabile a un titolo di stato zero coupon a due anni, e spenderli per l’acquisto di beni e servizi. I CCF sarebbero una quasi-moneta. I due anni di differimento servirebbero a dare all’economia il tempo di aumentare la produzione di beni e servizi in funzione dell’accresciuta domanda, generando incassi erariali che compenserebbero la diminuzione degli introiti in euro conseguente ai versamenti effettuati in CCF.

Le assegnazioni di CCF rappresentano una notevole riduzione del cuneo fiscale: accrescono il reddito disponibile dei lavoratori e riducono il costo del lavoro per le imprese. Le allocazioni dirette supererebbero l’inefficacia dei meccanismi creditizi tradizionali, generando capacità di spesa senza creare indebitamento. I maggiori redditi disponibili sosterrebbero i consumi mentre la riduzione del costo del lavoro incoraggerebbe occupazione e competitività. La bilancia commerciale resterebbe in equilibrio, in quanto le maggiori esportazioni nette consentite dal recupero di competitività compenserebbero la crescita di import conseguente alla ripresa. Il flusso di allocazioni di CCF e la non esigenza di copertura delle stesse attraverso futura tassazione darebbero luogo a consistenti effetti moltiplicativi della spesa sul PIL.

 

Impatto dei CCF

Con un output gap pari a 300 miliardi di euro rispetto al trend pre-crisi, e ipotizzando stime conservative del moltiplicatore fiscale, l’Italia potrebbe chiudere il gap in 3 o 4 anni, emettendo CCF per 200 miliardi all’anno (con un flusso peraltro modulabile in relazione alla risposta del PIL), senza mai eccedere il limite di Maastricht del 3% e avviando a riduzione il rapporto debito pubblico / PIL. Il taglio al cuneo fiscale diventerebbe permanente, la ripresa della domanda giustificherebbe nuovi investimenti e le migliorate prospettive economiche riattiverebbero il circuito del credito.

Peraltro, dato l’alto volume di risorse attualmente non occupate, la nuova spesa indotta dai CCF non alimenterebbe l’inflazione, tenuto conto anche dell’impatto deflattivo dei CCF sul costo del lavoro sostenuto dalle imprese. E comunque, se l’inflazione dovesse moderatamente ravvivarsi, ciò sarebbe coerente con gli obiettivi che la BCE si sta, oggi, sforzando di conseguire.

 

Che ne penserebbero i paesi partner ?

Nelle attuale condizioni di politica economica, nulla può controbilanciare le pressioni deflazionistiche che affliggono le economie periferiche dell’Eurozona, dove la sfida è quella di trovare il modo di sostenere la domanda. I CCF sono la risposta a questa sfida: rilanciano la domanda senza creare debito, poiché i governi che li emettono s’impegnano ad accettarli per il pagamento delle tasse, non a rimborsarne il valore a una qualche data futura.

I paesi creditori, comprensibilmente, chiedono il rispetto di vincoli rigidi all’emissione di nuovo debito da parte dei paesi già esposti, ma non hanno ragioni valide per limitare strumenti non di debito, i CCF, che mirano a combattere la depressione. E poiché i CCF non danno luogo a future obbligazioni di debito per gli stati emittenti, la loro allocazione non ricadrebbe tra le regole del fiscal compact e non rientrerebbe nel calcolo del deficit.

Rimane, certo, la posizione della Germania, che si oppone a misure utili a sostenere la crescita temendo che il loro successo eliminerebbe lo stimolo all’attuazione delle riforme strutturali che – a suo avviso – sono garanzia del ritorno a una crescita sana.

Ma insistere sull’attuazione di riforme strutturali in un contesto di domanda depressa è proprio il modo migliore per impedirne l’attuazione. Le riforme hanno costi di breve-medio termine ed impatti negativi sulla domanda. La stessa Germania, del resto, sforò il limite del 3% nel rapporto deficit pubblico / PIL per riuscire ad avviare le riforme Hartz, nonostante un contesto economico mondiale e, soprattutto, europeo nettamente più favorevole di quello odierno.

In realtà, la soluzione CCF – che è adottabile da ciascuno dei paesi in crisi dell’Eurozona – consentirebbe la ripresa dell’output, rafforzerebbe la sostenibilità fiscale e la possibilità di avviare le necessarie riforme strutturali, in un clima di consenso ottenuto proprio grazie al forte stimolo della domanda reso possibile dai CCF.

