giovedì 1 novembre 2018

La stagnazione del PIL


La stima preliminare del PIL italiano per il terzo trimestre 2018 è di crescita zero: la previsione era invece del +0,2%. Naturalmente i commentatori antigovernativi hanno colto la balla al balzo per imputare il dato al nuovo esecutivo. Fa parte della normale dialettica (e della normale polemica) politica. Però è importante mettere in evidenza quanto segue:

PRIMO, tutta l’Eurozona ha fatto segnare risultati deludenti. L’Italia ha sottoperformato di due decimi di punto rispetto alle previsioni, l’Eurozona nel suo complesso anche: 0,2% contro 0,4%. Certo, l’Italia continua a viaggiare più lentamente. Ma non in misura superiore a prima.

SECONDO. il governo è in carica da giugno 2018 e a tutt’oggi non ha ancora messo in atto significative azioni di politica economica, con l’unica eccezione del “decreto dignità”. Il varo della legge di bilancio 2019 è in corso in queste settimane. Sui risultati del periodo luglio-settembre 2018, la responsabilità evidentemente non è del governo oggi in carica.

TERZO, da maggio in poi è salito lo spread BTP – Bund. E’ difficile stabilire se questo di per sé abbia avuto un peso rilevante. Qualcuno ricorda che nell’aprile 2011 l’economia italiana entrò in recessione in corrispondenza con l’aumento dello spread: ma appunto in conseguenza di quell’aumento fu messa in atto dal governo Berlusconi una prima manovra di austerità (la seconda avvenne poi a settembre, la terza a fine anno dopo l’insediamento di Monti). Non servì a nulla perché lo spread continuò a salire, mentre fin da subito si constatarono pesanti danni su domanda, produzione e occupazione. Dovuti sicuramente all’austerità, mentre non è affatto chiaro che ci sia stato un influsso diretto dello spread.

QUATTRO, lo spread che sale è, evidentemente, una conseguenza delle disfunzioni dell’Eurozona: in paesi che emettono la propria moneta, l’indebolimento del contesto economico tende a far scendere i tassi, non viceversa. Sarebbe folle prendere lo spread a pretesto per rendere meno espansiva la manovra economica programmata per il 2019. Casomai, ci sono ancora maggiori motivi per ritenere che la legge di bilancio 2019 sia troppo poco espansiva.

QUINTO, così come a primavera 2011 la BCE prese inopportunamente la decisione di incrementare i tassi, allo stesso modo oggi appare molto dubbia (a dir poco) la scelta di azzerare il programma di Quantitative Easing da fine 2018 in poi. I problemi dell’Italia (soprattutto) e dell’Eurozona nel suo complesso sono sempre gli stessi: sottostima dell’output gap, e ossessione per rischi inflazionistici che in realtà non esistono. E’ vero che in queste condizioni serve espansione fiscale, mentre la politica monetaria è in grado di fare poco: ma rivolgere questo “poco” in direzione restrittiva mentre tutto rallenta è comunque, senz’altro, un errore. UE e BCE continuano ad agire in modo prociclico, peggiorando gli effetti già di per sé perniciosi di un sistema disfunzionale.

SESTO ED ESTREMAMENTE IMPORTANTE: che cosa aspetta il Governo a lanciare il progetto CCF / Moneta Fiscale ? altre soluzioni sospetto fortemente che non ne esistano, e comunque non se ne vede nessuna all’orizzonte.

Il problema della legge di bilancio 2019 è che in ogni caso, nel contesto attuale, è troppo timida. Questo può essere imputato al governo: di aver sollevato un contenzioso con la UE non per ottenere qualcosa di risolutivo, bensì qualcosa di comunque insufficiente.

Una forte spinta a domanda interna e competitività, unitamente al progressivo declino del Maastricht Debt (in rapporto al PIL): i CCF consentono di ottenere questi risultati. Ed è, assolutamente, il minimo necessario per risolvere i problemi dell’economia italiana.


