martedì 5 maggio 2015

“Moneta” parallela: le due diverse strade


Questo blog parla di moneta parallela da più di due anni, quindi dovrebbe darmi soddisfazione constatare come ormai se ne discuta diffusamente, in primo luogo come possibile soluzione per la crisi greca.

Come spesso avviene, però, nel momento in cui l’attuazione diventa una possibilità concreta, i dettagli, o per meglio dire le modalità (dettagli non sono…) fanno moltissima differenza.

L’alternativa è tra due strade, che possono essere denominate la “strada IOU” e la “strada CCF”.

E’ mia precisa convinzione che siamo in presenza di due ipotesi alternative, la prima delle quali è instabile e porta con ogni probabilità alla fuoriuscita della Grecia dell’Eurosistema; la seconda può, invece, costituire un assetto efficace e permanente.

Tanto per confondere un po’ le idee a chi mi legge, inizio col dire che né gli IOU né i CCF sono in realtà moneta nel senso di moneta legale. Non sono cioè “legal tender”, moneta con potere di estinzione delle obbligazione finanziarie contratte in passato e denominate in euro. Quella rimane monopolio della BCE.

Gli IOU sono debito.

I CCF sono un diritto patrimoniale negoziabile e  trasferibile.

Confusi ?

Spiego…

IOU sta per I Owe yoU, cioè “ti devo”. Sono un pagherò, a tutti gli effetti un titolo di debito. L’idea è che lo stato greco, trovandosi tra qualche settimana o mese a non detenere euro sufficienti, inizi a saldare una serie di spese (quali pensioni e stipendi dei dipendenti pubblici) erogando IOU.

Il dipendente pubblico o il pensionato riceverebbero, invece di 1.000 euro a fine mese, 1.000 IOU. Sono promesse di pagamento che lo stato greco sarebbe impegnato a onorare in un futuro più o meno distante, ad esempio tra tre anni, e probabilmente riconoscendo un tasso d’interesse.

Ora, se lo stato greco non è in grado di sostenere in euro i suoi costi odierni e, contemporaneamente, di rimborsare le rate di debito in scadenza, dovute a FMI, BCE e partner dell’Eurozona, nei prossimi mesi, non si vede perché dovrebbe diventare solvibile tra qualche anno non solo sul debito attuale, ma anche sulle nuove obbligazioni contratte per effetto dell’emissione degli IOU (che tra l’altro diventerebbe un fenomeno permanente: ogni mese si emetterebbero nuovi IOU).

In realtà emettere gli IOU equivale all’ammissione che la Grecia non è in grado di restare nell’Eurozona. E’ plausibile che a una mossa di questo genere segua una corsa agli sportelli bancari per ritirare i residui depositi in euro, e/o in breve tempo l’introduzione di contingentamenti nei ritiri se non la chiusura sic et simpliciter delle banche.

Aver pagato in IOU un mese o due di stipendi e pensioni permetterebbe allo stato greco di rimborsare qualche rata in più di capitale e interessi, ma nel giro, al massimo, di non molte settimane diventerebbe evidente che non ci sono le condizioni per evitare il default sul debito residuo.

Uno scenario di questo tipo è, semplicemente, il primo passo di attuazione della Grexit, con forti rischi che si tratti di un’attuazione alquanto disordinata.

Passiamo ai CCF.

CCF sta per Certificati di Credito Fiscale. Sono titoli che danno diritto al possessore, a partire da una data futura prestabilita – per esempio, due anni dopo l’assegnazione originaria – di ridurre, per un importo corrispondente al loro valore facciale, pagamenti altrimenti dovuti alla pubblica amministrazione dello stato emittente: la Grecia, nel caso specifico.

Il possessore di un CCF emesso, per esempio, il 30 giugno 2015 per l’importo facciale di 1.000, che debba effettuare pagamenti allo stato greco a qualsiasi titolo a partire dal 30 giugno 2017, ha il diritto di ridurli di 1.000 euro presentando all’organismo pubblico competente il CCF in questione. I pagamenti possono essere a fronte di imposte dirette, IVA, altre imposte indirette, contributi pensionistici o sanitari: qualsiasi cosa purché dovuta a una pubblica amministrazione.

