lunedì 5 maggio 2025

Draghi è competente – in che cosa ?

 

A sentire gli euristi incalliti, la salvezza dell’Eurozona e della UE passa attraverso l’implementazione del “piano Draghi per il miglioramento della produttività”.

Ma una domanda che i summenzionati euristi farebbero bene a porsi è: quali sono le credenziali di Draghi riguardo all’identificare, ancora prima che ad applicare, politiche di rilancio della produttività, e in generale dell’economia reale ?

Mario Draghi ha indubbiamente dimostrato di avere le doti necessarie per conseguire una carriera di primissimo piano nelle istituzioni nazionali e sovrannazionali.

Detto ciò... quali sono le sue credenziali in materia di politica e gestione industriale / aziendale ?

Ha evitato il collasso dell’euro (senza risolverne le disfunzioni) pronunciando tre parole. Non ci voleva molto a capire che erano quelle giuste. Magari non era altrettanto facile ottenere il consenso politico per formularle. O forse sì, dato che non c’era alternativa, a quel punto, se non il crollo del sistema.

Ma facile o difficile che fosse ottenere quel risultato, l’opinione di Draghi in merito a come occorre sviluppare, riformare, far evolvere un sistema economico che coinvolge qualche centinaio di milioni di persone non è meno rispettabile di quella di tante altre persone. Ma nemmeno di più.

Che il piano Draghi sia il libro dei miracoli, possiamo augurarcelo. Però nulla lascia pensare che valga la pena di scommetterci.

 

20 commenti:

  1. Cattaneo lei continua a sviare la domanda interna è artificialmente compressa dagli stipendi bassi non dall'euro che comunque contribuisce ma abbiamo 100 miliardi di euro 💶 di aiuti pubblici annui più evasione fiscale corruzione sfruttamento speculazione bassa tassazione sulle rendite finanziarie incidenti sul lavoro arriviamo a quanto ????? Io non credo che se avessimo la lira gli imprenditori si comporterebbero diversamente si terrebbero i soldi in tasca.....

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    1. Quando c'era la lira SI COMPORTAVANO DIVERSAMENTE perché la domanda interna tonica li spingeva a investire e a competere per la manodopera. EGOISTICAMENTE.

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    2. Fino agli anni 90 c'erano i sindacati ora non ci sono più...

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    3. Non ci sono più perché la mancanza di domanda interna mina il potere contrattuale dei lavoratori.

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    4. Non ci sono più perché ci sono i contratti pirata creati da falsi sindacati bastano 2 persone per creare un sindacato poi partecipano alle contrattazioni collettive e fanno di tutto per tenere bassi i salari come gli dicono di fare gli imprenditori dopo averli pagati...... 💩💩💩🤮🤮🤮

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  2. Scusate, ma Draghi è stato un sicario dell'economia italiana, l'ha ammesso lui stesso, eccolo arriva!

    1. "Quello che Draghi non dice", di Sergio Giraldo per Startmag, 20 maggio 2024
    Il recente discorso di Mario Draghi in Belgio, per i suoi silenzi, è poco più di uno sfoggio di pragmatismo ed è in fondo molto più vicino alla letteratura che alla politica.


    Quello che Draghi non ha detto.
    Il discorso sulla competitività tenuto da Mario Draghi lo scorso 16 aprile alla conferenza di alto livello sul Pilastro Europeo dei Diritti Sociali di La Hulpe è stato largamente commentato. Le parole dell’ex presidente della Banca centrale europea sono state accolte con toni entusiastici da parte di chi vede in lui una speranza per il futuro dell’Unione europea, magari a capo della prossima Commissione.
    Altri, in chiave critica, hanno invece sottolineato come alcune proposte di Draghi, dall’unione dei mercati dei capitali all’utilizzo della cooperazione rafforzata per accelerare i tempi, siano difficili da realizzare o rischiose per i risparmi degli italiani. Altri ancora hanno fatto riferimento al clima elettorale.
    Dietro il discorso di La Hulpe, però, vi è molto di più.
    Partiamo da ciò che Draghi ha detto il 16 aprile. Sul tema della competitività, leggiamo nel testo: “Abbiamo perseguito una strategia deliberata volta a ridurre i costi salariali gli uni rispetto agli altri e, combinando ciò con una politica fiscale pro-ciclica, l’effetto netto è stato solo quello di indebolire la nostra domanda interna e minare il nostro modello sociale”. Si tratta di un riconoscimento esplicito del fatto che l’Unione europea ha volutamente indotto una competizione tra stati membri sui costi del lavoro, imponendo una deflazione salariale che ha compresso i redditi e di conseguenza la domanda interna. Riconoscimento non da poco perché attribuisce una chiara responsabilità. Combinato con politiche fiscali restrittive, che tagliando la spesa pubblica abbattono il reddito dei cittadini in termini di disponibilità di servizi pubblici, il contenimento dei salari avrà pure favorito le esportazioni (la “competitività”), ma ha impoverito gli italiani e stroncato la crescita del Pil del nostro paese.

