L’ormai ex primo
ministro del Regno Unito ha lasciato Downing Street, passando le consegne a
Theresa May. Nelle ultime settimane, dopo il fatale referendum del 24 giugno
per intenderci, è stato fatto oggetto di parecchie accuse di insipienza
politica, per non dire di stupidità tout court.
Le accuse
provengono principalmente da chi sperava nel successo del Remain. Chi l’ha
fatto fare a Cameron di lanciare un referendum ? chi lo obbligava ? non voleva
lasciare la UE, perché si è preso questo rischio – che implicava anche la possibile
fine della sua carriera politica ?
La spiegazione
in effetti mi pare molto semplice, forse troppo per riuscire credibile ai tanti
dietrologi in servizio permanente effettivo. Ma a me suona totalmente
plausibile.
Alle elezioni
politiche del 2015, Cameron si è presentato come leader di un partito
conservatore inglese a forte rischio di frantumazione. L’antieuropeista UKIP di
Nigel Farage aveva ottenuto il 25% dei suffragi alle elezioni per il parlamento
europeo dell’anno precedente – non tutti, ma in gran parte voti sottratti ai
conservatori.
Cameron ha
scelto una piattaforma di programma finalizzata a ricompattare il suo partito.
Si è dichiarato favorevole a rimanere nella UE, ma si è impegnato nello stesso
tempo a rinegoziare condizioni meno restrittive per la permanenza del Regno
Unito; e a sottoporre la decisione finale all’elettorato del suo paese.
Non si avrà mai
la controprova del fatto che questo impegno sia stato decisivo per
vincere le elezioni politiche. La finalità comunque era chiara: riportare
nell’alveo conservatore molti voti euroscettici.
Alle politiche
del 2015, lo UKIP è sceso all’8% - complice anche, sicuramente, il fatto che il
sistema maggioritario uninominale lo penalizza rispetto al proporzionale, con
il quale si era votato alle europee. Comunque i conservatori hanno recuperato parecchi di quei voti, hanno vinto le elezioni, e
Cameron ha iniziato il suo secondo mandato come capo del governo.
A questo punto
ha mantenuto fede al suo impegno, ha tenuto il referendum e l’ha perso.
E’ stato un
errore l’impegno assunto nella campagna elettorale 2015 ? nessuno potrà mai
affermarlo, o negarlo, con certezza. Non è possibile stabilire se, in assenza
dell’impegno al referendum, i conservatori avrebbero vinto quella
consultazione.
Ma qualunque
cosa si pensi di Cameron, trovo che sia da valutare positivamente – anche perché non esattamente
scontata per un politico – la sua coerenza.
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