Provo a
rispiegare, ancora una volta…
L’ho già detto
tempo addietro: se a un certo punto ci sarà la possibilità di schiacciare il
pulsante che attiverà il breakup dell’euro, non sarò certo io (nel remotissimo
caso che ne avessi la possibilità…) a oppormi !
Tuttavia
caldeggio una via diversa di soluzione dei problemi del sistema monetario
europeo, un approccio morbido (o riformista che dir si voglia).
Nei suoi effetti
finali, la via morbida è totalmente equivalente al breakup. L’ho spiegato qui,
qui e in tante altre sedi. E sono sempre a piena disposizione per chiarire
qualsiasi dubbio di natura tecnica a chi, legittimamente, non ne è ancora
convinto.
Ma quello che mi
preoccupa, riguardo al breakup, è soprattutto la difficoltà di acquisire il
consenso maggioritario della pubblica opinione e di superare i fortissimi
interessi che vi si appongono.
Spaccare l’euro
implica che l’Italia (e gli altri paesi mediterranei dell’eurozona) si
ritroveranno ad adottare monete che saranno oggetto di svalutazione. Mentre la
Germania ed altri paesi dell’ex area marco si verificherà il fenomeno
contrario.
Per i
“nord-eurozonici” ci sono due problemi: (1) immediata perdita di competitività
e (2) svalutazione dei crediti detenuti nei confronti dei paesi mediterranei.
E’ un problema
loro, certo, non nostro. Ma lo diventa nel momento in cui li spinge, per
esempio, a esercitare forti pressioni e ad agevolare campagne di informazione
(o disinformazione) ostili al cambiamento. E stiamo constatando che non è
teoria, è quanto sta avvenendo.
Poi ci sono i
problemi che preoccupano direttamente anche i cittadini italiani: (a)
svalutazione che alimenta inflazione, quindi perdita di potere d'acquisto di
retribuzioni, pensioni e risparmio, quindi (b) necessità di predisporre
meccanismi di indicizzazione, che potrebbero tuttavia alimentare una spirale
salari-prezzi simile a quella che si è verificata ai tempi delle crisi
petrolifere (c) turbolenze nei mercati finanziari e nel sistema bancario.
Ora, la mia
opinione è che la traslazione da svalutazione a inflazione non solo sarebbe molto
meno che proporzionale, ma potrebbe addirittura non verificarsi per nulla.
E le turbolenze
in corrispondenza del breakup potrebbero anche non esserci (qui, tuttavia, ho opinioni meno forti).
Ma che questi
timori siano tanto o poco giustificati, il problema di base è che ESISTONO.
Che cosa ne
segue riguardo all’attitudine della pubblica opinione ?
Non so a voi, ma
a me appare evidente che il pubblico è diviso in tre blocchi. Credo, grosso
modo, di dimensioni simili, e sicuramente tutti e tre consistenti.
Quelli che
dall’euro uscirebbero domattina.
Quelli che
capiscono che qualcosa non va, ma sono spaventati dalla transizione.
E gli
irriducibili, che non ritengono necessario modificare il sistema monetario.
Ora, un
cambiamento così importante mi sembra molto difficile da attuare senza il
supporto di una parte largamente maggioritaria della pubblica opinione.
E senza
convincere il secondo gruppo, i “consapevoli ma spaventati”, temo proprio che
NON ci si arrivi. O de minimis che i
tempi siano molto più lunghi.
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