Chiacchierando su Facebook con Paolo Cardenà, mi trovo in sintonia con le sue opinioni in merito ai livelli della borsa USA.
Il consensus tra noi due si può riassumere, a mio parere, come segue:
UNO, c’è una sopravvalutazione.
DUE, facendo riferimento alla “costante di Siegel” misurata come differenza media storica tra rendimenti del mercato azionario e inflazione, la sopravvalutazione può essere stimata nel 40-50% circa.
TRE, non è una sopravvalutazione esasperata quanto la bolla del 2000, che può essere tranquillamente valutata intorno al 100%. Peraltro quello è stato il peggior episodio di overpricing, quantomeno degli ultimi cent’anni o giù di lì.
QUATTRO, una correzione anche significativa è possibile se i tassi d’interesse saliranno. Eventualità però, sottolineo io, non scontata in quanto anche chi teme che l’inflazione sia persistente comincia a capire che alzare i tassi per contrastarla rischia di essere inefficace. Soprattutto perché la salita dei prezzi è un fenomeno in parte significativa dovuto a strozzature di offerta: e alzare i tassi non fa magicamente comparire capacità produttiva di semiconduttori, componenti, materie prime, trasporti eccetera.
CINQUE,
interessante osservazione di Paolo: i tassi reali potrebbero salire, anche se i
tassi nominali non venissero aumentati, proprio se e in quanto l’inflazione si
modera. E questo potrebbe non far bene ai valori azionari. Controintuitivo, ma
plausibile: oggi la spinta a mettere soldi sul mercato azionario, nonostante le
elevate valutazioni, deriva molto dal fatto che la liquidità rende zero in
termini nominali e perde valore in termini reali. Se l’inflazione scende, la “pena”
di tenere soldi liquidi diventa un po’ meno acuta, e l’incentivo a investire
sull’azionario, quindi, potrebbe diminuire.
Luigi Secchi: Mi sembrano tutte osservazioni super assennate (a mio modesto parere, meglio usare macroeconomia leading e stagionalità per fare timing sulla borsa; intendo invece di tentare di prevedere i tassi). PERO', c'è una piccola bolla immobiliare in USA, le valutazioni della borsa sono appunto alte; ergo, se la Fed fosse razionale dovrebbe alzare leggermente i tassi (anche in modo graduale per dare un segnale).
RispondiEliminaPenso che lo farà, anche se non sono molto convinto che sia effettivamente utile.
EliminaUtile per ridurre l'inflazione, intendo. Essendo dovuta a strozzature d'offerta, scenderà via via che si risolvono quelle.
EliminaSenza necessità di alzare i tassi, che oggi potrebbe indebolire l'economia senza fare un granché di concreto per l'inflazione.
Eliminacerto che continuando a dirlo ... prima o poi succederà...
RispondiEliminaPrima o poi sicuro. Magari il mese prossimo, magari tra cinque anni...
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