Ve li ricordate, i profeti di sventura che vaticinavano il crollo dello yen a causa dell’ostinazione nipponica a mantenere bassissimi i tassi d’interesse ?
Beh la Bank of Japan ha preso tutti di sorpresa annunciando la decisione di comprare i titoli decennali non più al rendimento massimo dello 0,25%, ma a un mirabolante 0,5%.
Invariati (a zero) invece i tassi sulle scadenze brevi e medie.
Il quarto di punto in più sui tassi decennali è stato sufficiente a produrre un rafforzamento del cambio di oltre il 3%. Un dollaro scambia attualmente a 132 yen (aveva raggiunto un picco di 152 l’ottobre scorso).
Una azione monetaria restrittiva di entità modestissima è bastata a ottenere questo risultato. Nel frattempo USA e soprattutto Eurozona continuano a lottare con un’inflazione (sia pure in discesa, almeno negli USA) molto più alta di quella nipponica (7%, 11% contro 3%) nonostante incrementi di tassi molto sostenuti e la minaccia di farne seguire altri, anzi “molti” altri (quantomeno nell’Eurozona).
Ne derivano due indicazioni molto chiare:
PRIMO, non c’è alcuna necessità, né tantomeno utilità, di alzare i tassi per contrastare efficacemente un’inflazione che nasce da problemi non di domanda ma di approvvigionamenti e materie prime.
SECONDO, le
differenze di tassi impattano sul cambio ma (fatto salvo che l’indebolimento
del cambio NON RETROAGISCE sull’inflazione interna, se non in misura del tutto
marginale) contrastare questa tendenza è possibile con interventi assolutamente
modesti, quindi non tali da influire sulla domanda interna né sulle prospettive
di crescita dell’economia.
Cosimo Andretta: Il Giappone è un altro pianeta.
RispondiEliminaIl pianeta di chi usa la sua moneta e non si fa abbindolare dalle panzane euroausteriche.
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