venerdì 11 giugno 2021

Debito attuale e tasse future: non c’è nesso

 

“Un paese con alto debito pubblico dovrà inevitabilmente imporre ai propri cittadini tasse elevate nel futuro. Salvo che comprima le spese”.

Un’affermazione che suona, intuitivamente, di buon senso. Mentre è completamente sbagliata.

Il debito pubblico di un paese è semplicemente la somma di tutti i deficit pubblici che sono stati messi in atto in passato, esclusi quelli che sono stati monetizzati (cioè finanziati con emissione diretta di moneta). O eventualmente che sono stati oggetto di default (ma non è il caso dell’Italia, che non è mai andata in default nella sua storia di stato unitario).

Il debito pubblico non deve essere “ripagato” nel senso di portato a zero, e neanche ridotto. Casomai rifinanziato, ma questo non è un problema per uno Stato che utilizza la sua moneta.

Il deficit pubblico in moneta propria è il modo più logico e meno destabilizzante di immettere potere d’acquisto nell’economia (vedi questo post).

Inoltre, il potere d’acquisto in circolazione deve crescere di pari passo con il PIL potenziale del paese – che tende ad aumentare per effetto dei miglioramenti di produttività, dell’accumulazione di capitale, e di un minimo fisiologico e sano di inflazione. In passato anche per la crescita demografica; oggi non più però in Italia e in vari altri paesi europei.

Tutto ciò implica che sia NORMALE, per un paese, conseguire in media un rapporto deficit pubblico / PIL di qualche punto percentuale.

Non c’è quindi alcun nesso, ma proprio NESSUNO, tra debito pubblico e tasse future.

Le tasse (nel senso lato del termine: tasse, imposte, contributi, incassi del settore pubblico in genere) devono esistere, ma per una ragione completamente diversa. Il deficit pubblico medio deve essere pari a qualche punto percentuale, ma le spese del settore pubblico incidono molto di più. 30%, 40%, 50% del PIL a seconda del paese.

Se il deficit pubblico medio corretto è pari al 4% del PIL perché quella è la crescita del PIL potenziale in termini nominali, ma le spese del settore pubblico incidono per il 40%, il 36% residuo deve essere coperto da incassi del settore pubblico: quindi, tasse.

Ma l’attuale debito pubblico non ha, ripeto, NESSUNA RELAZIONE con il livello di tassazione che sarà necessario, o appropriato, imporre in futuro.

 

Nessun commento:

Posta un commento