Il soggetto che esegue quest’ultima operazione non è necessariamente il possessore originale, perché i CCF sono liberamente negoziabili e trasferibili. L’assegnatario originale potrà quindi cederli, in cambio di euro, a un soggetto che preveda di avere necessità future di pagamenti verso la pubblica amministrazione.

Dico assegnatario perché i CCF verranno attribuiti gratuitamente a una varietà di soggetti.

A lavoratori, pubblici o privati, dipendenti o autonomi, come integrazione del loro reddito. Ad esempio un lavoratore dipendente con reddito netto in busta paga di 1.000 euro mensili potrebbe ricevere gli stessi 1.000 euro, più CCF per l’importo facciale di 100.

Alle aziende, in modo da ridurre il loro costo del lavoro lordo. Sempre per esempio, un datore di lavoro riceverebbe, a fronte di 2.000 euro pagati complessivamente per un dipendente (stipendio netto più imposte più contributi), CCF per l’importo facciale di 200.

Una quota di CCF potrà anche essere utilizzata per finanziare parzialmente programmi di spesa sociale o investimenti pubblici.

Come dicevo, i CCF non sono moneta nel senso legale del termine, perché nessuno può essere obbligato ad accettarli a fronte di un’obbligazione finanziaria espressa in euro.

Non sono neanche debito, perché lo stato emittente non s’impegna in alcun modo a rimborsarli.

Sono un diritto patrimoniale negoziabile. Hanno un valore in quanto esiste la certezza che potranno essere utilizzati per ridurre pagamenti altrimenti dovuti alla pubblica amministrazione greca, in un futuro prossimo.

Il soggetto assegnatario otterrà, di conseguenza, un incremento di reddito effettivo e di disponibilità patrimoniali.

Potrà mantenere in portafoglio i CCF come forma di risparmio addizionale, oppure potrà venderli in cambio di euro, dotandosi di disponibilità finanziarie che incrementeranno la sua capacità di spesa.

Con ogni probabilità, cominceranno a diffondersi anche meccanismi di transazione in cui determinate compravendite verranno direttamente regolate in CCF. In questo senso i CCF costituiscono un possibile intermediario di scambio (pur non essendo, come detto, moneta nel senso legale del termine).

L’accresciuta capacità di spesa dei cittadini greci rivitalizzerà la domanda, la produzione e l’occupazione. E il fatto che una parte delle assegnazioni vada alle aziende, in funzione dei costi di lavoro lordi da esse sostenuti, migliorerà la loro competitività, evitando che la maggiore domanda interna crei squilibri nei saldi commerciali esteri.

Preciso che l’assegnazione di CCF ottiene questi effetti perché in Grecia, come in molti altri paesi dell’Eurozona, esiste oggi un notevole “output gap”: la capacità produttiva delle aziende greche è fortemente sottoutilizzata, e la disoccupazione è altissima. Se la capacità produttiva dell’economia greca fosse satura, una maggiore disponibilità di potere d’acquisto non spingerebbe verso l’alto la produzione, ma, principalmente, i prezzi.

Il recupero dell’economia greca implica anche una crescita delle entrate fiscali lorde, il che permette, nel momento in cui i CCF diventeranno utilizzabili (due anni dopo l’inizio delle assegnazioni) di compensare abbondantemente il calo di gettito che sarebbe altrimenti prodotto da tale utilizzo.

La differenza tra “strada IOU” e “strada CCF”, quindi, è che quest’ultima non è una soluzione temporanea e instabile. E’, al contrario, la via per ripristinare domanda, occupazione e produzione, e per rendere anche possibile il servizio del debito greco.

Rimane il problema delle imminenti scadenze di pagamento, dovute dalla Grecia ai creditori internazionali, per un importo di circa sette miliardi complessivi da qui a luglio. Se la riforma CCF fosse già stata avviata da un anno, forse anche meno, il recupero dell’economia avrebbe potuto renderle gestibili. A questo punto, le scadenze sono, al contrario, troppo imminenti.

La Grecia dovrebbe quindi adottare la seguente linea d’azione:

UNO, introduzione dei CCF.

DUE, sospensione dei pagamenti a BCE, FMI e partner dell’Eurozona.

TRE, impegno a produrre un surplus primario in euro (eccesso di incassi pubblici in euro rispetto ai pagamenti pubblici in euro, esclusi interessi e rimborsi di capitale ed escluse assegnazioni di CCF) pari per esempio all’1% del PIL nel 2015 e al 3% del PIL a partire dal 2016.

