lunedì 1 aprile 2013

Certificati di Credito Fiscale: smettiamo di preoccuparci di “che cosa diranno i tedeschi”

Non sono certo io il difensore d’ufficio (ne è rimasto qualcuno in circolazione ?) delle politiche di “salvataggio” e “riassetto” dell’unione monetaria europea imposte da Berlino per il tramite di Bruxelles e Francoforte.

Se volete mettermi di cattivo umore, segnalatemi l’ultima dichiarazione di Wolfgang Schaeuble o di Jens Weidmann. La dirigenza politica tedesca si è rivelata, nella gestione di questa crisi, dogmatica, farisaica, esclusivamente attenta a interessi elettorali di brevissimo termine, ipocrita nell’affermare che si sta “lavorando per una stabile e prospera unione economica, e in prospettiva politica, europea”.

Tuttavia una cosa è giusto dirla. La Germania ha osteggiato alcune soluzioni e ne ha imposte altre. L’ha sempre fatto con un atteggiamento notevolmente egoistico. Però ha sempre avuto una ragione concreta che non dico giustificava, ma quantomeno spiegava ogni sua presa di posizione.
 
Contraria agli eurobond per non condividere il debito altrui.

Contraria a politiche espansive della Banca Centrale Europea perché in Germania sarebbero state inflazionistiche.

Contraria al break-up dell’euro per non vedere svalutati i propri crediti verso il Sud Europa, e per non costringere la propria industria a lavorare con una moneta rivalutata.

La Germania non si è mai mostrata, a fatti, disposta ad assumere costi in funzione di obiettivi di solidarietà e di costruzione della prosperità comune europea. Ma la soluzione Certificati di Credito Fiscale non chiede, ai tedeschi, nulla di tutto questo.

Al contrario, previene ed evita tutti gli scenari che ai tedeschi dispiacciono. Per motivi sicuramente egoistici, ma non pretestuosi né infondati.
La Germania non ha, a mio parere e sulla base di tutte le verifiche che ho effettuato, presupposti giuridici per opporsi alla progetto Certificati. Ma non ne ha, mi pare proprio, neanche l’interesse.

4 commenti:

  1. Personalmente credo che,in questo momento,la Germania (o meglio il governo tedesco..sperando che solo del governo si tratti) abbia solo questi obiettivi:
    1)rielezione della Merkel
    2)acquisizione di quanto piu' possibile sia delle quote industriali dei partner (?) europei (non sarei tranquillissimo nemmeno se fossi francese..)
    3)completa egemonia economica in Europa

    Quindo non credo che qualunque ragionevolissima argomentazione a favore dei CCF possa trovare non dico ascolto,ma solo tolleranza dalle parti di Berlino...

    Se poi ci aggiungiamo il ruolo dei nostri stupendi governi (?) tecnici...
    Purtroppo la mossa del nostro Presidente della Repubblica che,decidendo di non decidere, ha consegnato il tutto al suo successore facendo restare in carica il caro leader Monti (succube della EuroGermania) per gli affari correnti (ma anche no..) ..e qui mi fermo

    Quanto ai possibili nomi che si fanno per la prossima Presidenza della Repubblica non mi pare di sentire nomi in gardo di invertire questa tendenza (Prodi?,Amato?per favore non scherziamo)

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    1. Non voglio passare per buonista a oltranza nei confronti della Germania... i dubbi sono leciti però il senso del mio post è che, in termini molto fattuali, tutte le altre ipotesi sul tavolo (mutualizzazione del debito, accettazione di alti livelli di inflazione, break-up dell'euro) LA DANNEGGIANO.
      Se questo non viene accettato, o solo in misura estremamente limitata e facendo pesare moltissimo ogni concessione, è legittimo imputare ai tedeschi mancanza di spirito solidale o di lungimiranza. Ma NON pretestuosità.
      La via CCF non chiede invece loro NULLA. Se si opporranno a QUESTA (ma non mi è chiaro, al momento, con quali strumenti) ALLORA (ma solo allora) l'accusa diverrà fondata.

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  2. Gentile Marco Cattaneo,
    condivido ciò che ha scritto nel suddetto post.
    Ci sarebbe altro da dire, e mi permetto di esporglieLo, per vedere se condivide anche Lei e se può così darmi un ulteriore collegamento.
    Si da il caso che la Germania, mi corregga se sbaglio, abbia venduto titoli tossici italiani a non so chi, nel giugno 2011, peggiorando ancora così il nostro già elevato debito pubblico. Da qui, la conseguente richiesta dei tedeschi di far privatizzare tante attività pubbliche italiane per risparmiare e cercare di compensare ( ma mi vien da ridere! ), da parte nostra, il debito pubblico con la BCE ( cioè la Germania ), cosa che ovviamente non è avvenuta, e quindi la Merkel, si è rotta i cosiddetti, ha telefonato a Napolitano, il quale resosi conto, a suo dire, dell'inettitudine del Governo Berlusconi, ha sostituito Silvio con Monti, ovviamente su diktat della Merkel stessa!
    Le chiedo...è giusta la mia analisi?

    Poi mi permetto di dire: Lo spread a 500 e passa nel novembre 2011 non fu dato dal governo Berlusconi, ma appunto, dalle mosse tedesche che ci han regalato Monti, dagli americani, che han cominciato ad arrabbiarsi eprchè vedevano che l'Italia, grazie a Berlusconi, stava avviando negoziati con la Russia per ottenere gas metano e carburanti, grazie a Gazprom e compagnia: la CIA si è incavolata e, insieme alla Merkel, han messo Monti, membro del Bilderberg, per assecondare l'egemonia tedesca e statunitense....concorda anche Lei?
    La ringrazio e La saluto!
    Bianchi Alberto

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    1. Sugli avvenimenti che Lei cita ho sentito adombrare sospetti simili, ma non sono in grado di confermarli. Quello che è sicuro è che l'impennata dello spread dell'estate 2011 è avvenuta a causa di vendite di titoli di Stato (non tossici...) italiani da parte di banche internazionali. Una manovra strumentale ? non lo so, di sicuro il problema non era la spesa pubblica fuori controllo, come Monti e Merkel hanno raccontato, ma l'allargamento della differenza tra costo del lavoro per unità di prodotto italiano e tedesco, dovuto all'inflazione tedesca strutturalmente più bassa. Da cui il dubbio (da parte del mercato) della possibile fuoriuscita italiana dall'euro, la svalutazione del debito e l'aumento dello spread. In un contesto di cambi flessibili, il riallineamento delle valute avrebbe gestito il problema senza difficoltà. Idem la riduzione del cuneo fiscale mediante l'attivazione dei CCF. Invece, sulla base di una diagnosi sbagliata, si è intervenuti con politiche di austerità che non hanno risolto il problema debito e in "compenso" hanno affondato l'economia...

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