Ancora a proposito della riforma MES: una motivazione che viene fornita da chi sollecita una rapida ratifica è la necessità di “acquisire e mantenere credibilità di fronte alle istituzioni europee e ai mercati finanziari”.
Questo discorso l’abbiamo sentito fare parecchie volte, nel corso delle tristi vicende che hanno afflitto il nostro paese dalla firma del trattato di Maastricht in poi.
Un esempio significativo è la modifica dell’articolo 81 della Costituzione, riguardante il pareggio del bilancio pubblico.
Lo scopo era mostrare al mondo che si prendeva un impegno irrevocabile e incontrovertibile a “risanare i conti pubblici”, per arrestare la crisi finanziaria che stava scuotendo il mercato dei titoli sovrani eurozonici e in particolare del BTP italiani. Qualcosa tipo Ulisse che si lega all’albero maestro per non sbarcare sulla spiaggia attratto dal canto delle sirene.
Di conseguenza:
L’8.9.2011 il Consiglio dei Ministri approvava il disegno di legge costituzionale.
Il 30.11.2011 la Camera lo approvava in prima lettura.
Il 15.12.2011 il Senato lo approvava in prima lettura.
Il 6.3.2012 la Camera lo approvava in seconda lettura.
Il 17.4.2012 il Senato lo approvava in seconda lettura.
Il 20.4.2012 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano promulgava la legge costituzionale.
Risultato ? lo spread BTP / Bund nei mesi successivi saliva, superando i 500 punti e raggiungendo quindi il livello di allarme che nel 2011 aveva portato al varo dei pacchetti di austerità e alla caduta del governo Berlusconi.
La crisi veniva sopita solo, a partire dal 26.7.2012, dal ben noto discorso di Mario Draghi che ha reso celebre le parole whatever it takes, cioè l’impegno di fronte ai mercati finanziari di intervenire per evitare la rottura dell’eurosistema.
Questo impegno poteva tranquillamente essere assunto un anno prima, evitando il pareggio di bilancio in Costituzione, i pacchetti di austerità, il varo del MES eccetera.
La garanzia su un debito pubblico emesso in moneta straniera, troppo forte per i fondamentali dell’economia, la offre solo l’istituto di emissione.
Tutto il resto non garantisce niente, non rende credibile niente, e produce solo danni.
Pesantissimi.
Marco Sartore: La propaganda del "acquisire credibilità" è - ridicola - considerato che opinione hanno del nostro Paese gli amici europei.
RispondiEliminaMa soprattutto come puoi pensare di "acquisire credibilità" adottando politiche che danneggiano l'economia ?
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