QUATTRO, proposta di riscadenziamento dei debiti in essere, che potrebbe limitarsi alla ridistribuzione, tra il 2016 e il 2018, dei pagamenti originariamente previsti per il resto del 2015.

Va notato che, adottando questo assetto, la Grecia ha a disposizione vari strumenti di flessibilità che le consentiranno di centrare gli obiettivi sub TRE e QUATTRO nel caso in cui l’evoluzione dell’economia sia, in alcuni anni, meno favorevole del previsto.

Potrà, se necessario, adottare uno o più dei seguenti interventi: (i) sostituzione con CCF di alcuni pagamenti di spese pubbliche dovuti in euro (ii) imposizione di tasse da versarsi in euro, ricevendo tuttavia un corrispettivo in CCF di pari valore (iii) proposta, opzionale, ai titolari di posporre l’utilizzo di determinate tranche di CCF, riconoscendo una maggiorazione in funzione del differimento (una forma d’interesse, di fatto) (iv) collocamento sul mercato di tranche di CCF di lunga scadenza (in questo caso non da assegnare gratuitamente, ma da collocare in cambio di euro).

Le opzioni sub (i) e (ii) ricordano le ben note (in Italia) “clausole di salvaguardia”, che impongono azioni restrittive di finanza pubblica (tagli e/o tasse) da mettere in atto se determinati obiettivi di bilancio non risultano conseguiti. Sono però molto meno penalizzanti per l’economia, perché non sono tagli o tasse “in cambio di nulla”: sono, al contrario, sostituite o compensate dall’erogazione di uno strumento finanziario di pari valore.

Si possono formulare diverse ipotesi in merito alla reazione dei creditori, e in particolare di UE e BCE, di fronte all’annuncio della “riforma CCF”. Io non ritengo plausibile che l’atteggiamento possa essere di ostilità, quantomeno non nel senso di spingere all’adozione di iniziative che possano farla deragliare – quali ad esempio la sospensione, da parte della BCE, dell’Emergency Liquidity Assistance (ELA) nei confronti del sistema bancario greco.

Azioni fortemente ostili porterebbero, con ogni probabilità, alla Grexit deflagrante. Proprio l’eventualità che nessuno vuole prendersi la responsabilità di far accadere.

Sarebbe molto più saggio, ma tutto sommato anche politicamente più accettabile, per UE e BCE, assecondare gli eventi, assumendo un’attitudine di “benign neglect” e facendo notare che, comunque:

si sono create le condizioni per stabilizzare l’Eurosistema;

si sono evitati stralci sul debito greco, sia pure a fronte di una modesta dilazione di scadenze;

e si è ottenuto un impegno plausibile, da parte della Grecia, a produrre significativi surplus di bilancio pubblico in euro, utilizzabili per ripagare i debiti.

50 commenti:

  1. IOU o CCF sono tutti moneta debito. Non c'è alcuna differenza. Ma mentre nel primo caso ad emettere quella moneta è sempre il sistema attuale ovvero la banca centrale greca e bce, i ccf sono emessi dallo stato italiano e quindi sono in concorrenza diretta con l'euro. Significa dichiarare guerra al mondo intero. Coi carri armati di cartone.

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    1. Significa metterlo in condizione di funzionare. Quello che il mondo intero non può permettersi è la rottura deflagrante dell'euro. Che è un rischio sempre presente. O la depressione permanente dell'eurozona. Che purtroppo non è un rischio, è la realtà di oggi.

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    2. Le monete parallele SONO una rottura deflagrante.

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    3. Non vedo, in alcun modo, perché.

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    4. Ma mi domando...il QE è previsto nei trattati ??? ...sbaglio (se sbaglio ditemelo ..non so dove ma da qualche parte ho letto che non è in regola con i trattati ) ...ma non è una misura straordinaria..non prevista nelle regole ?

      Shardan

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    5. Credo proprio di no, ma non ho certezze. L'interpretazione dei trattati e' moooooolto elastica...

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    6. non c'è nulla che impedisca esplicitamente l'adozione dei CCF. Dipende da " quelli là " considerare i CCF deflagranti o meno...e trarne le conseguenze.

      sintesi : se son deflagranti o meno...chi se ne frega....l'alternativa è la condanna sicura allo sfascio economico....tanto la rottura a prescindere dai CCF prima o poi ci sarà....perché questo sistema euro cosi architettato porterà "al naturale" all'implosione o all'esplosione....

