giovedì 18 gennaio 2018

Sul rischio del debito pubblico


Chiunque parli di “rischio del debito pubblico” senza distinguere tra debito in moneta nazionale e debito in moneta straniera non ha praticamente nessuna possibilità di dire nulla di sensato sull’argomento.

Un paese indebitato in una moneta che non emette può essere forzato al default. Se m’indebito in dollari (*) o in euro, alla scadenza posso non detenere dollari o euro sufficienti per rimborsare il debito.

(*) Salvo se mi chiamo Stati Uniti d’America (ovviamente…).

Un paese indebitato nella moneta che emette può, invece, sempre evitare il default. La preoccupazione in questo caso è di evitare eccessi di domanda che producano inflazione inaccettabilmente alta. Non di essere forzato al default.

Il default su debito in moneta propria, quando avviene, è quindi una scelta volontaria che può trovare motivazione solo in circostanze estreme, collegate all’incapacità dello Stato emittente di venire a capo di un gravissimo problema di inflazione. Non è ovviamente la situazione odierna dell’Italia, caratterizzata da domanda depressa e inflazione – al contrario - troppo bassa.

Se emetto CCF, anche a volerli considerare debito (cosa che non sono, né sul piano giuridico né su quello dei principi contabili) non posso essere forzato al default perché non assumo impegni di rimborso ma solo di accettazione (per ridurre tasse, imposte o altri impegni finanziari nei confronti della pubblica amministrazione).

Se l’Italia porta in pareggio incassi e pagamenti in euro (quindi non incrementa più il debito da rimborsare in euro, neanche di un centesimo) e rimane in essere il whatever it takes della BCE (anche in quanto si rispetta pienamente, in tal modo, il Fiscal Compact), la solvibilità sul debito in euro è garantita.

Le emissioni di CCF si compenseranno con il maggior gettito fiscale prodotto dalla ripresa economica. Se questo non dovesse avvenire in quanto se ne è emessa una quantità eccessiva, può verificarsi un allungamento dei tempi necessari per ottenere gli sconti fiscali. Si verificherà, in questo caso, un’”inflazione di CCF” e quindi una loro perdita di valore. Ma nel contesto attuale italiano, è un’eventualità altamente improbabile.

In questa situazione, avremo un sistema misto, euro + CCF, in cui il debito in euro è garantito (a condizione che non si incrementi neanche di un centesimo) dal whatever it takes, e la preoccupazione dovrà essere solo quella di strutturare le emissioni di CCF in modo da non inflazionarle. La stessa situazione che si avrebbe, peraltro, emettendo debito in moneta nazionale.

E’ di gran lunga il metodo più rapido ed efficiente per uscire dai vincoli dall’eurosistema e avviare una forte ripresa dell’economia italiana: in assenza della quale, la permanenza dell’Italia nell’eurozona continuerà a generare depressione economica e pesantissimo, inaccettabile disagio sociale.


30 commenti:

  1. Dott Cattaneo ha letto che "belle" notizie dall'asse franco-tedesco per le riforme sull'eurosistema e sistema bancario italiano ?
    Io mi auguro che il prossimo governo abbia le idee molto chiare e che non accetti simili condizioni. Come funziona perchè passino queste direttive? Ogni governo decide se adottarle o ci vuole l'unanimità di tutti i Paesi in eurozona ?

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    1. A quanto mi risulta ci vuole l'unanimità. La riforma per inciso dovrebbe riguardare il sistema bancario di tutti i paesi, non solo di quello italiano. Ma comunque si tratterebbe di un ulteriore inasprimento del sistema di vincoli senza alcuna contropartita di qualche valore. Totalmente inaccettabile.

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    2. Era però l’applicazIone di un trattato già esistente, non un nuovo trattato.

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    3. E comunque, in quel caso erano tutti d’accordo. Qui si parte dal presupposto che non lo siano, se non c'è unanimità.

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  2. Esattamente! Ripeto il prox governo dovrà essere serio e deciso. Cdx si è espresso in qualche modo a riguardo ? Ha notizie da Borghi o altri ?

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    1. No: oggi su twitter ho sollecitato sia Borghi che Brunetta a pronunciarsi su una dichiarazione di irricevibilità come coalizione di centrodestra.

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  3. Mi sembra che l'idea di Borghi sia semplicemente quella di non rispettare il fiscal compact e aumentare il deficit, e infatti nel programma condiviso non si parla né di CCF né di doppia moneta. Sarei curioso di vedere cosa accadrebbe nel caso in cui la BCE decidesse di non garantire più il debito e forza italia si rifiutasse di uscire dall'euro

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    1. Ma ci sono anche (nel programma condiviso) i Minibot. La sua idea (di Borghi) è che alla rottura si arriverà comunque, quindi vede i Minibot come ponte per la transizione, non i CCF come strumento per risolvere le disfunzioni dell'eurosistema senza romperlo. Vedi post del 4.2.2017.

