giovedì 7 luglio 2022

Il deficit pubblico, alimentatore dell’economia

 

Ogni volta che ci penso (e data la mia attività professionale e i miei interessi non potrei fare a meno, anche se volessi evitarlo, di pensarci spesso) sono sbigottito da come ancora si perpetui il consueto equivoco – o la consueta frode, scegliete voi.

Quale equivoco, quale frode ? che il deficit pubblico sia un problema, un onere, un macigno, un dramma che incombe sull’economia di un paese.

Il deficit pubblico immette risorse finanziarie nel sistema economico. Lo Stato spende più di quanto tassa, e i privati quindi si ritrovano con più mezzi finanziari.

Il deficit pubblico è UN ALIMENTATORE. Fornisce al settore privato i mezzi di pagamento e di scambio che DEVONO crescere con lo sviluppo dell’economia.

In assenza di deficit pubblico, questi mezzi dovrebbero provenire solo dal credito privato (che è prociclico e quindi potenzialmente destabilizzante) o da surplus commerciali verso l’estero (ma allora qualcun altro deve essere in deficit: quindi creo debito all’esterno del paese, generando problemi ai miei vicini).

Chiaro, l’alimentazione può creare problemi se è eccessiva o mal direzionata. Ma questo significa che occorre regolarla e tararla correttamente, NON che sia di per sé un problema.

Posso annegare nell’acqua, o posso bere troppo velocemente e mandarmela di traverso. Nessuno direbbe per questo che dell’acqua si deve fare a meno.

Tutto questo è così semplice ed evidente che si fa fatica a credere nella buona fede di certe autorità pubbliche quando sostengono che il pareggio di bilancio è un obiettivo di primaria importanza “per rendere solide le finanze pubbliche”.

Di sicuro l’equivoco – o la frode – fa molto comodo a chi deriva posizioni di potere, di influenza, di controllo, di imposizione politica, perché è nella condizione di “razionare l’acqua”.

E se qualche volta la “raziona” per motivi sensati, molte altre volte ha tutta l’aria di farlo perché, appunto, c’è sempre una buona ragione (nella testa del razionatore) per incrementare i presupposti del proprio potere, della propria influenza, della propria capacità di controllo.

 

6 commenti:

  1. Ennio Caruccio: Per renderti più sereno...ci vorrebbe il deficit pubblico in costituzione.

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    1. Sai che non sarebbe una cattiva idea ? ci scrivo uno dei prossimi post.

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  2. Lorenzo Zanellato: E se portiamo un deficit al 50 %(estremizzando il concetto) cosa accadrebbe?

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    1. Che scateniamo una megainflazione. Il deficit di bilancio deve essere al livello e con la composizione necessari per ottenere piena occupazione e stabilità monetaria. Livello che cambia nel tempo ma non è certo mai il 50%.

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  3. Giampaolo Zanaboni: Perfettamente d'accordo, ma c'è un problema. Il deficit produce PIL e debiti, ma la progressione negli anni dei due diverge sempre di più. Il fatto non è solo caratteristico dell'Italia, ma è comune anche ad altri paesi, USA e Giappone inclusi. Se l'equazione fosse corretta, al deficit dovrebbe corrispondere una crescita coerente del PIL, sfasata certamente nel tempo, ma correlata al denaro immesso nel sistema: ma questo non avviene. È evidente quindi che c'è un errore.

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    1. No, non è affatto necessario che il deficit produca debito. Se lo stato emette moneta non ha necessità di emettere debito. Può farlo, e di regola lo fa, successivamente per offrire una possibilità di impiego del risparmio privato prodotto dal deficit. Ma non ne ha necessità. E in ogni caso il debito in moneta propria è, di fatto, moneta.

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