martedì 22 novembre 2016

Becchi e Dragoni sui CCF


Paolo Becchi – docente universitario vicino in passato a M5S, oggi alla Lega – e Fabio Dragoni intervengono su Libero Quotidiano con un articolo che menziona la Moneta Fiscale parallela, e specificamente i Certificati di Credito Fiscale, come strumento-ponte per l’uscita dall’euro. Qui il link alla pagina facebook di Stefano Sylos Labini, che riporta l’articolo.

La mia attività di proposta e promozione del progetto CCF è partita ormai da più di quattro anni, quindi i segnali d’interesse sono sempre graditi. Diversamente da Becchi e Dragoni, comunque, ho sempre concepito i CCF come uno strumento che può convivere con l’euro su base permanente, senza necessariamente doverlo sostituire.

L’affiancamento e sostituzione naturalmente è una possibilità, e infatti ne avevo delineato, in prima approssimazione, i possibili passaggi tecnici. Che cosa si verificherà in pratica – affiancamento senza o con sostituzione finale – sarà tuttavia la conseguenza di evoluzioni e decisioni di natura politica.

L’euro è destinato a essere completamente rimpiazzato dalla moneta nazionale introdotta via CCF ? è l’opinione non solo di Becchi e Dragoni ma anche, ad esempio, di Enrico Grazzini e di Giovanni Zibordi. Personalmente non mi ritengo in grado di stimare la probabilità dei diversi scenari.

Ritengo invece che la via Moneta Fiscale sia un progetto tecnicamente e operativamente molto più semplice, rispetto al break-up, per superare le disfunzioni dell’Eurosistema.

Schemi alternativi (quali la revisione dei vincoli di deficit o l'Helicopter Money effettuata dalla BCE) esistono in teoria, ma non vedo nessun segno che sia stia formando un consenso politico, tra gli stati membri dell’Eurozona, per attuarli.

In assenza di questo consenso politico, la soluzione dell’Eurocrisi non può arrivare che da azioni unilaterali di singoli stati: quali, appunto, l’introduzione di Moneta Fiscale nazionale.


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