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venerdì 13 giugno 2014

Vie di uscita politiche: le possibilità sono varie


Conversando su social network, il post elezioni europee mi dà la sensazione di aver lasciato uno strascico di umore pessimista tra quanti puntano al recupero della sovranità monetaria come strada per uscire dalla crisi economica.

Il risultato PD è andato, chiaramente, molto al di là delle attese ed è stato una delusione per gli euroscettici italiani. Se guardiamo alla situazione europea nel suo complesso il panorama è differente, ma…

In Francia Marine Le Pen ha sfondato, ma questo non implica né che succeda qualcosa prima del 2017, e nemmeno che il Front National vinca le elezioni presidenziali in un ballottaggio dove si compatteranno (contro di lei) i partiti tradizionali.

Nel Regno Unito, UKIP è risultato il primo partito e che gli inglesi escano dall’Unione Europea è a questo punto un evento con probabilità molto alte. Ma il Regno Unito non è nell’euro, quindi per gli assetti dell’eurosistema non è chiaro se questo possa o debba avere qualche tipo di conseguenza.

Interessante il risultato di AfD in Germania, ma rimane, comunque, uno schieramento minoritario.

Syriza è ora il primo partito in Grecia, ma è antiausterità, non antieuro.

Podemos e altri gruppi di sinistra spagnoli sono fortemente cresciuti, ma è remota (per adesso) la possibilità che sconfiggano popolari e/o socialisti e/o una (non improbabile) loro coalizione.

Tutto questo è vero, ma nel valutare la situazione politica, invito a non trascurare che, nella storia, molte istanze hanno avuto successo in quanto diffuse e sostenute da forze di opposizione, che non sono mai arrivate al potere ma ne hanno comunque imposto l’adozione ai partiti di governo, sotto la pressione dell’opinione pubblica.

In Francia per esempio non è molto difficile immaginare che la Le Pen non vincerà un’elezione politica, proprio in quanto UMP e/o PS adotteranno qualcosa di simile alla Riforma Morbida appunto perché non ci saranno altre vie per fermarla.

In Italia oggi è meno chiaro chi potrebbe svolgere un ruolo di “sblocco” analogo, ma le possibilità in effetti esistono e sono di vario tipo.

M5S che finalmente prende una posizione ben definita ?

Un centrodestra che si organizza lungo linee sovraniste ?

Renzi stesso che a un certo punto si sente abbastanza forte da prendere una strada di autonomia e di crescita economica (pur non rinnegando, a parole, i dogmi euristi, ma svuotandoli in pratica di contenuto ?)

Ognuna di queste cose presa a sé appare improbabile, certo.

Ma tra le tante improbabili, è possibilissimo invece che una (di queste o un’altra ancora) si verificherà.