venerdì 20 maggio 2022

Deficit, moneta, debito e inflazione

 

Se ascoltate un qualunque economista euroausterico in merito al tema “modalità di finanziamento del deficit pubblico”, a un certo punto gli sentirete dire che non si può monetizzare il deficit perché ne seguirebbero devastanti effetti inflazionistici.

Quindi il deficit deve essere finanziato da emissione di debito pubblico, che però “impoverisce il paese” perché deve essere rimborsato e quindi “grava sulle spalle dei nostri figli”.

Insomma, con il deficit si rischiano o l’inflazione incontrollata o l’impoverimento delle future generazioni. 

Un cumulo impressionante di sfondoni logici in sole due frasi.

Quando lo Stato spende, immette moneta nel sistema economico. La quale moneta passa di mano in mano, ma rimane SEMPRE E COMUNQUE in tasca a qualcuno.

Il che significa che incrementa il RISPARMIO PRIVATO.

L’effetto inflazionistico del debito pubblico, se ce n’è uno, non deriva da come il deficit viene “finanziato”. Nasce dall’eventualità che l’immissione di potere d’acquisto nell’economia (prodotta dal deficit pubblico) spinga la domanda di beni e servizi reali al di sopra della capacità del sistema di produrli.

Ma non c’è inflazione se si rimette in modo capacità produttiva inutilizzata. E neanche c’è inflazione se si crea nuova capacità, per esempio incrementando gli investimenti in beni produttivi.

La moneta inoltre, come detto sopra, rimane in tasca a qualcuno, e aumenta il risparmio privato.

Il che mostra che non c’è affatto bisogno di emettere titoli di debito per “finanziare il deficit”. L’emissione di titoli di Stato è un’opportunità che viene offerta al settore privato per impiegare il maggiore risparmio che il deficit AUTOMATICAMENTE PRODUCE.

E siccome l’emissione di debito è un evento possibile ma non indispensabile, e comunque successivo / indipendente, diventa chiaro che è IRRILEVANTE riguardo alla generazione, o non generazione, di maggiore inflazione.

Quanto all’”impoverimento dei figli indebitati”, beh è ancora più semplice capire lo sfondone logico, tecnico e concettuale. A ogni centesimo di maggior debito dello Stato corrisponde un centesimo di maggior credito del settore privato.

Il “povero bambino che nasce con cinquantamila euro di debito sulle spalle” è una suggestiva figura mediatica. Forse, probabilmente, molto utile per propagandare le tesi euroausteriche.

Ma è una COLOSSALE SCEMENZA.

2 commenti:

  1. Gabriele Ascione: Quando la moneta circolante era essenzialmente moneta metallica, si ponevano degli ostacoli e dei costi oggettivi al conio di nuova moneta, a partire dalla disponibilità stessa del metallo (specie oro ed argento).
    Per il signore, entrare in possesso attraverso le tasse di una parte della moneta prima di fare spesa, poteva essere una esigenza oggettiva.
    E' possibile che da questa circostanza storica derivino alcuni dei persistenti pregiudizi sulla reale funzione e rapporto tra tasse, spesa pubblica e gestione della moneta?

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    1. Possibile. E' chiaro che se la moneta è convertibile in un bene fisico, di quel bene lo Stato si deve appropriare, prima di emetterla, o assicurarsi comunque di disporne a copertura. Ma non funziona più così da mezzo secolo abbondante...

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