    Proseguimento:

    https://www.startmag.it/mondo/quello-che-draghi-non-dice/

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    1. Commento

      visto che la UE , soprattutto in area euro, è un modello economico cosiddetto “Export Lead” ovvero guidato dalle esportazioni e allora chi esporta di più vince e per esportare di più, in un mercato a moneta unica per stati che però hanno esigenze economiche molto diverse fra di loro, l’unico modo possibile è tagliare i salari e se nel frattempo fai pure una politica fiscale pro-ciclica, che significa sostanzialmente che quando l’economia va male tagli la spesa pubblica e/o aumenti le tasse ( vedasi: https://www.solofinanza.net/finanza-investimenti-cose-la-prociclicita/ ) perché il pallino di riferimento è sempre la riduzione del debito pubblico a tutti i costi fino ad arrivare all’assurdo del pareggio di bilancio ( qualsiasi stato al di fuori dell’area euro non si è posto mai questo obiettivo assurdo perché uno stato che emette la sua moneta non si può mai considerare come una famiglia in cui entrate e uscite devono essere quanto meno in pareggio ) inserito nella Costituzione italiana ( vedasi : https://www.laleggepertutti.it/11270_riforma-dell%E2%80%99art-81-costituzione-il-principio-di-pareggio-di-bilancio-entra-di-forza ) , e allora è conseguenzialmente logico che hai messo in atto un mix micidiale per deprimere la domanda interna e se lo fai per tanti anni , come è il caso dell’Italia e di altri paesi del Sud Europa ( Spagna, Portogallo, Grecia e anche Francia per certi versi) fai saltare quello che di buono si era costruito a livello di modello economico sociale che c’era in precedenza e che aveva portato un certo grado di benessere diffuso, e Draghi e Prodi tutte queste cose le hanno portate avanti scientemente in mala fede!

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  3. 2. “Perché l’austerità?”: Bagnai incalza Draghi in aula ▷ Lui ammette (in parte): “Volevamo competere”

    di Alessio De Paolis per Radio Radio

    18 Marzo 2025

    “Perché optò su salari bassi e austerità, mentre adesso dice tutto il contrario?”
    Un condensato per capire quello che in termini economici non torna di Mario Draghi e la distanza tra le sue politiche del 2011 e quelle attuali – o meglio, quelle che adesso dice si dovrebbero perseguire.
    Ci ha ripensato, cioè, sul taglio dei salari e della spesa pubblica (“in quel momento credevamo avrebbe funzionato”), ma non sulla competitività, di cui pure si parlerà nel prossimo Consiglio Europeo del 20-21 marzo.
    In tal proposito Bagnai lo incalza in audizione: “Secondo lei di quante centinaia o migliaia di miliardi di euro dovrebbe essere il surplus europeo perché l’Unione Europea possa essere considerata da lei abbastanza competitiva? Questo ci aiuterebbe nel tarare le nostre politiche”.