      Shardan

      anzi..l'adozione dei CCF...se accettata da "quelli là "..potrebbe permettere un riequilibrio...con la permanenza della moneta unica.

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    7. farebbero bene a prenderli in considerazione.

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    8. Introdurre i CCF non ha assolutamente nulla di deflagrante. Sono semplicemente una nuova categoria di titoli di stato, con alcune particolarità (sono titoli di debito). La deflagrazione avviene solo se UE e BCE decidono - pretestuosamente, scientemente - di farla avvenire. Non lo ritengo minimamente probabile.

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    9. entrano in concorrenza. quindi di fatto è una deflagrazione dell'euro. la proposta IOU invece è un euro-greco sempre gestito dalla bce (di fatto) che dovrebbe portare ad euro nazionali e a quel punto la speculazione andrà a nozze con tutti questi euro così come andava a nozze con le monete europee. a quel punto l'eccesso di svalutazione degli euro nazionali costringerà la bce a sganciare l'euro da essi.

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    10. x cattaneo
      i ccf sono moneta e non titoli. i cittadini possono pagarci le tasse alla stessa entità che li ha emessi. coi btp non puoi pagarci le tasse. al momento le tasse le devi pagare in euro quindi i ccf sono moneta in concorrenza con gli euro.

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    11. Ma non c'è nessuna concorrenza e niente che mini la stabilità del sistema. Al contrario, si rende stabile qualcosa che oggi non lo e'.

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    12. una moneta internazionale scambiata in tutto il mondo seconda solo al dollaro sarebbe meno stabile di una stampata da uno stato che non riesce a fare neanche un marciapiede di cemento armato? andiamo ragazzi voi non siete mica a questo livello, siete economisti. un minimo di contegno e serietà.

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    13. Una moneta garantita dalle entrate fiscale dello stato emittente è molto più affidabile di un debito espresso in una moneta straniera, emessa da una banca centrale che fornisce garanzie solo in cambio di politiche deflattive che abbattono il PIL e l'occupazione dello stato indebitato...

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    14. infatti l'europa deve unirsi e l'unica a dirlo è appunto la bce ma non può farlo. devono farlo gli stati. in europa è in corso una guerra di unificazione. forse non l'avete capito. anche l'italia ha subito diverse guerre di unificazione.

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    15. Qualcuno un giorno mi spiegherà come e perché mandare l'economia in depressione e produrre svariati milioni di disoccupati dovrebbe essere il propellente dell'unità europea...

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    16. è il contrario. non vogliono unirsi. e quindi se non svaluti la moneta devi svalutare le masse.

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    17. e se non vogliono unirsi...(e non lo vogliono i popoli )...chi è che ha deciso che devono unirsi per forza...???...pena la distruzione dell'Europa....non lo capisco questo ragionamento.....e perché poi hanno costruito un architettura monetaria e geopolitica che produce proprio l'effetto contrario ?...pensavano che questo sistema...in futuro "producesse delle crisi" che avrebbero costretto gli Stati a "cedere" la propria sovranità (lo hanno detto anche chiaramente Padoa Schioppa, Prodi, Amato, Monti... per quanto riguarda l'Italia )..SAPEVANO CHE QUESTO SISTEMA UE/EURO..avrebbe prodotto crisi...ed è stato fatto in questo modo .

      ecco perché non hanno tenuto conto degli avvertimenti di quei 7 premi nobel (più tanti altri)...perché volevano un sistema che distruggesse gli stati....solo che a volte la ciambella non esce con il buco....(non è vero che i popoli europei amino l'UE e l'Euro....adesso sempre di più stanno capendo ..sulla loro pelle...e sta aumentando il sentimento antimonetaunico e anti UE...che non è anti Europa...perché l'"Europa " è un altra cosa...)

      Oggi sta montando sempre di più l'anti -UE /Euro....(l'Inghilterra...è praticamente TUTTA anti moneta unica e la maggioranza anti UE )...e non ENTRERA' MAI nella moneta unica cosi strutturata...gli altri Paesi UE non facenti parte dell'Eurozona...dopo quello che hanno visto...ho dei seri dubbi che ci entreranno...e nei Paesi dell'Eurozona...ormai il sentimento anti euro..è in crescendo e credo siano la maggioranza...)...