38 commenti:

  1. Chi sconterà gli euro in banca? Avete una banca che lo farà? Dove li prende gli euro? A debito dalla bce? Ecco che il debito riesce fuori. Stessa cosa se fate una banca statale italiana. Debito e credito esistono da sempre sono connaturati con l'umanità. E quindi anche con la moneta che è solo un mezzo di pagamento inventato per comodità.


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    1. Le banche sono piene di liquidità: non la impiegano perché non c'è domanda di credito con l'economia in questo stato. Dagli un impiego sicuro con un rendimento anche solo un pelo più alto di un normale titolo di stato e ci si butteranno a pesce.

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    2. Le banche è normale che si indebitino con la bce ed i cittadini con le banche....ciò che non è normale è che lo stato si indebiti con le banche. ..in questo caso lo stato differisce solo una parte di spesa a tempi migliori.....
      giovanni albin

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    3. le banche non prendono prestiti (pur potendolo fare) per lo stesso motivo per cui non un cittadino non li prende perché sa che il prestito in una economia truccata (dove comandano le "persone" e non il mercato) viene usato per strozzare la gente (o una banca più piccola da quelle più grossa) e non per sviluppare una società.

      se la lotteria è truccata la gente non compra il biglietto.

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    4. X Anonimo ore 15:43

      ma lo stato italiano si indebita con le banche proprio perché sono gli italiani che da sempre non vogliono indebitarsi ma fanno indebitare lo stato al posto loro. gli italiani hanno 6mila miliardi di risparmi.

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  2. MA LA BILANCIA DEI PAGAMENTI NON CONTA SE è IN PAREGGIO MA COME è DISTRIBUITA. QUELLO CHE CONTA SONO CIOE' I FLUSSI NELLE CLEARING HOUSE E NON COSA DICE L'ISTAT. ANCORA OGGI NON RIUSCITE A CAPIRE L'IMPORTANZA DEI FLUSSI DI LIQUIDITA' CHE NEANCHE VENGONO PRESI IN CONSIDERAZIONE NELLE UNIVERSITA' ITALIANE CHE PENSANO SOLO ALLE FORMULE MATEMATICHE CAMPATE PER ARIA TRA L'ALTRO MAI DIMOSTRATE. VI HANNO INSEGNATO UNA ECONOMIA FITTIZIA CHE NON CORRISPONDE ALLA REALTA'. COSì COME VI INSEGNANO L'INGLESE COI PIEDI. IL RUOLO CENTRALE DELLA LIQUIDITA' è TUTTO. DICASI TUTTO.

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  3. Diciamo che io rispetto a Barnard e a Roth ho una visione molto meno millenaristica - cospiratoria... non penso che ci siano congiure ma semplicemente un progetto sbagliato a cui tantissime persone devono carriera e benefici economici: a cui fanno un'enorme fatica a rinunciare.
    Magari poi hanno ragione loro (Barnard e Roth, intendo).
    Tutti pensano che la scintilla dello scioglimento partirà dalla Francia. Vediamo. Non credo proprio che ci sarà molto da attendere.

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  4. almeno ieri non ha detto la solita cialtronata dello stato che deve stampare perché se lo fa lo stato allora siamo tutti ricchi e senza inflazione e senza debiti e tutti occupati al 100% e col mercedes AMG.

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  5. Non mi risulta che dica quello. La cose stanno, in sintesi, come spiegato qui.

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  6. L'esempio a cui fa riferimento lei funziona solo nel mondo perfetto comunista dove lo stato stampa i soldi, distribuisce i soldi, assume gente, costruisce le automobili (le trabant) e poi chiude i rubinetti se necessario se sale l'inflazione. Cioè pianifica l'economia usando la forza. Ma siccome la forza costa deve spendere più risore di quelle che incassa ecco che fallisce. Il comunismo non è crollato per mancanza di libertà o per qualche motivo ideologico ma per mancanza di pane nei negozi.

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  7. scusate come al solito scrivo come un caprone.....quest'ultima parte la ho messa doppione....(non me ne sono accorto...)

    Shardan

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  8. Che dire sulla Germania?....OGNI NODO VIENE AL PETTINE...o prima o poi.....

