Stavo per
esprimere un concetto, ma Stefano Sylos Labini l’ha riassunto molto bene
risparmiandomi lo sforzo, quindi lo cito pari pari:
“Aldilà delle
malversazioni, della vigilanza inadeguata e delle strategie distorte delle
banche quotate per raggiungere il massimo profitto nei tempi più brevi
possibili, la crisi delle banche – di cui Carige è l’esempio attuale – deriva principalmente
da una crescita economica insufficiente. Solo la crescita dell’economia,
infatti, rende le attività liquide e aumenta il grado di patrimonializzazione
del sistema bancario”.
Questo è bene
averlo chiaro perché, naturalmente, si leggono e si leggeranno tanti articoli
sulle inefficienze, nonché sugli investimenti e affidamenti sbagliati di
Carige, così come, nel recente passato, di MPS, Banca Etruria, Marche, Chieti,
Ferrara, delle due venete (Popolare di Vicenza e Veneto Banca), eccetera.
E’ chiaro che ogni
storia fa a sé e ci sono sempre dei motivi per cui a una crisi sopravvivono
alcune organizzazioni e non altre.
Ma è altrettanto
chiaro che quando la percentuale di situazioni problematiche, in un determinato
paese o settore di attività economica, cresce fortemente rispetto al passato,
esiste un problema sistemico che va al di là dei singoli casi.
Vale sempre la
metafora della casa tenuta a zero gradi: un baldo giovane infila tre maglioni e
comunque sopporta il freddo; il bambino e la persona anziana / cagionevole di
salute si ammalano, o peggio.
Se vogliamo
riportare il termostato a venti gradi, la strada c’è ed è il progetto CCF / Moneta Fiscale. Poi, ci sarà sempre chi starà meglio e chi starà peggio. Ma
avremo ricreato una situazione in cui la grandissima maggioranza delle organizzazioni
e degli individui se la passano da discretamente bene a molto bene
Oggi non è così, ma non è ineluttabile - e quindi non è accettabile - che non sia così.
Oggi non è così, ma non è ineluttabile - e quindi non è accettabile - che non sia così.
Certo che il fallimento di una banca (anche se potrebbe apparire un evento...naturale - vedi Lehman & Bros.) rischia in primis di produrre sfiducia nei confronti del sistema bancario e poi di innescare una crisi economica (come quella dalla quale non riusciamo ancora ad uscire). Certo trovo profondamente ingiusto che i guadagni/dividendi vadano nelle tasche di pochi...eletti e i costi del salvataggio gravino poi sulle spalle di tutti. Certo che se però continuiamo a salvare le banche con i soldi pubblici (sottraendoli agli investimenti) chi garantisce che certe situazioni economicamente a rischio non vengano create ad arte per intascarsi un bel pò di milioni?...Certo se invece il salvataggio fosse a carico dei vari (e veri) beneficiari...
RispondiEliminaIl tema che il salvataggio di una banca via intervento statale debba "gravare sulla collettività" però è un po' diverso da quello che sembra. Vedi il post del 6.1.2016.
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