      (in Italia poi alle europee...ha votato meta degli elettori...e di quel 50 % il 49 % era pro euro ...e di questa metà della metà...credo che molti stiano abbandonando le posizioni pro euro di poco tempo fa..)

      l' unica possibilità che hanno è escogitare qualche strategia per imporre l'Unione con la forza militare...
      Shardan

      oppure accettare i CCF...e continuare il percorso Euro...ristrutturando tutto...;-))

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    18. x shardan
      chi l'ha deciso? il mercato. i popoli hanno sia la necessità di rimanere separati (cultura) e sia quella di commerciare tra di essi (mercato) e quindi di eliminare le barriere tra cui le diverse monete.

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    19. La diversa moneta non è in nessun modo una barriera. A parte che adottando i CCF la moneta, in particolare intesa come unita' di conto, rimane la stessa.

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    20. le diverse monete (svalutazioni competitive) sono una barriera ai mercati. e anche il vostro amato keynes voleva una moneta mondiale.

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    21. Certo, il bancor. Ma a condizione che ci fossero adeguati meccanismi di riequilibrio dei flussi commerciali internazionali, di cui l'euro attualmente non è dotato.

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    22. il bancor...un enorme ed abnorme surplus commerciarle come quello della Germania non lo avrebbe permesso...
      Shardan

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    23. x cattaneo
      e secondo voi l'america avrebbe accettato che a riequlibrare i flussi fosse stata l'america venendo costretta dalla banca internazionale (bancor) a fare prestiti ai paesi in deficit senza averne il controllo e dovendoci pure pagare il 3 di interessi? andiamo ragazzi fate i bravi. c'è qualche dubbio che il paese in surplus fosse stata l'america a quel tempo? neanche il sud italia ha mai chiesto una cosa del genere a roma. solo gli inglesi potevano arrivare a tanto. i partecipanti a bretton woods hanno riso per una settimana di fila.


      x shardan
      mi dispiace rovinarti l'illusione ma l'euro è una costruzione keynesiana come il bancor. è un sistema monetario al di sopra degli stati (come il bancor) (come l'onu) che non prevede unificazione (stati uniti d'europa) e prevede che i surplus siano sì pagati dalla germania ma con la deflazione dei paesi in deficit. così come il bancor voleva togliere la sovranità all'america, l'euro la vuole togliere la sovranità agli stati europei per separarla dagli stati (e dalla religione) senza creare uno stato unitario. cioè la moneta senza stato. come il bancor.

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    24. E bravo il nostro anonimo che segue con assiduità questo blog... Non così assiduamente però da ricordare quanto è già stato scritto nel post del 10.4.2014: certo, il meccanismo bancor non viene accettato dal paese in surplus, certo, di conseguenza, gli USA non l'hanno accettato a Bretton Woods, certo, la Germania non l'accetterebbe oggi. Il che non toglie che un sistema monetario senza meccanismi di riequilibrio che non siano la deflazione salariale è instabile e inaccettabile sotto il profilo di una corretta - keynesiana - analisi macroeconomica. Questi meccanismi di riequilibrio (basati sul ribilanciamento via cuneo fiscale) il progetto CCF infatti li prevede. Vedi post del 15.9.2013.

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    25. ma cattaneo la deflazione salariale è la conseguenza dell'assenza di mercato che tiene a bada l'inflazione quando si stampa moneta nei momenti di crisi. senza mercato (economie socialiste) l'unico freno all'inflazione è la deflazione salariale e della spesa pubblica.

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    26. Il mercato c'è oggi né più né di quanto c'era nel 2007, ma la disoccupazione è raddoppiata e la deflazione salariale ne è la conseguenza. Non c'è assolutamente alcuna ragione per cui rimettere potere d'acquisto nell'economia non dovrebbe permettere di eliminare la maggior disoccupazione e, contemporaneamente, le tensioni deflazionistiche.

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    27. perché quei soldi non vanno a creare posti di lavoro ma consumi. per non parlare poi di quelli che finiscono in finanza. fino al 2007 è stata creata assistenza e sono stati pompati i consumi senza allargare la base del mercato che è l'unica che crea lavoro e svaluta i prezzi alzando quindi il potere di acquisto. che è la vostra ossessione.


