martedì 22 ottobre 2013

Debito estero italiano e saldi Target2: qualche dato e qualche riflessione


Scambiando alcuni commenti con Nicola Bernini, ci siamo trovati a disquisire di quale sia il livello del debito estero italiano e di come si sia formato.
 
Una prima riflessione: come già visto qui, l’Italia ha perso competitività dall’avvento dell’euro in poi – ma questa perdita di competitività si è tradotta in deficit commerciali di importo (in proporzione al PIL) molto inferiore rispetto a Spagna e Grecia.
 
L’Italia ha avuto (anche prima della crisi) problemi di crescita, mentre iberici ed ellenici hanno registrato una “fiammata” di sviluppo - il cui prezzo però è stato l’accumulo di massicci livelli di debito estero. Questo accumulo è stato, per quanto ci riguarda, decisamente inferiore.
 
A fine 1998 la posizione finanziaria netta dell’Italia verso l’estero era negativa per il 9% del PIL 1998 (1.070 miliardi di euro), quindi per 96 miliardi.
 
A fine 2012 eravamo saliti al 24,8% su un PIL di 1.566, quindi a 388 miliardi.
 
L’incremento è stato quindi pari a 388 meno 96 = 292, mentre le partite correnti italiane nel periodo 1999-2012 hanno registrato un deficit cumulato di 249. Le due cifre sono abbastanza vicine anche se non proprio identiche (non so se a causa di approssimazioni nelle stime, dell'effetto dei cambi sulle attività e passività in valuta o per altre ragioni).
 
Fin qui, approssimazioni a parte, tutto fila come ci si poteva aspettare: le partite correnti in deficit alimentano debito estero.
 
C’è però un altro elemento: una parte dell’indebitamento con l’estero è costituita dagli ormai famosi saldi Target2. Su che cosa siano esattamente ci sarebbe da scrivere un articolo apposito (anzi lo scriverò, pazientate un attimo…) comunque in buona sostanza si tratta di debiti che la Banca d’Italia ha nei confronti della Banca Centrale Europea, dovuti al fatto che residenti italiani hanno trasferito fondi presso istituti situati in altri paesi dell’Eurozona. La nazione che ha i maggiori saldi attivi per quanto riguarda i Target2 è (l’avevate indovinato…) la Germania: nel loro caso sono crediti della Bundesbank verso la BCE.
 
Nicola citava una spiegazione che si legge abbastanza di frequente, in merito al fatto che i saldi Target2 si sono molto accresciuti soprattutto dal 2010 in poi: le distorsioni causate dall’euro hanno “danneggiato la bilancia commerciale (dei paesi del Sud) portandola strutturalmente in passivo, che è stato colmato dapprima da credito che arrivava da banche estere (che finanziavano export delle nazioni relative) poi da Target2.”
 
Ovvero, da un certo punto in poi i deficit commerciali non sono stati più finanziati dal mercato finanziario, e i Target2 sono subentrati a svolgere quella funzione.
 
Ho però il dubbio che non sia così, e i motivi sono i seguenti.
 
Uno, i Target2 hanno avuto il massimo della loro crescita nel primo semestre del 2012, quando i deficit commerciali del Sud Europa stavano invece rallentando moltissimo (“grazie” all’austerità e al crollo della domanda interna).
 
Due, dopo un massimo raggiunto nell’agosto del 2012, in corrispondenza del “whatever it takes” di Draghi i Target2 hanno invece cominciato a scendere.
 

 
Saldi Target2 in mld
 
Ago 2012
Dic 2012
Ago 2013
Germania
 
751
656
574
Paesi Bassi
125
121
60
Finlandia
 
62
61
27
Belgio
 
-36
-38
-15
Austria
 
-43
-38
-41
Lussemburgo
117
106
105
Centro
 
976
868
710
Francia
 
-5
-74
-50
Slovacchia
1
1
1
Estonia
 
1
2
1
Malta
 
-1
 
 
Paesi intermedi
-4
-71
-48
Spagna
 
-434
-337
-282
Italia
 
-289
-255
-234
Grecia
 
-108
-98
-54
Portogallo
 
-72
-66
-64
Irlanda
 
-96
-79
-40
Cipro
 
-10
-7
-7
Slovenia
 
-6
-4
-4
Periferia
 
-1.015
-846
-685
Totale Eurozona
-43
-49
-23

 
Tutto questo mi fa pensare che i Target2 non siano stati un canale di finanziamento dei deficit commerciali (se non marginalmente) bensì il riscontro contabile di trasferimenti di attività finanziarie, motivati dal timore che l’euro si “spaccasse” e che un deposito presso una banca tedesca si rivalutasse rispetto a uno presso una banca italiana, spagnola o greca.
 
