Riflessioni su uno
spunto di Stefano Sylos Labini. E’ concettualmente diverso emettere moneta fiat, che ha valore in quanto lo Stato
la accetta in pagamento delle obbligazioni d’imposta, rispetto a moneta
garantita da attività reali ? sì, è diverso, ma il tema merita un
approfondimento.
Il Venezuela sta,
a quanto pare, valutando la possibilità di emettere una “criptovaluta inizialmente
garantita da una parte delle riserve sotterranee del petrolio venezuelano”. C’è
molto scetticismo su questa iniziativa, a causa – naturalmente - dell’instabilità
politica e sociale del paese sudamericano. Ma l’idea in sé è concettualmente
sbagliata ?
In ultima analisi,
sia la Moneta Fiscale (MF) che la moneta garantita da attivi (MGA) hanno valore
in funzione della capacità di generazione di reddito dello Stato emittente.
La MF è un
progetto che ha senso, in questo momento, per l’Italia, in quanto la capacità
produttiva del paese è fortemente sottoutilizzata e i vincoli dell’Eurosistema
impediscono di saturarla immettendo maggiore domanda nel sistema economico
mediante gli strumenti tradizionali. Non si possono emettere titoli di Stato oltre
certi livelli (livelli oggi insufficienti); né euro (perché l’Italia utilizza l’euro
ma non lo emette).
Se non esistesse
questo enorme livello di sottoutilizzo delle risorse produttive, il progetto MF
non sarebbe in grado di ottenere nulla di positivo.
In effetti, anche
la MGA ha valore in quanto esiste un potenziale inespresso di produzione di
reddito. Le riserve petrolifere avranno un valore nel momento in cui verranno estratte
e rese commercializzabili - da qui deriva il maggior reddito potenziale. Ma l’estrazione
dell’intero ammontare delle riserve si svilupperà in un arco di tempo molto
esteso: il valore può allora essere reso disponibile in anticipo, emettendo MGA
e utilizzando le riserve come garanzia.
Qual è la
principale differenza ? Che la MF fa leva su un sottoutilizzo di capacità
produttiva del sistema economico. E una volta portata a regime, la maggior
capacità produttiva – quindi anche di generazione di reddito – è destinata a
rimanere, anzi ad accrescersi nel tempo, via via che l’accumulazione di
capitale fisico e i progressi tecnologici lo consentono.
Le riserve di
petrolio invece sono destinate ad esaurirsi. La MGA rischia quindi di mettere a
disposizione della collettività nazionale un potere d’acquisto che non potrà
essere mantenuto in futuro. E nel frattempo, di produrre inflazione (perché si
spinge la domanda interna ben al di sopra della capacità produttiva del paese) e
di rendere non competitive le produzioni interne.
La Norvegia ha
fatto qualcosa che può essere considerato l’opposto
dell’emissione di MGA. Invece di emettere moneta garantita dallo sfruttamento
futuro delle riserve petrolifere, ha creato un gigantesco fondo sovrano accantonando
una grossa quota dei proventi derivanti dal loro sfruttamento. Il fondo ha
raggiunto un valore investito di circa 1.000 miliardi di dollari, enorme in
assoluto e ancora di più se lo confrontiamo con una popolazione di poco più di
cinque milioni. Sono quasi 200.000 dollari a
persona, per ogni cittadino norvegese.
Lo scopo è non
scaricare sull’economia interna un potere d’acquisto del tutto sproporzionato
rispetto alle capacità del sistema produttivo, di ripartire nel tempo i
benefici delle risorse petrolifere (il cui sfruttamento è destinato a declinare
nel prossimo futuro) e anche di smussare gli effetti delle fluttuazioni nel prezzo
del petrolio.
Tornando alla MGA, è un progetto che può avere senso se il valore delle emissioni viene utilizzato (in misura adeguata)
per investire e migliorare la capacità produttiva del sistema economico, in
modo da assicurare la coerenza tra il maggior potere d’acquisto implicito nella
MGA, e livelli sostenibili di generazione di reddito (sostenibili, s’intende,
anche quando lo sfruttamento dei giacimenti declinerà).
Nel caso della MF
applicata all’Italia, il problema non esiste perché la capacità produttiva
esiste già: si tratta di portarne a regime l’utilizzo, eliminando la carenza di
domanda interna.
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