“Sono sicuro che il potere degli interessi consolidati
è grandemente sovrastimato rispetto alla graduale penetrazione delle idee”.
“Graduale penetrazione delle idee”. Questa è la traduzione
corretta di “encroachment of ideas”. E così la pensava John Maynard Keynes.
Ma ho il timore che fosse troppo ottimista.
In pratica, JMK riteneva che idee inizialmente,
apparentemente, astratte e accademiche, possano nel tempo penetrare nella
mentalità comune e nelle decisioni pratiche, spesso senza che la pubblica
opinione e i decisori politici ne siano consapevoli.
Nella “Teoria Generale” il concetto è esplicitato nei
termini seguenti:
“Le idee degli economisti e dei filosofi politici, sia
quando sono giuste che quando sono sbagliate, sono più potenti di quanto comunemente
si creda. In effetti, il mondo è governato da poco altro. Gli uomini pratici,
che si credono del tutto esenti da qualsiasi influenza intellettuale, sono di
solito schiavi di qualche economista defunto”.
Nel contesto del suo lavoro, Keynes quindi usava
questo concetto per evidenziare come le sue stesse teorie economiche (e in
particolare l’importanza dell’intervento statale per stimolare la domanda in
periodi di crisi) potessero gradualmente sostituire il pensiero economico
classico, e in particolare la fede nel laissez-faire e nelle capacità di
autoregolazione del mercato.
L’”encroachment” quindi è (sarebbe) una trasformazione
culturale e intellettuale che si consolida nel tempo.
Perché ho il timore che Keynes fosse troppo ottimista
?
Perché dopo una ventina d’anni di prove
incontrovertibili che il mercato non si autoregola, che l’intervento
anticiclico dei decisori politici è essenziale per risolvere le crisi, che il
debito pubblico non impoverisce i paesi, che utilizzare una moneta non emessa
dallo Stato è pericolosissimo…
…dopo una ventina d’anni di accumulo di queste prove, siamo
ancora in preda a decisori politici che parlano della necessità di “consolidare
le finanze pubbliche” e di “preservare l’indipendenza delle banche centrali”.
Ed altre simili amenità.
E questo è difficile da spiegare se non con la constatazione
che i poteri consolidati, i ”vested interests” hanno un potere tutt’altro
che sovrastimato.