    Poi l’altro nodo che non torna: “Nel suo discorso del 16 aprile 2024 in cui espresse la filosofia del suo rapporto sulla competitività, lei affermò che abbiamo perseguito una strategia deliberata volta a ridurre i costi salariali gli uni rispetto agli altri. Disse che combinando ciò con una politica fiscale prociclica, l’effetto netto è stato solo quello di indebolire la nostra domanda interna e minare il nostro rapporto sociale. Premesso che su questo assolutamente d’accordo con lei, diciamo fin dal 2011 quando magari lei era su altre posizioni, la domanda è: visto che le politiche di austerità si sa che fanno perdere consenso, come mai si è deciso di implementarle?

    Proseguimento:

    https://www.radioradio.it/2025/03/bagnai-draghi-austerita-salari-economia/

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    1. Commento

      “Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa insegnare, dirige. Chi non sa dirigere, fa il banchiere centrale. Chi non sa fare il banchiere centrale e neanche premier italiano, elargisce teorie che contraddicono le sue precedenti e punta alla guida della UE”, commento di Il Sofista su X, ( ex Twitter)

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  4. Altre prove che Draghi è stato un sicario dell'economia italiana, arrivano!

    1. “L'EURO E' UNA FOLLIA: LO DICEVA ANCHE DRAGHI, LO DICONO TUTTI”, di Alessandro Montanari per Interesse Nazionale, 17 novembre 2017
    La notizia è di quelle clamorose: anche Mario Draghi giudicava l'euro una sciocchezza economica. Erano gli anni Settanta ed il futuro presidente della Bce, allora studente di Economia alla Sapienza di Roma, seguiva appassionatamente la dottrina di Federico Caffé. “Chi frequentava le sue lezioni – ricorda Draghi in un'entusiastica biografia di Stefania Tamburello – lo vedeva come un modello a cui ispirarsi”. Come detto, però, la rivelazione non sta tanto nella curiosa infatuazione giovanile per le teorie keynesiane, quanto piuttosto nella tesi di laurea che guadagnò al promettente economista la lode accademica e l'incarico, ambitissimo, di assistente personale del Professor Caffè. S'intitolava “Integrazione economica e variazione dei tassi di cambio” e, come ammette lo stesso Draghi nel libro della Tamburello (Il Governatore, Rizzoli, 2011, pag. 23), sosteneva “che la moneta unica era una follia, una cosa assolutamente da non fare”.

    Proseguimento e riferimenti:

    https://web.archive.org/web/20171117115924/http://www.interessenazionale.net/blog/leuro-e-follia-diceva-anche-draghi-dicono-tutti



    https://www.libreidee.org/2017/11/leuro-e-una-follia-lo-diceva-anche-draghi-lo-dicono-tutti/

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      "Dire la verità non fa fare carriera", Prof Alberto Bagnai su Twitter, quando ancora era solo un professore universitario

      VS

      "Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi." (Aldo Moro)

      Cioè in pratica, Aldo Moro per portare avanti coraggiosamente certe significative politiche veritiere per il popolo italiano l'ha pagato con la vita , invece Mario Draghi per portare vilmente avanti certe fallimentari politiche contro il popolo italiano è stato molto premiato sia in termini di carriera che di denaro.

      E in tutto questo TV e giornaloni italiani a reggere sempre il moccolo a Draghi & Company ( Prodi , Monti, Ciampi, ecc ) mentre sul rapimento e omicidio di Aldo Moro hanno montato su la storiella che è stata opera solo ed esclusivamente delle BR , insomma, pure loro telecomandati dall'estero, ma che strana coincidenza.....!!

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  5. 2. “Le malefatte di Draghi”, di Andrea Corritori per Appello al Popolo, la rivista di Riconquistare l’Italia, 14 gennaio 2022

    PARTE 1: I DERIVATI
    Mario Draghi è stato direttore generale del Ministero del Tesoro dal 1991 al 2001. Durante la sua dirigenza, l’Italia ha sottoscritto tonnellate di derivati, cioè prodotti finanziari speculativi e rischiosissimi che hanno fatto perdere al nostro paese circa 35 miliardi in dieci anni (arricchendo però le banche d’affari che li hanno emessi, Morgan Stanley e la stessa Goldman Sachs per la quale Draghi è poi andato a lavorare, forse come premio per il suo operato quando era al ministero…).
    PARTE 2: LE PRIVATIZZAZIONI
    Come direttore generale del Ministero del Tesoro dal 1991 al 2001, Mario Draghi è stato il regista e l’esecutore del più grande piano di privatizzazioni e dismissioni del patrimonio pubblico italiano, svendendo a multinazionali e fondi speculativi quel blocco di industrie ed attività che da solo valeva oltre 2 milioni di posti di lavoro (più un indotto sconfinato) e che, soprattutto, dava al nostro paese solidità, competenze tecnologiche, forza produttiva e indipendenza geo-politica. Ecco perché l’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga ha definito Draghi “un vile affarista che ha liquidato l’industria pubblica italiana”.