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    2. Quello sì, però se Forza Italia non fosse d'accordo sulla rottura che fa? Poi c'è Brunetta che sull'austerità per certi versi è peggio di Monti, non ho ancora capito se è una recita o ci crede veramente

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    3. Non ho certezze su quello che farebbe Forza Italia se si arriva ad avere sul tavolo l’ipotesi concreta di rottura. Però invito a riflettere che su questa eventualità non si può fare a meno di essere ambigui. Vedi post del 10.1.2018...

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    4. Io se fossi in Borghi anche se avessi un accordo segreto con Forza Italia non mi sentirei tanto sicuro...
      Come avevo scritto in un altro commento, se proprio non vogliono distribuire CCF alla popolazione possono comunque fare in modo che lo stato li venda direttamente sul mercato e si finanzi in quel modo, è sempre meglio che indebitarsi ulteriormente in euro

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    5. Le due cose (distribuzione gratuita e vendita) tra l'altro non si escludono. Quanto all'accordo segreto, non credo che ce ne sia uno. Se però si predispongono le condizioni, si è pronti a cogliere l'opportunità se le circostanze la creano... o la impongono. Ammesso che l'exit sia il punto finale: io ripeto sempre che tecnicamente la convivenza tra euro e CCF crea un sistema sostenibile, anche indefinitamente. Politicamente, vedremo...

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  4. domanda: è possibile che quando Draghi sarà sostituito da Jens Weidmann (o similare )..che facciano concludere il Quantitative Easing...che tiene i tassi bassi..e risalga lo spread...e che si creino le già note criticità del 2011 e che l'Italia subisca un attacco che ci costringa a grecizarci ??..in questi ultimi tempi ho letto della Francia di Macron che mira a fare shopping a buon prezzo in Italia. Chiedo: tra gli ipotetici scenari uno scenario del genere è possibile ? leggo spesso che il "sistema euro " è finita nel senso che non ci crede nessuno..che cercheranno arraffare il più possibile per poi mollarci....
    Non so se sia una visione esageratamente negativa..ma personalmente mi vien difficile credere ad una possibile continuazione del sistema euro o ad una volontà di aggiustamento da parte "loro".Non mi sembrano indirizzati in quel senso: se avessero voluto sistemi di aggiustamento ne avrebbero già trovato (incluso il prevedere l'introduzione di monete parallele, CCF o altro per supplire al gap negativo creato dal cambio fisso...perché basta già questo per riaggiustare la situazione in forma quasi stabile nell'eurozona..fermo tenendo l'Euro ).

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    1. L’Italia è troppo grande perché si possa correre il rischio di far deflagrare VOLUTAMENTE una crisi finanziaria-bancaria. È solo una questione di volontà politica italiana e di coesione della maggioranza al governo. Anche nel 2011 in realtà non sarebbero riusciti a far saltare Berlusconi se Napolitano non avesse architettato lo “sgancio” di Fini, che già da un anno aveva ridotto a tre seggi il margine della maggioranza.

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  5. E' vero cio che dicono: riesce a render comprensibilissime tematiche economiche a chi ne è digiuno...nessuno rende fruibile a tutti il discorso come lo fa Lei. Anche a persone lontane da tematiche economiche. Secondo me tutti gli economisti dovrebbero fare il distinguo tra gli articoli scientifici dedicati per esperti e quelli per le persone comuni...e sviluppare la capacità di render semplice e comprensibile il discorso economico a tutti.

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    1. “Se non lo sai spiegare in modo semplice, non l’hai capito abbastanza bene” diceva Einstein...

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  6. Replica di un dottore in economia finanziaria presso Alma Mater di Bologna a considerazioni simili a quanto sopra:<>
    Giovanni Vanacore a te la parola.
    Lorenzo Zanellato

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  7. Replica di un dottore in economia finanziaria presso Alma Mater di Bologna a considerazioni simili a quanto sopra,ovvero Mi sembra che il succo del programma sia di far campare di soldi pubblici gente pigra abituata ad incolpare gli altri dei propri fallimenti.
    È tutto un promettere sussidi, pensioni e stipendi pubblici, come se i soldi crescessero sugli alberi.
    Francamente mi sembra gente in fuga dalla realtà, il mondo in cui vivono non gli piace e allora si rifugiano nelle illusioni.

