venerdì 18 marzo 2022

Moneta Fiscale per affrontare la crisi energetica e alimentare

 

L’economia mondiale sta soffrendo per gli aumenti dei costi di energia, materie prime e input produttivi in genere. Un problema già pesante da parecchi mesi, a causa delle strozzature di offerta causate dalla rimessa in moto delle catene produttive dopo la conclusione dell’emergenza Covid. Ma diventato ancora (e molto) più grave in conseguenza della crisi ucraina, che ha fatto esplodere il prezzo di petrolio, gas, commodities agricole eccetera.

Come affrontare questa pericolosissima situazione ?

Una possibilità da esaminare molto seriamente è la riduzione (diretta o indiretta) dell’imposizione fiscale che grava, sotto molteplici forme, sui costi degli input produttivi. Ad esempio:

abbassando l’IVA sui prodotti alimentari

abbassando le accise sui carburanti

abbassando gli oneri di sistema sui consumi di gas

erogando ristori a favore di famiglie e aziende consumatrici degli input produttivi, o dei prodotti da essi derivati, che stanno subendo incrementi di costi

eccetera.

C’è una remora da superare – sempre la solita. La (falsa) necessità di contenere i deficit pubblici. Ma i deficit sono negativi se creano eccesso d’inflazione; se facciamo deficit per diminuire i costi sia alla produzione che al consumo, andiamo invece nella direzione giusta, sotto tutti i punti di vista.

Tecnicamente uno Stato che emette moneta è libero di procedere con azioni di questo tipo. L’Italia però ha il problema di non avere una moneta propria, essendo parte dell’eurozona.

Tuttavia la soluzione esiste: erogare sostegni o attuare riduzioni di tasse ma NON tramite emissione di euro, bensì utilizzando Moneta Fiscale / CCF. Ridurre quindi gli impatti dei maggiori costi in modo indiretto (ma efficacissimo), con strumenti di compensazione fiscale.

Le erogazioni di Certificati di Compensazione Fiscale (CCF) possono compensare gli oneri di sistema sulle bollette di luce e gas, o le accise sui carburanti, o l’IVA sui generi di prima necessità. Giusto per parlare di beni le cui crescite di prezzo oggi destano particolare preoccupazione, e su cui il governo in effetti ha parzialmente agito nei mesi scorsi – con interventi però marginali per non dire “omeopatici” (sempre per via del ritornello che “mancano i soldi”).

Per esempio, può essere distribuita sia agli autotrasportatori sia al pubblico una carta carburante. Ogni volta che si effettua un rifornimento, a fronte del pagamento di euro la carta carburante attribuirebbe un determinato quantitativo di CCF, riducendo o azzerando totalmente l’impatto delle accise e dell’IVA per il consumatore.

I CCF sono una forma di Moneta Fiscale: sconti fiscali negoziabili e trasferibili, esercitabili dopo un predeterminato periodo dalla loro erogazione, che hanno valore in quanto danno diritto al titolare di ridurre pagamenti d’imposta futuri.

Il percettore della Moneta Fiscale può trattenerla per ridurre la sua imposizione fiscale futura, o utilizzarla per pagare beni e servizi ad esercizi economici che la accetteranno, o venderla sul mercato finanziario in cambio di euro.

Utilizzare la Moneta Fiscale con queste modalità migliora la competitività delle produzioni interne da un lato, aumenta il potere d’acquisto dei consumatori finali dall’altro. Crea spazi per abbassare, rispettivamente, sia i costi di produzione che i prezzi di vendita effettivi subiti dai consumatori.

L’essenziale è erogare Moneta Fiscale in quantità tali da restare ampiamente sotto il livello del prelievo fiscale annuo della pubblica amministrazione. Diversamente, il valore della Moneta Fiscale in circolazione si depaupererebbe. Ma gli spazi sono enormi, tenendo conto che gli incassi pubblici totali sono dell’ordine di grandezza di 800 miliardi annui.

La Moneta Fiscale consente quindi di finanziare interventi che preservano il potere d’acquisto dei consumatori e calmierano i costi di produzione delle aziende. Il tutto, senza emettere BTP o altre forme di debito da rimborsare in euro.

Il progetto Moneta Fiscale ha già trovato una parziale, ma molto efficace, applicazione con il Superbonus 110%. È decisamente il momento di ampliarne l’utilizzo e di farne uno strumento strutturale di gestione della politica economica. L’attuale contesto di crisi lo rende estremamente opportuno: in effetti, vitale.

 

2 commenti:

  1. Cristian D'Avola: Potrebbe anche servire per detassare e incrementare produzioni agricole rinunciando a rimborsi dall’europa sulle folli politiche agricole europee?

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    1. Anche, certo. Qualsiasi azione di spesa o di detassazione può essere effettuata con la Moneta Fiscale.

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