    Proseguimento:

    https://appelloalpopolo.it/?p=69740

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  6. 3. “Mario Draghi è un traditore?
    Mario Draghi l’agnello mannaro”, di Costantino Rover per Scenarieconomici, 24 gennaio 2022

    Mario Draghi al tempo stesso non è un uomo della finanza, però è un uomo delle banche.
    Dal 1985 al 1990 è direttore esecutivo della Banca Mondiale.
    Nel 1991 è nominato Direttore generale del Tesoro.
    Nel 1992 è uno degli italiani invitati a bordo del Britannia dove svende l’Italia ed è ben ripagato in quanto dal 2002 al 2005 viene nominato vicepresidente per l’Europa di Goldman Sachs, per essere poi alla fine del 2005 nominato Governatore della Banca d’Italia.
    È il 2011 quando, con la sua famosa lettera, co-firmata con Trichet, concorre a far cadere il governo Berlusconi e successivamente viene nominato presidente della BCE.
    In molti hanno sbandierato il tricolore quando Draghi è stato messo al vertice della BCE, con inadeguato patriottismo, del tutto slegato dalla realtà.
    Mario Draghi è un banchiere, non veste la casacca azzurra e non è il capitano della nazionale. È un tecnico che come tale pensa, vive e respira.
    Il suo compito non era quello di salvare i conti pubblici italiani o di abbonare qualche debituccio all’Italia come alcuni patetici bamboccioni hanno sperato. Piuttosto il suo intento era di allungare il brodo con gli acquisti dei titoli pubblici, non nell’interesse nazionale, ma della sopravvivenza dell’Euro.

    Proseguimento:

    https://web.archive.org/web/20220124085412/https://scenarieconomici.it/mario-draghi-e-un-traditore/

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  7. 4. "Ue: Draghi ha salvato i banchieri, non i lavoratori "

    La stampa mainstream e i leader europei hanno esaltato in Mario Draghi il salvatore dell'euro. Ma questo, non sorprendentemente, ha significato imporre ai governi misure di austerità in misura sempre maggiore e in modalità sempre meno democratica. In pratica la Banca centrale europea si è mossa all'opposto delle altre banche centrali: mentre queste sostengono i governi per aiutarli a praticare politiche espansive di sostegno all'economia, la BCE condiziona gli aiuti all'applicazione di misure di austerità sempre più rigide. Con un potere di ricatto che mette in discussione il concetto stesso di democrazia in eurozona. Il caso più eclatante è stato quello della Grecia. Da Jacobin.







    di Thomas Fazi, 17 novembre 2019



    Quando il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha lasciato l'incarico, il mese scorso, è stato ampiamente elogiato per "avere salvato l'euro". Ma lo ha fatto a spese dei lavoratori, sfruttando la crisi per imporre un regime di austerità sempre più ineluttabile.

    Proseguimento:

    https://vocidallestero.blogspot.com/2019/11/ue-draghi-ha-salvato-i-banchieri-non-i.html