    Cambiare le cose realmente richiede studio, fatica, compromessi, fallimenti, piccoli passi, ma dato che non hanno nessuna voglia e nessuna capacità di affrontare tutto questo, scelgono la via comoda del mondo dei sogni.
    Si basano su numeri falsi, notizie false, teorie e proposte superate da decenni, tutto costruito per far credere a sé stessi e agli altri che si può vivere bene senza fare sforzi, che i problemi siano sempre colpa di qualcun'altro.

    Purtroppo rivive il dramma di un Sud dove molti vogliono vivere a spese altrui e dove si aggiungono pure gli ambientalisti che disprezzano l'industria ed il lavoro nel privato, per cui di fronte ad ogni opera si guarda solo il danno ambientale e non i posti di lavoro che crea, perché tanto a dare lavoro ci pensa lo Stato.

    Non ragionano in un'ottica di cambiamento, ma di uno Stato fascio-comunista che pianifica ogni aspetto della vita dei cittadini.
    Lorenzo Zanellato

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    1. Ma no, il succo del programma è di mettere al lavoro una vastissima fascia di risorse produttive (persone e aziende) che oggi sono inoperose, o comunque sottoutilizzate. Perché questo sia accaduto, e perché la situazione sia risolvibile - rapidamente - immettendo potere d’acquisto nell’economia, è spiegato nel primissimo post di questo blog (27.1.2013).

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  8. Replica del dottore in economia finanziaria...Eh, ma come intendono trovare i soldi per ridurre le tasse sul lavoro?
    Se davvero il succo del loro programma è quello, perché invece di mettere al centro dei loro discorsi il reddito di cittadinanza non ci hanno messo la questione fiscale?
    Quindi:
    1) Lei ritiene il reddito di cittadinanza una misura desiderabile?
    2) Dove trova i 150 miliardi?
    Lorenzo Zanellato

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    1. Dove li trovo ? Oh bella... emettendo CCF ;)

      Quanto al reddito di cittadinanza, preferisco rilanciare l’impiego pubblico in settori come sanità, istruzione, ordine pubblico, infrastrutture, protezione civile.

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    2. Trovo l'idea razionale (CCF): si dà un reddito (cittadinanza, o dignità, o altra denominazione) e lo si condiziona ad un lavoro utile alla Società (o Stato). Diventerebbe uno stipendio, appunto nei settori citati: io privilegerei l'Ordine pubblico (Forze dell'Ordine diversificate) poiché riscontro paura nella gente (specie nel 30% circa di età avanzata). Penso che la disoccupazione verrebbe se non del tutto in gran percentuale azzerata (con progetti di istruzione mirati nei vari settori).

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    3. Una buona parte verrebbe azzerata direttamente, poi ci sarebbe l'effetto indotto della maggior capacità di spesa in circolazione, che trainerebbe domanda e produzione anche nel resto dell'economia.

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  9. Replica del dottore in economia finanziaria: Quindi finanziano il tutto stampando denaro, il che significa inflazione fuori controllo...
    Siamo sempre lì, alla cultura dei soldi facili, dove basta stampare pezzi di carta per creare ricchezza dal nulla.
    Un delirio, per dare ad una massa di inetti dei posti di lavoro pubblici di poca fatica e buon guadagno.
    Lorenzo Zanellato

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  10. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  11. 1)Riguardo al primo periodo della frase di questo articolo va distinto solo se hai credibilita' internazionale e se ti chiami USA o meno.
    in un mondo globalizzato anche il Giappone ha tantissimo bisogno di credibilita', cosa che loro hanno, noi no.
    2) Se stampi moneta per ripagare con valore nominale un debito reale sai la volta dopo chi ti compra un BTP?Nessuno.
    Cosa si risponde a queste obiezioni?
    Lorenzo Zanellato

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    1. Anche agli USA e al Giappone la "credibilità" la dà la macchina da stampa. Se usassero una moneta che non emettono, e sopravvalutata per le loro economie, avrebbero problemi analoghi ai nostri. Ripagare "con valore nominale un debito reale" è un problema solo se si innesca inflazione: problema oggi inesistente - anzi è proprio la BCE a riconoscere che l'inflazione è troppo BASSA, non viceversa...

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  12. quello che però ci chiediamo tutti dottor cattaneo : ma il governo attuale ha preso in considerazione qualcosa al riguardo di ccf oppure continua sulla stessa strada degli altri ? e' questo che non riusciamo a capire. avete fatto conferenze su conferenze, avete fatto conferenze alla camera e al senato , ma non si e' ancora sentito dire una parola dai politici , aldilà delle televisioni, ma anche in altri ambiti.... quindi la preoccupazione della gente e' che cominciano tutti a capire che le alternative ci sono , ma qualcuno sta prendendo in considerazione le alternative ?

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    1. Prendendo in considerazione sì. Se ne seguirà l'azione, al momento non so dire.

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