    Shardan

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  9. Ho postato il link giusto dell'articolo dello Spiegel ...versione originale ma esce un altro articolo...riprovo:

    http://www.spiegel.de/international/germany/low-german-infrastructure-investment-worries-experts-a-990903.html

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  10. niente da fare....il link è giusto...ma a me evidenziandolo esce un altra pagina del medesimo giornale....boh...

    ciao

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  11. E INFATTI LA CINA HA IMPEDITO ALLA MASSA AL POPOLO DI COMANDARE DENTRO LE IMPRESE EVITANDO LA DISTRUZIONE CHE L'INDUSTRIA SUBISCE QUANDO LA MASSA COMANDA L'INDUSTRIA "MANGIANDOSELA" COME AVVENUTO IN ITALIA.

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  12. SHARDAN NON TE LA PUOI PRENDERE CON CHI E' PIU' BRAVO A TRUCCARE E AD ESPORTARE. TE LA DEVI PRENDERE CON TE STESSO CHE NON CI RIESCI. IL MONDO E' UNA GUERRA.

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  13. Nel momento in cui siamo in deflazione, o comunque abbiamo un livello di inflazione troppo basso, l'onere della prova (che l'azione sulla domanda alzerebbe i prezzi troppo velocemente, prima di un completo recupero della disoccupazione) spetta a chi fa questa affermazione. Spingiamo la domanda e acceleriamo gradualmente finché l'inflazione arriva al livello che si ritiene non debba essere superato (il 2% di target BCE, per esempio). Io dico che a quel punto avremo riassorbito tutti gli effetti occupazionali della crisi. Se così non fosse, vuol dire che c'è stata una caduta strutturale dell'offerta, il cui recupero richiederà ulteriore tempo (non credo moltissimo peraltro, l'offerta è molto più elastica di quanto di creda, in un orizzonte temporale di un paio d'anni). Comunque la direzione in cui andare, intanto, è: più moneta e più domanda. Su questo non c'è dubbio. Vedi anche qui.

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  14. l'onere della prova è che i prezzi in italia sono doppi anche se l'inflazione non li registra e tutti gli italiani sanno che con mille euro non si campa mentre con 2milioni di lire era uno stipendio decente. tutto è raddoppiato e l'inflazione non lo ha mai registrato.

    la deflazione di oggi è una conseguenza naturale del "drogaggio" passato dei prezzi. è una bolla che è scoppiata. i tedeschi quindi vorrebbero togliere soldi alla gente per ritornare a prezzi più consoni ma sappiamo che questa tecnica non funziona se non a scapito di un grande tasso di disoccupazione. se ci fossero infatti i dazi doganali i tedeschi non avrebbero quel surplus. a dimostrazione che anche loro non consumano al loro interno.

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  15. Al di là di quello che è accaduto in passato, oggi c'è deflazione e depressione. Vale quanto dicevo prima: più moneta e più domanda è una linea d'azione assolutamente indispensabile.

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  16. XAnonimo23 settembre 2014 19:39


    Tipico ragionamento "neoliberista "...anche se "l'andazzo " di fatto è stato sempre quello....(è un po la vita anche dei singoli ..fatta cosi...nel lavoro ad esempio...c'è poco da fare...bisogna guerreggiare...nonostante le regole...e a volte tirare anche qualche colpo basso...)...non condivido affatto.

    E secondo te si può costruire un Europa Unita o gli Stati Uniti d'Europa...con questi presupposti ??? ma neanche lontanamente.....

    Negli Stati Uniti d'America...tra i diversi Stati...l'approccio è diverso...decisamente collaborativo...ecco perché son una Nazione.

    Farò un post più tardi su questo....adesso sono occupato...spiegherò meglio cosa voglio dire..

    buona giornata

    Shardan

    ps: l'esperienza euro...sta per concludersi ;-) (proprio per questo...)

    Benedetti CCF...ci fosse un leader coraggioso--->> in questo momento ci starebbero proprio a pallino....;-)

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  17. più moneta per i consumi alza i prezzi già alti

    ci vuole più credito alle imprese e libertà economiche. la concorrenza non alza l'inflazione ma diminusice i prezzi e assume disoccupati. a condizioni minori degli attuali ma sempre meglio che disoccupati.

    il fatto che stanno flessibilizzando tutto tranne l'impresa è la dimostrazione di una colonizzazione in corso di grandi monopoli (antiliberali) senza che ve ne accorgiate.

    le grandi multinazionali hanno infatti bisogno di distruggere le libertà di impresa (concorrenza piccola e frazionata) e flessibilizzare il lavoro.

    le monarchie hanno sempre usato i partiti di sinistra per raggirare il popolo togliergli i diritti e monopolizzare l'economia.

    il prossimo passo saranno gli statali e i pensionati che a voi piacciono tanto.

