mercoledì 4 maggio 2022

Mario Draghi, il superbonus 110% e la Moneta Fiscale

 

Ieri Draghi è ritornato sul tema del Superbonus 110% ed è quindi opportuno qualche commento su quello che NON ha detto e su quello che invece HA affermato.

NON è tornato a parlare di "frodi", e bene ha fatto: ha evitato così di ripetere la figuraccia fatta a febbraio, in tandem con Franco, quando i due avevano attribuito al superbonus 110% problemi che erano invece insorti su ALTRI crediti fiscali edilizi.

A livello di media e di opinione pubblica qualcuno non l’ha ancora capito, ma il superbonus 110% è proprio, tra le varie tipologie di incentivi legati all’edilizia, quello che NON ha prodotto significativi fenomeni fraudolenti (al contrario, per esempio, del bonus facciate).

Draghi ha invece dichiarato, tra le altre cose, che “il nostro governo è nato come governo ecologico ma non siamo d’accordo su tutto, sul bonus del 110% non lo siamo, perché il costo di efficientamento è più che triplicato e il prezzo degli investimenti per attuare le ristrutturazioni è triplicato, perché toglie la trattativa sul prezzo”.

In pratica Draghi afferma che siccome il valore dei crediti fiscali messi a disposizione di chi effettua le ristrutturazioni è superiore al valore delle ristrutturazioni stesse, viene meno l’incentivo del committente a negoziare al meglio i prezzi: se lo Stato di fatto paga tutto e di più, che senso ha perdere tempo a trattare ?

Non sono sicuro che sia così, in quanto tra costi di perizia, di asseverazione, di sconto finanziario per cedere il credito ecc., il beneficio lordo del 110% scende non di poco (probabilmente sotto il 100%).

Attenzione però: un eccesso di incentivo sicuramente può produrre effetti distorsivi e risultare alla fine controproducente. Ma questa è una legittima critica all’attuale formulazione del superbonus, non al concetto in sé, né tantomeno all’idea, molto più ampia, della Moneta Fiscale.

Può essere che il superbonus sia da applicare con aliquote più basse e/o con dei limiti d’importo, ma nel frattempo ha dimostrato la valenza e l’efficacia della Moneta Fiscale. Nessuna ragione quindi (anzi) per non estenderne l’utilizzo a tutta una serie di altre possibili applicazioni.

Il ventaglio è amplissimo, anzi in pratica corrisponde a tutte le possibili azioni di politica economica: riduzione IVA e accise, abbassamento del cuneo fiscale, sostegni alle classi disagiate, incentivi a investimenti in tecnologia e ricerca, assunzioni nel pubblico impiego. Eccetera, eccetera.

La potenza della Moneta Fiscale è dimostrata al di là di ogni ragionevole dubbio. La Moneta Fiscale prenderà sempre più piede, con un campo di azione sempre più ampio. È la chiave per risolvere le spaventose disfunzioni dell’eurozona.

Non l’insufficiente, macchinoso, molti sospettano vessatorio Recovery Fund / PNRR.

Non l’impossibile revisione dei trattati, per la quale non esiste consenso.

Non fantasiosi veicoli per mettere fuori bilancio BCE quote di debito pubblico.

La Moneta Fiscale.

 

3 commenti:

  1. Angelo Pezzi: Il “problema” per Draghi e company, è proprio questo, è un modo efficace per non prendere soldi a prestito dall’Ue o dai mercati (e ne è consapevole)! Inutile che inventi scuse inesistenti…

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    1. Sospetto legittimo e condiviso da molti. Ma ritengo utile commentare le parole esatte di Draghi e aver chiaro che cosa ha detto, e che cosa non ha detto.

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  2. Purtroppo ha perso un'occasione per stare zitto.!!!

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