martedì 23 gennaio 2018

Esternazioni berlusconiane


Negli ultimi giorni, alcune interviste rilasciate da Berlusconi hanno creato una certa agitazione, e anche un certo scoramento, tra i potenziali elettori della coalizione di centrodestra. Quantomeno, tra chi spera che il centrodestra al governo possa costituire una svolta nelle relazioni con la UE – in termini di uscita dai vincoli dell’eurosistema, in particolare.

Sentire Berlusconi che parla di “rapporto debito pubblico / PIL da far scendere al 100% anche mediante privatizzazioni per cinque punti di PIL” sotto questo profilo non è granché incoraggiante.

Il mio commento ? è una perdita di tempo prendere Berlusconi alla lettera, qualunque cosa dica. Per questo motivo non mi deprimo per le ultime esternazioni, così come non mi euforizzerei se urlasse “Moneta Fiscale” a squarciagola.

Berlusconi dice solo e sempre quello che in un determinato momento della campagna elettorale ritiene convenirgli. In fatto di tattica non lo batte nessuno. La strategia è un altro discorso.

In questa fase, ritiene che la cosa migliore si mostrare un volto rassicurante a Bruxelles e tener le acque calme fino alle elezioni, anche in vista della sentenza di Strasburgo sulla sua possibile riabilitazione (per quanto difficile sia che arrivi prima del 4 marzo).

Poi, se il centrodestra vince le elezioni, si vedrà quali sono i pesi all’interno della coalizione. Fermo restando che il programma condiviso (inclusi i Minibot di Borghi - da far evolvere in CCF, aggiungo io) a mio modesto avviso piace (a Berlusconi) molto più dell’ipotesi di vendere beni pubblici per il 5% del PIL (ammesso che sia possibile, cosa di cui dubito fortissimamente: sarebbero 90 miliardi in cinque anni…).

L’importanza di immettere potere d’acquisto nell’economia, Berlusconi l'ha capita da tempo, e non credo proprio che abbia cambiato idea adesso.

I giochi sono ancora tutti da fare.


6 commenti:

  1. Claudio Pisapia: Caro Marco Cattaneo ho delle perplessità su questo post. Dici in pratica (a noi che crediamo "poco" in quest'eurozona) di non preoccuparci troppo perchè quello che Berlusconi dice in fondo è solo aria, non è quello che pensa veramente e non è nemmeno quello che farà se eletto (abbattimento debito pubblico, rispetto del tetto del deficit, vendita beni pubblici). Allo stesso modo quindi dovremmo pensare delle esternazioni del M5S oppure di quelle del PD per le parti che non ci piacciono? oppure Berlusconi visto il suo passato di grande statista, dedito alla risoluzione dei problemi del popolo italico, senza macchia che mai ha mentito o operato nei suoi interessi merita più fiducia degli altri?

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    1. Ho detto una cosa un po' diversa: che prendere alla lettera Berlusconi non ha molto costrutto. La mia posizione non è che mi fido, è che non mi sarei fidato neanche se continuasse a ripetere (come ha fatto peraltro qualche dozzina di volte...) che vuole la moneta parallela... Quanto agli altri: il PD sappiamo cos'è, un esecutore delle direttive UE e basta. Sul M5S avrò un'opinione più chiara se e quando presenteranno un candidato ministro dell'economia (avevano detto tante volte che la compagine di governo sarebbe stata annunciata prima delle elezioni: qui siamo...).

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  2. Nel frattempo, invito a riflettere sul commento pubblicato oggi sul sito eurointelligence.com, curato da Wolfgang Munchau (editorialista del Financial Times, firma anche articoli sul Corriere della Sera: è un europeista critico, che vorrebbe veder funzionare il processo di integrazione europea ma si rende conto che la governance economica non funziona per niente).

    Il commento, dicevo:

    "Berlusconi made a formal commitment that he will respect the 3% - a commitment brokered by his old chum Antonio Tajani, a member of Berlusconi's Forza Italia and now president of the European Parliament. But the 3% pledge is a complete joke because it is technically based on a Laffer-curve argument. Berlusconi wants to implement a flat tax, with which he hopes to raise GDP, and thus depress the level of debt-to-GDP to 124% - down by 10pp. It is on that basis that he wants to respect the 3% rule. Translated: he does not see the 3% rule as a political constraint, but as the outcome of his policies."

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    1. Quindi: prima sforiamo e poi la crescita ci riporterà al 3% di deficit / PIL. Questo in realtà non è necessariamente un argomento "curva di Laffer" (la crescita non viene dal fatto che si induce a lavorare gente che prima non lo faceva perché disincentivata dalle alte aliquote, o almeno non solo: viene dall'avere immesso capacità di spesa nel sistema economico). Ma è comunque la prova, se Munchau interpreta bene - ed è possibile, credo anche probabile - che Berlusconi NON ha in mente di rispettare il vincolo. Tra parentesi, si parla del 3% ma in realtà la previsione 2018 è 1,6%: "rispettare il 3%" in realtà vorrebbe dire 25 miliardi di deficit IN PIU'...

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  3. Stamane si è verificato un evento che ha reso meno inquietante l'incubo berlusconiano...

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    1. Penso anch'io. Rifletta sui commenti di Munchau, comunque...

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