martedì 28 dicembre 2021

L’economista eurista non conosce la partita doppia

 

L’ho notato già altre volte. Più sfondoni macroeconomici prendi, più hai possibilità di far carriera nel magico mondo delle istituzioni eurozoniche.

Qui abbiamo un articolo di Ignazio Angeloni, non proprio un quisque de populo dato che è un membro del supervisory board della BCE.

La tesi dell’articolo di per sé è straordinariamente strampalata. Dato che, dice il nostro Ignazio, lo stato di salute delle banche sembra, nonostante la pandemia, tutto sommato decente; e dato che è così perché il settore pubblico ha fornito ampi sostegni; occorre affrettarsi a rimuoverli (i sostegni) perché altrimenti dopo “sarebbe troppo tardi”.

Come dire, ti hanno ingessato un piede però riesci bene o male a camminare perché ti hanno dato una stampella. “Quindi” butta via la stampella ADESSO, perché se no quando ti toglieranno il gesso…

Se no, cosa ?

Mi pare opportuno, comunque, mettere in evidenza un passaggio dell’articolo che rispetto al resto potrebbe passare inosservato. La seguente frase: “finanziare il credito aggiuntivo non è stato un problema, per i massicci interventi della BCE e per il fatto che famiglie e imprese, non potendo spendere, hanno versato i loro soldi in banca”.

Le parole in corsivo (corsivo mio) costituiscono lo stesso tipo di castroneria che ho segnalato parecchie volte, analizzando dichiarazioni di politici e giornalisti. I quali politici e giornalisti quantomeno hanno l’attenuante di non essere economisti di professione.

Angeloni invece lo è. E tuttavia non si rende conto di una cosa.

Certo, durante i lockdown sono stati stanziati sostegni e, in generale, incrementi di deficit pubblico. Certo, famiglie e imprese in buona parte li hanno risparmiati, essendo impossibilitati a spendere a livelli normali.

Ma se ne avessero spesi una maggior quota, i soldi “versati in banca”, ovvero i depositi presso il sistema bancario, non sarebbero diminuiti neanche di un centesimo.

Perché ? ma per l’elementare ragione che quando spendo, trasferisco soldi dal mio conto corrente al conto del beneficiario della spesa. Scende il mio conto ma sale quello di chi mi ha venduto un mobile, un’azione, una cena al ristorante – qualsiasi cosa.

I “soldi versati” nelle banche italiane sarebbero invece diminuiti (rispetto alla situazione attuale) se le famiglie e le aziende che hanno ricevuto i sostegni li avessero usati per incrementare i loro acquisti netti di beni, servizi o attività finanziarie estere.

Altrimenti detto, Angeloni avrebbe dovuto scrivere “finanziare il credito aggiuntivo non è stato un problema, per i massicci interventi della BCE e per il fatto che non si sono verificati peggioramenti della bilancia dei pagamenti italiana”.

A qualcuno sembrerà una pignoleria. Ma che un membro del supervisory board della BCE commetta un elementare errore di partita doppia, a me preoccupa.

Molto.

 

6 commenti:

  1. Nicola di Cesare: Mettere degli incapaci nei posti chiave non è un errore ma una precisa scelta strategica da parte di chi vuole avere mani libere.

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  2. Angeloni non scherza qui, fa sul serio: "Il Fondo che svolge questa funzione in Italia si è depauperato negli ultimi anni, sostenendo il capitale di alcune banche in difficoltà; un investimento che non ha ripagato"

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    1. "Il Fondo" sarebbe il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, che è del tutto insufficiente nel caso di una crisi che coinvolga istituti di dimensioni appena rilevanti.

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  3. certo, ma è singolare il richiamo quasi di "rimprovero" all'uso del fondo per soluzioni di crisi e l'accostamento all'"investimento".

    Proprio lui poi.

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