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    1. PS per altri interessanti articoli controinformativi su Draghi pubblicati da Voci dall'Estero, vedasi:

      https://vocidallestero.blogspot.com/search/label/Mario%20Draghi

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  8. 5. "Il collasso della Grecia e le responsabilità di Mario Draghi", di Antonio Di Siena per L'Antidiplomatico, 3 febbraio 2021
    Nel marzo del 2015 la Grecia si poteva ancora parzialmente salvare. Nonostante tutto.
    Se non è andata così è anche per responsabilità di Mario Draghi.
    Fu proprio l’allora presidente della Banca centrale europea, infatti, a decretare l’esclusione della Grecia dal programma di quantitative easing perché Atene “ha già avuto molto”.
    Un provvedimento che, se adottato (seppur tardivamente), avrebbe certamente evitato il disastroso ‘terzo memorandum’. Una decisione fondata sull’assunto che quella greca fosse una “crisi incontrollabile” (quando le misure adottate a posteriori hanno dimostrato l’esatto contrario) e che contribuì - sotto la minaccia della cacciata della Grecia dall’eurozona - a seminare ulteriore panico (condito dalla chiusura delle banche e dalle limitazioni ai prelievi bancomat) in un Paese già da tempo deliberatamente ricattato e messo in ginocchio con l’unico scopo di accettare supinamente i diktat dei suoi creditori. E che produsse la definitiva capitolazione di un popolo costretto a subire l’ennesimo scellerato piano di “salvataggio” da parte di quelle istituzioni europee che, in cambio, pretesero un’ulteriore ondata di tagli e macelleria sociale in un contesto socioeconomico già devastato da cinque anni di riforme e austerità.

    Proseguimento:

    https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-il_collasso_della_grecia_e_le_responsabilit_di_mario_draghi/11_39562/

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  9. 6."Derivati di Stato: quando Mario Draghi svendette l’Italia alle banche d’affari"
    di Thomas Fazi per La Fionda, pubblicato poi da Sinistrainrete, 2 settembre 2020

    https://www.sinistrainrete.info/finanza/18606-thomas-fazi-derivati-di-stato-quando-mario-draghi-svendette-l-italia-alle-banche-d-affari.html

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  10. 7. "Il tesoro di Draghi. Intervista a Giovanni Lazzaretti", Renovatio 21, 10 aprile 2020

    https://www.renovatio21.com/il-tesoro-di-draghi-intervista-a-giovanni-lazzaretti/

    Giovanni Lazzaretti è un ingegnere informatico in pensione ( classe 1955 ) di San Martino in Rio ( Reggio Emilia ) , cattolico praticante e soprattutto cultore e studioso di lungo corso di politica monetaria ed economica.



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    1. Ecco un estratto molto significativo dell'articolo.

      Renovatio 21. "Stando così le cose, non crede che Draghi possa essere la soluzione giusta al momento giusto per risollevare i problemi del nostro Paese?"

      Ing Giovanni Lazzaretti. "La domanda va riformulata: colui che da 40 anni almeno genera il problema, può avere una conversione sulla via di Damasco così risolutiva da diventare il salvatore? Sarà il salvatore solo per via mediatica: i media «responsabili»ci spiegheranno quanto sarebbe stato brutto il nostro futuro, e noi crederemo che Draghi ci ha salvato. Del resto molti sono tuttora convinti che Monti ci abbia salvato, e che Andreatta o Ciampi siano stati dei buoni «servitori dello Stato». Ma, da cattolico, devo conservare fede nella forza della preghiera. San Giacomo della Marca può sfondare anche la mente di Draghi, e cambiarla."



      «La BCE potrà fare al massimo le cose solite che le consentono i trattati: salvare la finanza. Quindi creazione di moneta dal nulla da parte della BCE per acquistare titoli vari dei mercati finanziari, non certo per gli Stati e le piccole aziende», Ing Giovanni Lazzaretti

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    2. Ecco un altro estratto molto significativo dell'intervista.

      Renovatio 21. "Qual è allora secondo Lei la soluzione?"

      Ing Giovanni Lazzaretti. "Il cambio di paradigma. Il neoliberismo ci ha insegnato a interconnetterci, a indebitarsi coi cosiddetti mercati, a lasciare il tasso in mano altrui, a lasciare il debito in mano a stranieri, a cedere i pezzi migliori per fare cassa. Dobbiamo fare l’opposto: proteggere le aziende locali, creare moneta di popolo, controllare il tasso, riportare il debito in Italia, nazionalizzare tutte le aziende strategiche (puoi lasciare i privati a baloccarsi con gestioni telefoniche o dell’energia, o con Italo, ma un gestore nazionale dell’energia, della telefonia, delle reti, ci deve essere)."

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