I principi della
MMT spiegano come la formazione di risparmio finanziario netto nell’ambito del
settore privato richieda che lo Stato emetta più risorse finanziarie con la sua
spesa, di quanta ne prelevi con le imposte. Questa è la ragione per cui le
amministrazioni pubbliche devono, mediamente e normalmente, trovarsi in
condizione di deficit, non di pareggio o tantomeno di surplus.
E’ vero che questo
risparmio finanziario privato netto potrebbe prodursi in capo a soggetti esteri,
se un paese ha saldi commerciali esteri passivi. Ed è vero che all’accumulo di
risparmio finanziario netto in termini nominali può non corrispondere una sua
crescita in termini reali, se l’inflazione erode il valore reale del risparmio.
Ma proprio queste
ultime considerazioni fanno capire che il limite all’espansione della spesa
netta da parte dello Stato sta, appunto, nei saldi commerciali e
nell’inflazione: non in uno specifico livello di deficit o di debito pubblico
in rapporto al PIL.
Rispetto a queste
argomentazioni, un’obiezione che ho letto di recente si riassume nel modo
seguente.
Il risparmio
reale, l’arricchimento reale da parte del settore privato, non richiede
necessariamente deficit pubblici. Prendiamo il caso di un individuo che taglia
un albero e ne ricava uno sgabello. Lo sgabello ha un valore, quindi l’attività
di produrlo ha arricchito l’individuo: questo, senza che la moneta e i deficit
siano entrati, in alcun modo, in gioco.
Che
l’arricchimento dell’individuo sia anche un arricchimento della collettività
presuppone, va detto, che l’albero sia una risorsa a costo zero. Sul che ci
sarebbe, per la verità, da discutere. Ma accettiamola comunque come ipotesi.
Accettando
l’ipotesi, l’obiezione, in astratto, ha un suo valore. Ma se ci pensate, è
applicabile solo a transazioni dove la moneta non viene utilizzata affatto. Ed assume quindi un rilievo solo in economie fondate sull’autoconsumo o, al massimo, sul baratto.
Da migliaia di
anni, al contrario, qualsiasi sistema economico di un qualche rilievo utilizza
la moneta come intermediario di scambio, e il settore pubblico provvede, di
regola, ad emetterla.
E se le economie
crescono, anche l’emissione monetaria netta deve incrementarsi nel tempo. Il
che conferma come, in qualsiasi sistema economico minimamente evoluto, i deficit pubblici siano la normalità e non l’eccezione.
Un'affermazione di Marco Mori esprime il concetto seguente:"... un altro concetto che viene completamente dimenticato è che spesso oggi ci ricordano che abbiamo un grande debito ma anche un grande risparmio privato: perché le due variabili sono assolutamente collegate..."
RispondiEliminaAldilà del personaggio, lei ritiene che sia un'affermazione corretta?
Si, certamente. Vedi fra i tanti i post del 20.12.2015 e del 28.4.2019.
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