mercoledì 3 luglio 2019

I CCF e il latinorum di Don Abbondio


All’interno del M5S, grazie in primo luogo all’infaticabile e tenacissima azione di Pino Cabras, si sta discutendo, finalmente, in modo serio e approfondito sulla possibilità di dare avvio al progetto Moneta Fiscale / CCF.

Non tutti i dubbi sono stati ancora superati. C’è una serie di soggetti che si teme prendano una posizione negativa nei confronti del progetto: i mercati finanziari, la ragioneria generale dello Stato (RGS), la Banca d’Italia (BdI), l’ufficio parlamentare del bilancio (UPB), la commissione europea.

Bene. Esaminiamo le dinamiche che si potrebbero sviluppare in seguito all’annuncio che il progetto CCF sta per essere varato.

Decimale più decimale meno, l’Italia conseguirà, nel 2019, un deficit pubblico del 2% circa.

La commissione UE vorrebbe vedere una legge di bilancio 2020 che riduce questo deficit, per esempio all’1,5%. Se il governo la presentasse in questi termini, arriverebbe senz’altro anche il placet di RGS, BdI e UPB.

Problema: se l’Italia si limita a questo, il PIL reale continuerà a restare inchiodato a livelli di stagnazione. Probabilmente variazione zero, che forse diventerà +1% in caso di forte ripresa mondiale, ma potrebbe facilmente scivolare (al contrario) in territorio negativo se qualcosa, nell’economia internazionale, andasse storto (inasprimento delle tensioni commerciali tra USA e Cina, Brexit “disordinata”, o mille altre possibili cose che oggi non ci immaginiamo).

In ogni caso, la disoccupazione non diminuirebbe, la povertà rimarrebbe a livelli inaccettabili, i giovani più promettenti e qualificati continuerebbero a emigrare, l’economia italiana continuerebbe a perdere terreno nei confronti degli altri paesi europei.

Esaminiamo ora la seguente alternativa.

L’Italia approva una legge di bilancio con l’1,5% di deficit, ma nello stesso tempo, in aggiunta, introduce 30 miliardi di CCF, da emettere durante il 2020, e li destina a rafforzamento del reddito di cittadinanza, riduzione del cuneo fiscale, abbassamento della tassazione a favore delle fasce di reddito medie e basse, assunzioni e investimenti nel settore pubblico.

I CCF daranno diritto a sconti fiscali nel 2022 (due anni di dilazione tra assegnazione e utilizzo). Per il 2022, si predispongono fin da subito, per legge, interventi compensativi (per esempio su IVA e tassazione degli immobili di pregio) che valgono anch’essi 30 miliardi.

Se, come è lecito aspettarsi sulla base di ipotesi del tutto verosimili, l’assegnazione di CCF – che hanno valore fin da subito, perché incorporano un diritto certo – produrrà una sufficiente spinta su domanda, investimenti, consumi e occupazione, si avrà una crescita di gettito fiscale che consentirà, nel 2022, di abrogare gli interventi compensativi di cui sopra.

Nel caso invece ciò non avvenisse – o avvenisse solo in parte – gli interventi compensativi rimarranno in essere, in tutto o parzialmente.

In pratica, in nessuna ipotesi l’introduzione dei CCF darà luogo a una crescita di indebitamento rispetto ai livelli prevedibili in loro assenza.

Mentre con ogni probabilità si avrà un forte recupero di PIL, e una consistente riduzione del rapporto debito pubblico / PIL.

Questa argomentazione è semplicissima da spiegare, in modo del tutto convincente, ai mercati finanziari. Dove opera gente che può riuscire più o meno simpatica, ma che di sicuro guarda al nocciolo delle questioni e a quanto è di loro interesse (in sintesi: fare soldi).

E gli altri ? RGS, BdI, UPB, commissione UE ?

Beh, ricordiamoci una cosa: tutti questi organismi ci “illuminano”, spesso e sovente, con le loro opinioni e con i loro suggerimenti. Ma non ci danno un centesimo.

Alle loro opinioni, è corretto prestare attenzione. Ma non vedo come possano (queste opinioni) confutare le argomentazioni sviluppate qualche paragrafo fa.

Ho sentito dire che secondo qualcuno i CCF potrebbero essere considerati incremento di debito fin dall’emissione “perché circolano” (quando la discriminante tra debito e non debito, ai sensi Eurostat ed ESA, non è di essere associato a un titolo circolante, ma di dar luogo a impegni di pagamento: il che non è il caso per i CCF).

