Conversando su
social network, il post elezioni europee mi dà la sensazione di aver lasciato
uno strascico di umore pessimista tra quanti puntano al recupero della
sovranità monetaria come strada per uscire dalla crisi economica.
Il risultato PD
è andato, chiaramente, molto al di là delle attese ed è stato una delusione per
gli euroscettici italiani. Se guardiamo alla situazione europea nel suo
complesso il panorama è differente, ma…
In Francia
Marine Le Pen ha sfondato, ma questo non implica né che succeda qualcosa prima
del 2017, e nemmeno che il Front National vinca le elezioni presidenziali in un
ballottaggio dove si compatteranno (contro di lei) i partiti tradizionali.
Nel Regno Unito,
UKIP è risultato il primo partito e che gli inglesi escano dall’Unione Europea
è a questo punto un evento con probabilità molto alte. Ma il Regno Unito non è nell’euro,
quindi per gli assetti dell’eurosistema non è chiaro se questo possa o debba
avere qualche tipo di conseguenza.
Interessante il
risultato di AfD in Germania, ma rimane, comunque, uno schieramento
minoritario.
Syriza è ora il
primo partito in Grecia, ma è antiausterità, non antieuro.
Podemos e altri
gruppi di sinistra spagnoli sono fortemente cresciuti, ma è remota (per adesso)
la possibilità che sconfiggano popolari e/o socialisti e/o una (non
improbabile) loro coalizione.
Tutto questo è vero,
ma nel valutare la situazione politica, invito a non trascurare che, nella
storia, molte istanze hanno avuto successo in quanto diffuse e sostenute da
forze di opposizione, che non sono mai arrivate al potere ma ne hanno comunque imposto
l’adozione ai partiti di governo, sotto la pressione dell’opinione pubblica.
In Francia per
esempio non è molto difficile immaginare che la Le Pen non vincerà un’elezione
politica, proprio in quanto UMP e/o PS adotteranno qualcosa di simile
alla Riforma Morbida appunto perché non ci saranno altre vie per fermarla.
In Italia oggi è
meno chiaro chi potrebbe svolgere un ruolo di “sblocco” analogo, ma le
possibilità in effetti esistono e sono di vario tipo.
M5S che
finalmente prende una posizione ben definita ?
Un centrodestra
che si organizza lungo linee sovraniste ?
Renzi stesso che
a un certo punto si sente abbastanza forte da prendere una strada di autonomia
e di crescita economica (pur non rinnegando, a parole, i dogmi euristi, ma svuotandoli in pratica di contenuto ?)
Ognuna di queste
cose presa a sé appare improbabile, certo.
Ma tra le tante
improbabili, è possibilissimo invece che una (di queste o un’altra ancora) si
verificherà.