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  18. l'america è liberale ma non liberista. prova a fare lo scemo in america e ti ritrovi in galera.

    l'italia è liberista e nessuno rispetta nulla e dominano l'evasione, l'abusivismo, la corruzione e nessuno paga mai tranne la povera gente ovviamente.

    l'america si è unita perché tutti condividevano il capitalismo nelle sue varie forme. l'europa non può unirsi se rimane socialista perché a quel punto sarà un incubo come l'URSS.

    né gli usa e né la cina (e nessun'altro) vogliono mantenere gli europei socialisti così come a suo tempo i comunisti



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  19. attendiamo il post di shardan

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  20. Non è che lei confonde liberismo e libertinaggio :) ?
    Comunque l'Europa era forse definibile non socialista ma socialdemocratica, prima. Oggi l'aggettivo giusto per le politiche economico-sociali in voga da queste parti mi sembra un altro. Non liberali né liberiste. Dementi, forse ? :(

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  21. il liberismo in italia viene strumentalizzato confondendolo col libero mercato per dare un'accezione negativa al libero mercato stesso che per ovvie ragioni è osteggiato. sono due cose opposte. il lberismo è di fatto rincoducibile alle monarchie. il capitalismo liberale in italia è stato rappresentato dal rinascimento e dal periodo comunale.

    socialdemocratico è un socialismo che mira al centro per prendere le distanze dal comunismo. sempre socialismo è.

    la interpretazione giusta per le politiche attuali d'eruopa è "oligarchia".

    la partitocrazia ha iniziato a comportarsi da aristocrazia eleggedosi da sola, eliminando le cariche elettive e iniziando a svalutare il popolo per mantenere alto il valore della moneta secondo la scuola austriaca che non è affatto capitalista liberale come ingenuamente pensate voi ma monarchica.

    purtroppo essendo le monarchie non in grado di unificarsi ma solo di cooperare per non farsi la guerra, ecco che vogliono unirsi "senza" unirsi. cioè un controsenso.

    l'europa cioè non accetta la visione "piramidale" su cui si basa invece l'america. e su cui si basava l'impero romano. quindi non essendoci una gerarchia e dove tutti possono mettere il "veto" ecco che non si fa un passo avanti e neanche uno indietro.





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  22. "La scuola austriaca che non è affatto capitalista liberale come ingenuamente pensate voi": non io (per quello che valgono le etichette...)

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  23. x..anonimo

    sono stanco morto...in tilt.....ma non è che devo dire cose differenti dal già detto....

    Shardan

    Ottimo il video sulla moneta del M5s...ho visionato solo la terza parte quello che parla dei CCF....mi guardo il video di Stiglitz che parla nella sala congressi della Camera...e vado a nanna. Non ho la forza di scrivere manco 3 righe...non so da voi...ma qui sta facendo un caldo tropicale/umido...era meglio agosto....

    Saluti

    Shardan

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    1. Qualche giorno quasi estivo... ma da ieri si sente aria di autunno, nel milanese. Coerenti con il calendario, per una volta.

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    2. dimenticavo:

      per anonimo------>>> in USA ci ho vissuto un po...parte della mia famiglia ci sta da 15...ci son degli aspetti positivi rispetto all'Europa (ma non più di tanto...( son due modelli diversi..posto che gli USA sono una Nazione..l'Europa no...e secondo me non lo sarà mai...o perlomeno il percorso per renderci non dico uguali ma vagamente simili agli statunitensi..è lunghissimo ..parlo di decenni e di tanta ma tanta...anzi tantissima buona volontà....buona volontà che io non vedo....)....ma guarda che non è tutto oro cio che lucica....negli Stati Uniti..non credere che si stia tanto bene...ci son circa una sessantina di milioni di esseri umani...che non vivono ma letteralmente "trascinano l'esistenza "...vai a vivere nei quartieri popolari delle metropoli...da New York a Los Angeles...ad Atlanta...o in particolar modo a Detroit ( certi quartieri di quest'ultima...son roba da terzo mondo...manco i cani vivono in quel modo )...tu l'America la hai "mitizzata "...(e gli americani...parlo della gente comune...son tutt'altro che soddisfatti...e il divario tra poveri e ricchi sta aumentando....e quel 6 % di disoccupazione...a dir loro grazie al Quantitative Easing...è una balla....come è una balla l'occupazione della Germania prepotente e arrogante...(ripeto: il vizietto non lo hanno perso sti tedeschi....)..vengono conteggiati come "occupati" quei disgraziati delle riforme Hartz...gente che lavora....senza diritti per paghette che vanno dai 400 ai 700 euro...etc etc )