23 commenti:

  1. Mi perdoni l'insistenza: sul sesto punto avrei già dato la mia spiegazione nel suo post del 20.10.2018.
    A meno di sorprese da qui' alla fine dell'anno, mi sto sempre più convincendo che a questo governo manca il coraggio di fare un 'blitz'.

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    1. Dico solo che: spero che lei si sbagli; e che continuerò a fare tutto, ma proprio tutto quello che mi è possibile perché le cose vadano diversamente.

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    2. Quello che io non riesco a capire è: ma di cosa ha paura il governo? Dell'Ue, dei mercati finanziari? O dei poteri economici in Italia (banche ecc)? Ma a questo punto dovrei supporre che i due partiti di gov siano in qualche modo legati a questi interessi (sia esterni che interni).. altrimenti non vedo spiegazioni.. posso capire la paura di fare un italexit totale, non la paura di introdurre ccf cct e fare una banca e un circuito pubblico.. a meno che non temano che questo comporti poi l'italexit per reazione avversa come detto dall'interlocutore sopra..

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    3. Dubbi legittimi. Non ho risposte certe. Teniamo conto che tutte le innovazioni incontrano resistenze, anche semplicemente (quand'anche non ci fossero altre ragioni, quali quelle che ipotizza lei) perché tali sono (innovazioni appunto…). Vedi il post del 3.7.2018...

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    4. Se è vero come ha spesso ricordato qualche celebre economista che "l'euro non è solo una moneta ma anche un metodo di governo", cioè dominio, allora personalmente riesco a trovare solo in questo una spiegazione dell'inerzia di governo all'introduzione dei CCF: se si dimostrasse che un paese membro può beneficiare di uno strumento diverso dalla moneta unica sarebbe gravissimo per la credibilità dell'euro e questo né l'UE né tantomeno i mercati se lo possono permettere; non si spiegherebbe per esempio perché la Grecia ormai da anni già ridotta ad un 'peso morto' non la si sia voluta a suo tempo fare uscire e non lo si voglia assolutamente fare ancora oggi.
      Non vorrei essere frainteso perché spero molto anch'io di sbagliarmi, ma fin'ora da qualsiasi punto cerco di vedere la cosa riesco solo a vedere che l'introduzione anche solo di uno strumento diverso per questo motivo avrebbe lo stesso effetto dell'italexit e innescherebbe un'instabilità mondiale un po' più grande dei consueti battibecchi dentro l'UE: chi se la sente di assumersi la responsabilità di questo?

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    5. Beh questo blog ha ampiamente argomentato che la Moneta Fiscale stabilizza il sistema, non viceversa. Menziono il post del 16.10.2018 giusto perché è il più recente sul tema. L'instabilità c'è oggi, non verrebbe creata introducendo i CCF: al contrario.

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    6. Il governo non dispone ancora di un sufficiente potere politico, istituzionale e mediatico. La Moneta fiscale è già stata considerata nuovo debito dalla Banca d'Italia (ci sono dichiarazioni esplicite in tal senso), questo basterebbe al PDR per bloccarne il decreto di attuazione, e basterebbe al sistema Mediatico per gridare all'uscita dall'euro. Come minimo bisognerà resistere fino alle europee, ma è anche probabile che occorrerà attendere fino al 2022 quando scadrà il mandato del PDR.

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    7. La Banca d'Italia ha espresso un'opinione (sbagliata) ma i CCF NON RIENTRANO nella sua area di competenza (come del resto ha riconosciuto la BCE). E il Presidente della Repubblica non avrebbe alcuna possibilità di bloccarne l'attuazione. Vedi il post del 15.12.2017.

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    8. Considerato che forse il Governo sta aspettando un evento strardinario per avviare il progetto moneta complementare, l'occasione potrebbe essere rappresentata dall'emergenza maltempo, per indirizzare un ingente piano di lavori necessari a risanare l'assetto idro-geologico del Paese...
      A.

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    9. Oh, motivazioni se ne trovano a secchiate. Non è lì il problema: i punti chiave sono chiarezza di idee e determinazione.

