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martedì 4 febbraio 2025

Quanto dura la caccia alle streghe

 

Giusto un mesetto fa, citando e parafrasando Voltaire, vi dicevo che, come le streghe sono scomparse quando abbiamo smesso di bruciarle, così il problema del debito pubblico scomparirà quando capiremo che è inventato.

Se questa è un’affermazione che può indurre all’ottimismo, un po’ meno lo è la considerazione che la follia della caccia alle streghe alla fine si è esaurita, ma dopo essere durata all’incirca tre secoli, dal 1450 al 1750.

En passant, osserva Alessandro Barbero che quel periodo non è ricompreso “nei secoli bui del medioevo” (che bui a suo parere non sono stati affatto, ma questa è un’altra faccenda). Sono stati i tre secoli successivi all’inizio dell’età moderna.

La follia del considerare il debito pubblico un problema, per non dire il problema fondamentale dell’economia, verrà quindi meno: sicuramente. Però non c’è da giurare che scompaia in fretta.

Però riflettendoci… anche la superstizione del debito pubblico dura da parecchio tempo. Qualcosa come tre secoli, appunto. Si può anche sperare, è lecito, che politici ed opinione pubblica siano sul punto di aprire gli occhi.

Prima o poi deve succedere. I tempi non sono prevedibili. Ma potremmo anche essere alla fine dei tre secoli di oscurità.

sabato 4 gennaio 2025

Voltaire, le streghe e il debito pubblico

 

Voltaire scrisse che le streghe hanno smesso di esistere quando abbiamo smesso di bruciarle.

Allo stesso modo, il debito pubblico cesserà di essere considerato un problema quando smetteremo di alambiccarci su come risolverlo.

Perché NON è un problema.

Per uno Stato, il rischio di insolvenza sul debito pubblico esiste, in forma più o meno accentuata, se si rinuncia a utilizzare la propria moneta, o comunque se si decide di emettere debito in moneta straniera.

Ma nessuna di queste due cose è necessaria, e nemmeno utile.

Uno Stato può emettere moneta, tramite l'eccesso di spesa pubblica rispetto alle entrate fiscali, quindi tramite il deficit pubblico.

E questa emissione corrisponde a un incremento del risparmio finanziario a disposizione del settore privato.

Non c’è necessità di emettere debito pubblico per “finanziare il deficit”.

Se viene offerta la possibilità di investire in debito pubblico, è per fornire al settore privato una forma di impiego del risparmio GENERATO dal deficit pubblico.

Il deficit pubblico prodotto tramite l’utilizzo moneta nazionale va “dosato” in modo corretto per non creare eccessi di inflazione. Ma non comporta alcun rischio di insolvenza.

La rinuncia a utilizzare la propria moneta crea invece un pericolo di default che altrimenti non esisterebbe.

La soluzione non è “ridurre il debito pubblico”. E’ tornare a utilizzare la propria moneta.

La soluzione non è bruciare le streghe. E’ capire che non esistono.