Timore parzialmente rientrato (a torto o a ragione si vedrà) dopo l’agosto del 2012.
 
In pratica, i Target2 sono il riflesso di operazioni di speculazione o di copertura del rischio di break-up dell’euro. Con il finanziamento dei deficit commerciali, hanno poco o nulla a che vedere.
 
C’è comunque ancora da riflettere e lavorare sulla cosa… ogni contributo / suggerimento / riflessione è gradito.

8 commenti:

  1. Le tue perplessità sulla lettura corrente dei saldi Target2 mi paiono fondatissime.

    Bisognerebbe incominciare con il dire che le passività della Banca d'Italia verso la BCE non sono debiti (così come le attività della Bundesbank non sono crediti).

    Non sono debiti sia nel senso che non sono capitali che devono essere restituiti e sia nel senso che non sono capitali che devono necessariamente rientrare.

    E non sono debiti della Banca d'Italia considerata isolatamente ma passività che la Banca d'Italia iscrive nel suo bilancio come parte del Sistema Europeo di Banche Centrali.

    Purtroppo mi pare che Sinn abbia creato una confusione totale sui Target2, sebbene il loro funzionamento sia stato descritto molto bene, anche dalla Bundesbank, e troppi gli sono andati dietro... anche in Italia. :)

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    1. Non vorrei sembrare benpensante a oltranza, ma a mio parere Sinn (e anche parecchi altri) hanno creato confusione non per malafede ma perché il meccanismo non l'hanno capito neanche loro ! come scrivevo sopra, comunque, in uno dei prossimi articoli intendo entrare nei dettagli, per vedere se riesco a rendere le cose chiare (in primo luogo a me stesso...)

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  2. Caro Cattaneo, nel mio miserando blog, nei giorni 4, 11 e 13 settembre ho detto la mia in tema di TARGET 2, con la consapevolezza di essere un
    ignorantone. Attendo con interesse i suoi prossimi articoli con la speranza che
    facciano un po' di luce sull'argomento. GFC

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    1. Grazie dei link - anch'io punto al suo obiettivo, essere in grado di spiegare la faccenda alla zia (mia, sua, di tutti). E devo dire che molti articoli tecnici partono dicendo qualcosa tipo "è semplicissimo..." e poi vanno avanti per qualche decina di pagine... Ne parliamo presto.

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  3. quindi se non ho capito male, quando in italia il debito target2 cala di 55 miliardi in un anno, non vuol dire che i tedeschi han comprato le nostre merci per un valore di 55 miliardi ma che la filiale italiana della deutsche bank ha fatto ritornare 55 miliardi di capitale in germania in quanto in italia non è momento di investire..
    giusto?

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    1. No, al contrario: casomai sono RIENTRATI in Italia 55 miliardi, usciti in precedenza per il timore che si arrivasse al breakup dell'euro.

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    2. non mi torna qualcosa.. mi sa che non ho capito il grafico dei saldi target2 allora..

      se prendiamo il grafico solo dell'italia, vediamo che fino al 2011 la linea scende in picchiata e che dopo il 2011 dopo la cura monti risale.
      giusto?

      questo vuol dire che prima del 2011 i capitali giungevano in italia e che dopo il 2011 sono tornati indietro?

      grazie per l'aiuto

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    3. Fino all'agosto 2012 i saldi italiani per Target2 diventavano sempre più passivi. Questo era dovuto in parte a deficit commerciali che non venivano più finanziati dal settore creditizio privato e in parte a fuoriuscite di capitali per timori di rottura dell'Eurozona. Dopo il "whatever it takes" di Draghi, la tendenza si è invertita.

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