mercoledì 1 febbraio 2023

L’alternanza scuola-lavoro

 

Ogni tanto si riparla dell’alternanza scuola-lavoro, cioè del provvedimento normativo in base al quale i ragazzi, agli ultimi anni delle scuole superiori, devono passare un paio di settimane a svolgere un qualche tipo di attività presso un’azienda.

Quello che però forse sfugge è l’origine di questa innovazione. Si tratta, in effetti, di un grosso (ma non certo unico) esempio di ipocrisia.

Le deliranti politiche di austerità “prescritte” dalla UE e attuate in Italia soprattutto dei governi Monti e Letta hanno prodotto, tra i loro vari effetti nocivi, un forte incremento della disoccupazione giovanile.

Non solo di quella, in realtà. Trovare un lavoro, e trovarlo a condizioni stabili e dignitose, è diventato molto più difficile per i giovani, per i meno giovani e per i non più giovani. In sintesi, per tutti.

Ma la disoccupazione e la precarizzazione delle nuove leve hanno attirato l’attenzione dell’opinione pubblica in modo particolarmente significativo.

Poteva, l’establishment, ammettere che questa era la conseguenza delle “politiche di risanamento” e delle “riforme strutturali”, nomi con i quali viene chiamata l’euroausterità ?

Certo che no, ovviamente non poteva. DOVEVA esserci un’altra ragione. Eccola presto identificata: i giovani non trovano lavoro non perché la domanda interna è massacrata da tagli e tasse. I giovani non trovano lavoro perché “la scuola trascura le competenze e la formazione necessarie per inserirsi nel mondo del lavoro moderno”.

Soluzione ? prendere i diciottenni e far passare loro una decina di giorni in qualche organizzazione aziendale, a fare fotocopie (ma si fanno ancora le fotocopie ?) o a riordinare gli scatoloni negli scantinati.

Si capisce benissimo che ne nasce un contributo determinante a elevare gli skills necessari a muoversi nell’odierno mondo del lavoro infotelematicodigitalvirtuale.

Tutto questo è in perfetto stile euroausterico: creare un problema, rifiutare di riconoscerne le cause, e attivare interventi che non lo risolvono.

1 commento:

  1. Luca Pieroni: beh certo .. i 10 gg piu' inutili del mondo ma formalmente a posto ... anche perche' nelle scuole non c'e' una "direzione" in grado di discernere cosa fare e dove mandare i giovani quindi oltre a tempo buttato non si ottiene... sarebbe stato piu' utile un ciclo di lezioni organizzato in tutto l'anno con manager, artigiani, etc che spiegassero coordinati da qualcun di competente. Sono anche convinto che non sarebbe costato molto o che poteva essere sponsorizzato da privati ... del resto il fatto che la scuola "non sia un ufficio di collocamento ma un processo di formazione culturale" e' un pensiero troppo alto perche' possa passare per gli eventuali neuroni dei politici di ogni latitudine ... Solo la formazione culturale permette di capire cosa si sa fare e dove e' opportun cercare con senso critico ... per quanto riguarda il lavoro basterebbe sostenere le aziende di ogni ordine e grado e la domanda ... vedi che il lavoro lo trovano ...

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