      E' un modello comunque (che per certi versi funziona anche benino )...ma che non puoi...trasportare in tot in Europa...(perché son due realtà con back ground storico/culturali ...decisamente differenti...)

      basta...non riesco a scrivere.
      Shardan

      G

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    3. non avevo finito la frase (son proprio in tilt )

      parte della mia famiglia ci sta da 15 anni....

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    4. In Lombardia /Veneto....il sistema funziona quanto e meglio la Germania e gli Stati Uniti (anche se sto forzando un po )...se non è che devono sussidiare il resto d'Italia...(da leggere: la gallinella dalle uova d'oro )....è un esempio di modello italiano che funziona....e il modello adottato in Italia dal dopoguerra sino alla fine degli anni 70 tutto sommato ha funzionato egregiamente ...con una crescita costante..del 5 % (oggi diremo alla cinese...)


      Non abbiamo bisogno di altri modelli...dovevamo migliorare il nostro...(anche introducendo elementi tipici del cosiddetto neoliberismo...fermo restando l'impronta keynesiana )....

      ci siamo voluti impelagare in un altra direzione----->>> eccoli i risultati : UN DISASTRO. (e per recuperare il danno fatto...ci vorranno anni ..sempre che riusciamo a uscirne )

      Shardan

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    5. Non tantissimi comunque. Io dico tre anni. Non dieci.

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    6. x shardan
      nessuno mitizza l'america ma ci ho vissuto e ci torno spesso e non sei l'unico ad averci parenti. siamo milioni, 18-25. è ovvio che ci sono zone diverse. perché scusa in italia non c'è cernobbio con le ferrari e dall'altra parte i quartieri degradati di napoli o le baraccopoli di milano periferia?

      eppoi c'è una cosa che non puoi negare visto che conosci l'america. se sei italiano già ti rispettano. parti da un gradino superiore. poi sta a te darti da fare ovviamente. in germania ti considerano il solito italiano a prescindere...una razza inferiore...ma siccome siamo loro fornitori ecco che dobbiamo stare zitti...in america gli immigrati italiani hanno avuto più successo di quelli tedeschi...la selezione naturale non sbaglia mai...

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  24. sì e sarebbe ora che gli economisti di tutto il mondo riconoscessero l'esistenza della "scuola italiana"....botte piena moglie ubriaca :)))

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  25. Veramente il contributo più noto, in tempi recenti, di economisti italiani al mainstream economico è stata l'"austerità espansiva" di Alesina-Ardagna ed altri Bocconi Boys (nel frattempo in fase di riposizionamento... vedi qui).
    Magari il sostegno alla domanda in periodi di depressione possiamo definirlo così: metto soldi in giro, c'è domanda, la gente lavora e produce, la produzione da' valore ai soldi. Non è un free lunch né una bottepiena-moglieubriaca quindi: è valore generato dal lavoro...

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  26. questo esempio funziona solo in caso di autarchia. che poi a sua volta implode per impossibiità ad espandersi ulteriormente (se non con la guerra) e la richiesta di espansione arriva sempre non puoi fermarla.

    la conversione della bocconi non esiste. è solo un tentativo velleitario della aristocrazia (vera o presunta) per dire "o mi fai sforare o mi metto a fare l'antieuropeo".

    la domanda non fa salire l'occupazione se al contempo non aumentano anche le imprese. solo il credito alle imprese e le liberalizzazioni (da non confondere con privatizzazioni) fanno salire tutto il sistema, creano lavoro e abbassano i prezzi con la concorrenza. ovviamente chi non vive di concorrenza o fallisce o accetta di accorparsi ad aziende più grandi ad azionariato pubblico. anche i ricchi devono muovere il culo e non solo i poveri.

    l'altro sistema è assumere nello stato ma a patto di produrre beni e servizi da vendere ma in tal caso cadrebbe il settore privato (comunismo) e quindi implosione. nessuno infatti lavora se non ha concorrenza.

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