Un equivoco in cui parecchi commentatori di fatti economici cadono di frequente è che il deficit pubblico produca un effetto di “spiazzamento” (crowding out) della spesa privata. Se il settore pubblico spende più di quanto preleva in tasse, “inevitabilmente” utilizza risorse che verranno sottratte alla spesa privata, giusto ?
Sbagliato.
In primo luogo, il deficit pubblico mette in circolazione – in mano ai privati – capacità di spesa supplementare. Se il settore pubblico spende più di quanto tassa, il settore privato riceve più soldi di quanti ne versa allo Stato. Il settore privato ha più soldi di prima, non meno soldi.
Bisogna casomai chiedersi se il maggior potere d’acquisto nominale renda possibile produrre e quindi utilizzare non meno, ma casomai più beni e servizi in termini reali: ovvero, se il maggior potere d’acquisto stimoli la produzione e non invece l’inflazione.
Questo dipende dal fatto che nel sistema economico esista, o meno, capacità produttiva sottoutilizzata. La possibilità di produrre maggiori quantità di beni e di servizi esiste in presenza di disoccupazione o sottoccupazione di persone e di impianti. Se non ci sono risorse fisiche inutilizzate, il maggior potere d’acquisto disponibile creerà pressione al rialzo nei prezzi, non maggiore produzione. Il contrario (più produzione a prezzi invariati) si verifica se esistono risorse fisiche inattive da mettere all’opera.
In effetti uno di questi due scenari (incremento del deficit in presenza di capacità inutilizzata) crea le condizioni per una maggiore spesa totale, e con ogni probabilità anche per una maggiore spesa privata (in entrambi i casi, spesa in termini reali, non solo nominali).
Nell’altro caso (incremento del deficit pubblico in assenza di capacità inutilizzata) lo “spiazzamento” si può invece verificare, ma non come conseguenza del deficit pubblico, bensì appunto a causa dei limiti della capacità produttiva. Se le risorse fisiche sono pienamente utilizzate, per costruire un ponte o un ospedale in più devo produrre in misura inferiore qualche altro bene o qualche altro servizio: devo trasferire risorse fisiche da una produzione all’altra. Quando la capacità produttiva è al limite, l’alternativa “burro o cannoni” è reale, non ipotetica.
Questo trade-off però, come detto, non nasce dal deficit pubblico. Per rendersene conto, basta constatare che se il bilancio pubblico è in perfetto pareggio, ogni centesimo di spesa pubblica corrisponde a un centesimo di tasse; e se le risorse produttive sono pienamente utilizzate, effettivamente ogni centesimo di spesa pubblica riduce di un centesimo la spesa privata. Qui c’è “spiazzamento”, certamente: ma non per effetto del deficit (che per ipotesi, nel caso specifico sopra descritto, non esiste). C’è “spiazzamento” a causa del fatto che la capacità fisica di produrre beni e servizi ha un limite.
Per capire se ci sia “spiazzamento”, dobbiamo quindi sempre partire dall’esame dello stato di utilizzo delle risorse fisiche. Non guardare al livello numerico del deficit pubblico – che non rileva.
È del resto l’esistenza stessa del settore pubblico a rendere inevitabile che una certa quantità di beni e di servizi venga prodotta per effetto di decisioni statali e non di decisioni private. In che misura è opportuno e desiderabile ? questo possiamo discuterlo, ed è in effetti uno dei temi chiavi del dibattito politico.
Ma se per “spiazzamento” intendiamo che una quota delle decisioni di spesa sia demandata al pubblico e non al privato, questo avviene a causa dell’esistenza stessa del settore pubblico, non perché il bilancio dello Stato sia, o meno, in deficit.
In sintesi e in conclusione:
UNO, il deficit pubblico di per sé non “spiazza” spesa privata.
DUE, l’incremento di spesa pubblica, anche quando comporta maggior deficit, non “spiazza” spesa privata, a meno di scontrarsi contro il limite delle risorse produttive.
TRE, l’incremento di deficit pubblico in presenza di risorse produttive inutilizzate genera maggiore produzione e maggiore spesa, pubblica e probabilmente anche privata.
QUATTRO,
l‘incremento di spesa pubblica “spiazza” spesa privata quando si scontra contro
il limite delle risorse produttive, anche se viene effettuato senza aumentare
il deficit pubblico.