domenica 6 febbraio 2022

Superbonus: dov’è la competenza dei “competenti” ?

 

Come visto nell'ultimo post, e come del resto state leggendo sulle pagine economiche dei quotidiani, è in corso una “vivace” dialettica tra il MEF (da un lato) e il resto del mondo economico e politico italiano (dall’altro).

L’argomento è il Superbonus 110%, e più precisamente la pretesa del governo di bloccare – con un provvedimento varato senza alcun preavviso, e con effettività pressoché immediata – le ulteriori cessioni (quelle, cioè, successive alla prima) dei crediti fiscali concessi a seguito di operazioni di riqualificazione e di ristrutturazione immobiliare.

La pretesa è di contrastare “le frodi”. Ma le frodi si verificano per una carenza di controllo al momento in cui il credito fiscale insorge.

Le cessioni successive, si legge, creano ulteriori problemi perché si rischia di perdere traccia del soggetto che ha illecitamente tratto vantaggio dal provvedimento. Si teme, in altri termini, che la catena di passaggi renda alla fine impossibile risalire a chi ha effettuato l’illecito.

Ma se questo è il problema, la soluzione è semplicissima: imporre un obbligo di segnalazione ai vari cedenti e cessionari, analogo a quello già previsto per gli intermediari finanziari, bancari, assicurativi ecc. (per quelli, in altri termini, soggetti a vigilanza).

L’atteggiamento del MEF, che sta continuando a fare resistenza riguardo alla necessarissima modifica del recente decreto, è stolido e stupidamente vessatorio, e la motivazione fornita appare pretestuosa a livelli quasi (o forse neanche quasi) provocatori.

Il MEF su questo tema ha tutti, ma veramente tutti, contro. Operatori. Intermediari. Associazioni di categoria. Privati individui che hanno avviato opere di ristrutturazione. Forze politiche di maggioranza. Forze politiche di opposizione.

Ci si era convinti che il “governo dei competenti” fosse FORSE, come purtroppo è avvenuto tante volte in passato, orientato a NON fare gli interessi del paese, ma quantomeno INDUBBIAMENTE dotato di elevate qualità tecniche.

Sta invece sorgendo il dubbio, pure in parecchi fan della prima ora, che manchino non solo le buone intenzioni, ma anche, appunto, le competenze, le capacità, le qualità.

 

4 commenti:

  1. Massimo Matteoli: Dopo aver introdotto una modifica che per colpirei truffatori sa solo vessare i cittadini onesti, Draghi ed il Ministro Franco continuano a rifiutare ogni ipotesi di intervento correttivo nonostante l'opposizione unanime di partiti, associazioni ed imprese.
    Eppure la sconfitta nella corsa al Quirinale dovrebbe aver insegnato al premier che in democrazia serve il consenso.
    A questo punto non rimane che sperare che il Parlamento lo ricordi con i fatti al Governo.

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    1. Qualcuno sospetta che non essere diventato PdR abbia "incattivito" Draghi. Io non so. So che sta andando fuori strada.

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    2. E se invece fosse sempre stato fuori strada ? C'era chi sospettava che fosse studiata fin dall'inizio la farsa del quirinale, come quello che ha le valigie in mano che sta per uscire dalla porta, ma poi ci ripensa per dovere. Mi ricorda il precedente.

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    3. Draghi però al Quirinale puntava veramente.

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