martedì 12 ottobre 2021

La competenza di Draghi e l’agenda dell’establishment

 

Mario Draghi è accreditato, da parte dei media italiani e anche internazionali allineati all’establishment (quasi tutti, quindi), di altissimi livelli di competenza.

Quanto è valida, questa opinione ?

In particolare, in economia ha effettivamente capito che l’”austerità espansiva” è un’assurdità, che la gestione dell’eurocrisi negli anni 2011-2013 è stata scellerata, che l’impostazione analitica MMT è corretta ?

Si può sperare di sì, anche se non posso affermare di averne certezza. L’ipotesi benigna è che Draghi abbia compreso bene tutte queste cose ma che continui, nella sua comunicazione, a utilizzare espressioni retoriche insensate (“il debito che dovranno ripagare i nostri figli” e che quindi “è oggi necessario ma a condizione che sia debito buono”).

Lo fa per non smentire in modo troppo plateale quanto è stato fatto in passato. Ad esempio, sa benissimo che il deficit potrebbe essere monetizzato senza controindicazioni, ma si rende anche conto di non essere in grado di far accettare (politicamente) questo concetto.

Allora si rifugia nella retorica del “debito purché buono”, perché la sua agenda è quella della parte meno ottusa dell’establishment. Ovvero: si rende conto della necessità di riavviare la crescita - altrimenti l’Eurozona non regge, e l’Eurozona è un tassello fondamentale della globalizzazione. Crescita quindi sì. Poco solidale, poco inclusiva, poco orientata a ridurre le diseguaglianze, ma crescita.

Qui c’è un disaccordo con i nord-eurozonici, leggi con i tedeschi, che sono genuinamente convinti della correttezza / necessità delle (assurde) regole economiche che governano l’Eurozona.

L’equilibrio tra queste due posizioni è molto difficile da raggiungere e da mantenere, e da qui passa la possibile rottura del sistema. E Draghi è impegnato nel problematico esercizio di salvaguardare questo equilibrio.

Questa è la mia lettura del Draghipensiero in economia, a cui attribuisco alte probabilità (ma non certezze).

Sul resto – vaccini, immigrazione, climate change – è tutto molto più chiaro. Qui non c’è contrapposizione tra establishment internazionale e nord-eurozonici. Qui l’agenda è la stessa per tutti. E Draghi è lì per eseguirla. Se perché ne sia convinto o perché rientri nel suo ruolo, non lo so dire. Ma non la ritengo neanche una domanda granché interessante.

 

5 commenti:

  1. Questo suo post mi sembra in qualche modo la prosecuzione del precedente. Si costruiscono mediaticamente delle verità ufficiali ( l'austerità espansiva, la competenza di Draghi ) e ogni tanto bisogna rivederle e limarle.Come fa ridere l'austerità espansiva, fa anche ridere la competenza di Draghi (MPS-BancaAntonveneta tanto per dire ).
    Non dimentichiamoci che il sistema ha chiamato Draghi per garantire una più liscia esecuzione del NGEU, cioè l'approfondimento del vincolo esterno e del commissariamento dell'Italia.
    Per salvaguardare il sistema dalla rottura Draghi dovrà eventualmente entrare in conflitto con gli austeritari nordici, e lì non è questione di essere "uomo delle elites che non prende ordini", lì si tratta di rapporti di potere concreti e di avere o meno il coltello dalla parte del manico.
    Per esempio ,ammesso che un giorno Draghi scenderà in campo contro i trattati e gli equilibri di potere,ci sarà una BCE con il PEPP o un suo facsimile a sostenere i titoli italiani mentre lui condurrà lo scontro ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Draghi non andrà allo scontro, se per scontro intendiamo qualcosa di deflagrante. Draghi cercherà di far passare una linea omogenea all'agenda dell'establishment che lui rappresenta, che con i tedeschi sul tema specifico dell'austerità e della crescita è in disaccordo. Ci sono i rapporti di potere, indubbiamente, e non so quale posizione prevarrà. Ma ci sono anche elementi oggettivi che consentono o non consentono di preservare il sistema. Ad esempio, i tedeschi non avrebbero voluto neanche il QE, ma l'hanno accettato per evitare la rottura. E non è bastata nemmeno la sentenza della loro Corte Costituzionale per forzare un cambiamento di rotta.

      Elimina
  2. abbiamo il meglio che l'italia può avere... (ricordiamoci cosa e chi abbiamo avuto nel recente passato). Draghi non è ne Don chisciotte ne Sancho pancha, da oersona intelligente e capace sa benissimo cosa e come si dovrebbe fare ma non gli lo lasceranno mai fare.(certo come dice il saggio chi non fa non falla)
    il problema sta in questa finta unione europea, questa è la pietanza lui cerca di renderla il più saporita possibile a volte ci riesce bene a volte meno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grossomodo, almeno riguardo all’economia, la penso come te, anche se ogni tanto ho il dubbio che Draghi non sfrutti al cento per cento gli spazi di azione che ha. D’altra parte non vedo a chi, messo al suo posto, ne verrebbero concessi di più.

      Elimina
  3. giusta precisazione .. Mi riferivo all'economia !

    RispondiElimina