Ma oltre a essere incoerente con trattati e regolamenti, questa affermazione è irrilevante ai sensi della rischiosità del debito pubblico italiano, così come percepita dai mercati finanziari (e da qualsiasi persona minimamente dotata di senso comune). Il rischio è connesso a un impegno di pagamento privo di coperture. Nel progetto CCF così come sopra delineato, questo impegno di pagamento non esiste, e le coperture del potenziale mancato gettito (nell’improbabile caso che si rendano necessarie) sono già predisposte per il 2022.

Se qualcuno, chiamato a esprimere un’opinione, affermasse qualcosa di differente, avrei il netto sospetto di essere in presenza di un Don Abbondio che cerca di “giustificare” a Renzo di dover soprassedere al matrimonio con Lucia. Ricordate i “Promessi Sposi” ?

“Noi poveri curati siamo tra l’incudine e il martello; voi impaziente, vi compatisco povero giovane; e i superiori… basta, non si può dir tutto. E noi siamo quelli che ne andiam di mezzo”. “Ma mi spieghi una volta cos’è questa formalità che s’ha da fare, come dice; e sarà subito fatta”. “Sapete voi quanti sono gli impedimenti dirimenti ?” “Che vuol che io sappia d’impedimenti ?” “Error, conditio, votum, cognatio, crimen, cultus disparitas, vis, oordo, ligamen, honestas, si sis affinis…” cominciava Don Abbondio, contando sulla punta delle dita. “Si piglia gioco di me ?” l’interruppe il giovane, “che vuol che io faccia del suo latinorum ?”

Abbiamo a che fare con dei Don Abbondii ? può essere, non lo so, ma non rileva, come non rilevano gli eventuali Don Rodrighi.

Rileva che è nelle attribuzioni del parlamento italiano dare avvio al progetto Moneta Fiscale / CCF. E che sappiamo come strutturarlo in modo da non avere ostacoli da parte dei mercati finanziari (in quanto li tuteliamo come e meglio di oggi, relativamente a quanto è di loro interesse - la solvibilità e il rifinanziamento del debito esistente).

Gli indugi vanno rotti – ORA – e il progetto deve partire.


6 commenti:

  1. Io la penso così: i CCF non partiranno perchè noi Italia siamo uno stato colonizzato. E come tutte le colonie abbiamo anche un sistema di potere (che sono le istituzioni da lei citate) che collaborano coi nostri padroni. Sono istituzioni collaborazioniste il cui scopo é attuare e mantenere lo status di soggezione coloniale del nostro paese.
    Ragioneria generale dello Stato (RGS), la Banca d’Italia (BdI), l’ufficio parlamentare del bilancio (UPB) sono Vichi, Quisling, sono i Sadducei.
    Tali istituzioni sanno perfettamente che i CCF funzionano, ma non sono interessate a una qualsivoglia spiegazione scientifica, in quanto la loro azione e il loro obiettivo sono politici: mantenere l'Italia in stato di potenza sottomessa.
    Non serve a niente parlare dei CCF: diranno sempre NO.
    Dino

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    1. Ma queste istituzioni danno pareri consultivi, non hanno potere decisionale in materia. Se M5S e Lega si bloccano di fronte a un parere consultivo, la responsabilità di non aver attuato i CCF è TUTTA LORO.

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    2. Infatti la responsabilità alla fine è SEMPRE del governo. Cioè di quelli che vengono eletti. Oramai è chiaro che a questi interessa solo una cosa: carriere e poltrone. Quando si prendono 15k mensili (o 10k netti) ci si dimentica facilmente dei problemi altrui. Poi ovvio c'è anche il fatto che non hanno consiglieri economici all'altezza che ragionano su coordinate ben diverse da quelli come lei. Sbaglio? Finora i fatti mi danno ragione (purtroppo)

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    3. Spero che si sbagli. Di sicuro non sono tutti così. Il punto è far prevalere le nostre posizioni, per il tramite di chi - come Pino Cabras, appunto - le ha comprese e sta lavorando benissimo all'interno.

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    4. Saranno anche consultivi ma sono ingranaggi che si muovono dietro impulso della Commissione e dei Mercati e con il manganello di giornali e tv i quali lavorano bene benino l'opinione. Quindi non per assolvere il governo, ma per dire che l'Italia è sottomessa e sotto costante ricatto.
      E il quirinale è la quinta colonna dello straniero in Italia.
      Non è questione di poltrone e carriere. Dino

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    5. Ma il manganello dei media esiste solo nella testa di chi ci vuol credere. Vedi in queste ultime settimane: minaccia di procedura d'infrazione, una gran caciara sui Minibot, e lo spread che ha fatto ? è sceso a picco perchè con l'economia dell'Eurozona in forte frenata la BCE non può che riavviare gli stimoli monetari.

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