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giovedì 22 febbraio 2018

La razionalità inconscia dei mercati finanziari


Dice il mio amico e collega Andrea Angelelli, dopo aver letto questo post: “io per la verità non vedo operatori finanziari che ragionano come spieghi tu, non hanno in mente questi trend storici, queste medie di lungo termine”.

Vero, salvo rare eccezioni è così. Gli operatori parlano di mille cose – geopolitica, elezioni, risultati aziendali del prossimo trimestre, analisi tecnica (perfino…) – ma mai (beh mai è un'esagerazione: diciamo molto più raramente) di tendenze pluriennali.

Questo, tuttavia, non vuol dire che il mercato, nel suo complesso, non si orienti in base a quelle. Anzi.

Il comportamento collettivo del mercato si orienta in una certa direzione, senza necessità che gli operatori conoscano consciamente ed esplicitamente le linee di tendenza dei fondamentali economici.

Analogamente, se avete in mano una matita e la lasciate cadere, la matita si dirige verso terra. Non perché sappia che esiste la legge di gravità, né tanto meno perché conosca il valore della costante di Newton.

La matita non lo sa, ma la gravità esiste. Ed esistono anche i fondamentali economici. Il mercato se ne può discostare, ma solo temporaneamente. L’effetto di attrazione verso i fondamentali a un certo punto riprende il sopravvento.

E riprende il sopravvento anche se una grandissima parte, forse la maggioranza, degli operatori di mercato ha una conoscenza solo vaga e approssimativa dei fondamentali economici, o comunque non prende (non sembra prendere…) le sue decisioni quotidiane in base ad essi.