martedì 14 dicembre 2021

Un chiarimento sui Conti di Risparmio

 

Nell’ambito del pacchetto di disegni di legge attualmente sotto esame da parte della Commissione Finanze del Senato, oltre a vari provvedimenti che costituiscono applicazioni della Moneta Fiscale, c’è anche la proposta di introdurre Conti di Risparmio gestiti dal MEF.

I Conti di Risparmio (CdR) sono a volte anche denominati Moneta Elettronica del Tesoro. In pratica si tratta di offrire la possibilità di aprire conti correnti a vista presso il MEF, senza scadenza.

Il titolare potrebbe in qualsiasi momento chiedere il rimborso del suo CdR in euro, come farebbe con un normale deposito bancario. Ma sarebbe anche possibile utilizzare i CdR per effettuare pagamenti nei confronti di altri soggetti, purché la controparte sia disponibile ad accettarli. A tutti gli effetti pratici, l’idea è di creare conti correnti simili a quelli bancari, ma presso il MEF e non presso una banca.

I CdR sarebbero, senza alcun dubbio, debito pubblico, perché si tratterebbe di una passività dello Stato di cui può essere richiesto il rimborso in euro. Costituirebbero in effetti un canale diretto di finanziamento della spesa pubblica. Per esempio, un dipendente statale potrebbe essere assunto con l’accordo che lo stipendio gli venga pagato in CdR. Idem per un’integrazione pensionistica, un sussidio, eccetera.

Inoltre può essere concessa, ai possessori di titoli di Stato, la facoltà di convertirli in CdR. L’idea è fare meno affidamento sui BTP – strumento  d’eccellenza per il trading speculativo, condizionato dalle oscillazioni dello spread – e più su una forma di canalizzazione del risparmio privato al dettaglio, tendenzialmente stabile.

Fin qui tutto OK. L’equivoco che vorrei chiarire, tuttavia, è il seguente. Alcuni dei proponenti apparentemente sono convinti che i CdR consentirebbero allo Stato di accedere a risorse finanziarie supplementari. Come ? offrendo CdR a risparmiatori non contro conversione di titoli di Stato in circolazione, ma fronte di euro.

In pratica si tratterebbe di dire al titolare di un normale conto corrente bancario: preleva 1.000, 10.000, 100.000 euro dalla tua banca e depositali presso il MEF, sotto forma, appunto, di CdR.

Si può fare, ma in questo modo si aumenta automaticamente il debito pubblico – perché i CdR sono debito. E se gli euro raccolti vengono spesi, aumenta anche il deficit.

Non ci sono quindi soldi in più da spendere, a meno che non vengano modificati i limiti di deficit e di debito. Ma qui il tema è la revisione del Patto di Stabilità e Crescita, non l’emissione di CdR.

E per la revisione del PSC, sapete come la penso. La via da percorrere è la Moneta Fiscale.

2 commenti:

  1. Ennio Caruccio: sarà contento Cochrane.

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    1. Lui è l'autore della proposta originaria, ma gli USA sono un paese a moneta sovrana, non sono il manicomio dell'Eurozona.

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