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  2. Ma non e' che lo Stato si trova sovraindebitato perche' ha dato interessi troppo elevati, o era normale dare interessi al 12% ?
    Luca il PATRIOTA

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    1. Gli interessi a due cifre in Italia si sono avuti quando negli anni Settanta era a due cifre anche l'inflazione - e quindi non c'è stato un grosso incremento del rapporto debito / PIL; e quando, dopo l'ingresso nello SME, si cercava (senza poi riuscirsi) di mantenere il cambio fisso con la Germania. Alti interessi reali si sono avuti solo in quest'ultimo periodo, e non era necessario subirli: bastava lasciar fluttuare liberamente il cambio.

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  3. Perche' i neri non hanno mai vinto un Nobel per materie scientifiche ? Lo hanno vinto per la Pace ma mai per materie scientifiche, e' possibile abbiano deficit cognitivi, mediamente sembra di si, come sembra anche che fisicamente abbiano qualcosa in piu' !?
    Luca il PATRIOTA

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    1. Beh credo che abbiano anche avuto meno facoltà di accesso alle istituzioni di ricerca più qualificate...

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  4. Conosce Adriano Sturli ? E' il triestino che ha scoperto il gruppo sanguigno AB il piu' raro, insieme a von Decastello, Karl Landsteiner e Richard Lewisonh sono coloro che hanno permesso trasfusioni sanguigne sicure e salvato 1 miliardo e 94 milioni di persone ??? !!!
    Luca il PATRIOTA

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  5. E' probabile che in caso di guerra nucleare negli anni 1940-50 con una popolazione di 2,5 miliardi di persone si sarebbe arrivati all'estinzione perche' l'agricoltura produceva almeno la meta' di quanto le tecniche di produzione agricola non producano oggi e ci sarebbe stato un cambiamento climatico che avrebbe distrutto l'agricoltura stessa con miliardi di morti per fame, malattie, acqua non piu' potabile ecc. ecc. per fortuna non c'e' stata alcuna guerra nucleare, altrimenti l'umanita' sarebbe estinta, forse oggi sarebbe diverso visto che siamo piu' di 7 miliardi sul pianeta !!??
    Luca il PATRIOTA

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    1. Ma sono anche molto più potenti le armi...

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    2. Il mio riferimento al presente era a una potenziale guerra regionale tra India e Pakistan, non a una guerra tra USA e Russia, che e' alquanto improbabile.
      Luca il PATRIOTA

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  6. Ma è vero o no che le tasse NON finanziano la spesa pubblica? Se si va a vedere sono 700 e passa mld mentre la spesa pubblica è 800 e passa.. quindi verrebbe da dire che in grossa parte in realtà la finanziano. O no ? (Poi lo so che c'è il deficit e che si può finanziare con moneta)

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    1. Il post dell'1.1.2018 dovrebbe chiarire il punto (almeno queste erano le intenzioni :) ).

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    2. Ho letto e mi dica se ora ho compreso bene: in realtà lo Stato (che ovviamente crea la moneta) tassa per controllare inflazione e imporre sua moneta.. non potendo lasciarci in mano tutta la massa monetaria a causa dell'inflazione ce ne sottrae un tot per evitarla.. ma il fatto di guadagnare soldi e averli in mano ci fa in qualche modo credere che lo Stato usi soldi nostri (li guadagniamo, ma sono creati dallo Stato) per finanziare servizi e persone.. in realtà lo Stato finanzia tutto lui e tramite il deficit (differenza tra spesa Stato e tasse) lascia nel settore privato un tot per far crescere l'economia reale. Ho afferrato ?

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    3. Sostanzialmente sì, solo un'osservazione - lo Stato non "finanzia tutto lui": lo Stato canalizza una parte delle risorse economiche prodotte dalla popolazione verso determinate finalità, anche a scopi redistributivi. Il deficit è l'emissione netta di potere d'acquisto coerente con la crescita dell'economia e con un po' d'inflazione, ma se su un PIL di 100 incasso 40 e spendo 43 è perché voglio redistribuire reddito e voglio che determinati servizi siano prodotti ed erogati dal settore pubblico. Altrimenti a parità di deficit incassi e spese potrebbero essere molto inferiori.

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