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    28. Ma dopo il crollo della domanda, prodotto dalla crisi finanziaria del 2008, lo stato doveva intervenire per compensare il potere d'acquisto che era venuto a mancare. Tra il 2009 e il 2011 e' stato fatto ma in misura insufficiente a produrre un recupero completo. Dal 2011 si è invertita completamente la tendenza, pretendendo di attuare politiche restrittive in situazione di domanda ancora depressa. Una catastrofica azione prociclica.

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    29. ma la deflazione ha compensato il potere di acquisto essendo l'italia quasi tutta a reddito fisso. il crollo della domanda era quindi provocato dalla paura del futuro e dalla tassazione dovuta alla necessità di rientrare del debito dopo un lungo periodo di crescita dello stesso. abbassare la domanda interna serviva per ribilanciare l'export e pagare i creditori.

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    30. La deflazione ha salvaguardato il potere d'acquisto di chi un lavoro ce l'ha ancora. Peccato che la disoccupazione è raddoppiata...
      Con la tassazione NON si è rientrato nel debito (che è aumentato) perché il calo del PIL ha eroso l'effetto delle maggiori aliquote, e delle nuove tasse.
      La via giusta e sana per ribilanciare i saldi commerciali esteri (che erano negativi ma di poco, molto meno che in Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda) era abbassare le tasse sul lavoro, non distruggere domanda interna.

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    31. perché era una occupazione "falsa" fatta a debito per consumo e non a credito per mercato. puoi pompare i consumi se pompi anche il mercato. il debito è salito per l'italia ma è diminuito per i creditori.

      abbassare la tassazione sul lavoro puoi farlo solo se diminuisci l'evasione di pari grado per mantenere gettito ma quando l'hanno attaccata purtroppo le aziende hanno iniziato a chiudere e il "socialismo di destra" (fascisti) si è schierato con gli imprenditori e contro lo stato "socialista di sinistra" (PD) che stava salvando lo stato mandando a fondo il privato innescando un esproprio fiscale. una deriva comunista.

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  2. carissimo anonimo.....non è cosi....il mercato funziona benissimo anche con le proprie monete nazionali...e si possono fare accordi..in virtù di cosiddette.. "sfide globali"...(vere e presunte...) ...anche a livello di macroaree...senza una moneta unica....l'Europa geografica cosi come è resta, i commerci e le produzioni restano...etc etc...e a limite si avviano procedimenti di unione..step by step..gradualmente..senza violentare la struttura piuttosto eterogenea dell'Europa geopolitca ....rispettando le diversità e smussando le spigolosità...per cercare di arrivare il più possibile ad una uniformità dell'intero contesto europeo...ma questo richiede tempo molto tempo , pazienza e molta buona volontà....poi a limite nell'ultima parte di questo percorso...introdurre una moneta unità...calibrandola secondo la struttura economica europea...NON HANNO FATTO QUESTO...HANNO FATTO BEN ALTRO.

    Non è il "mercato" che la ha voluta...sono delle frange elitarie (o monarchie o oligarchie o lobby....o chiamale come vuoi...io li chiamerei semplicemente farabutti..per non usare altri termini...)...ma è chi al top..cavalca il mercato...

    ed hanno strutturato l'euro in modo tale da distorcere o distruggere il normale andamento di un "vero" mercato libero....e lo hanno fatto "v-o-l-u-t-a-m-e-n-t-e "...diversamente non avrebbero strutturato il tutto...in questo modo che è "economicamente illogico"....e mi pare che i risultati siano sotto gli occhi di tutti..IL SISTEMA NON FUNZIONA...PERCHE' E' I-M-P-O-S-S-I-B-I-L-E...CHE FUNZIONI cosi architettato....E LO SAPEVANO.

    Una moneta unica calibrata ad hoc per il marco....tra economie diverse ...tra paesi creditori e debitori...tra paesi manifatturieri..in competizione tra loro (Germania/Italia )...con regole impongono una camicia di forza ...e strangolano il mercato interno all'eurozona...con pretese di "riforme" adatte a certi paesi e non ad altri...con direttive e imposizioni uniformi adatte a certe attività economiche e non ad altre...( certe regole imposte dall'Europa...che so ..sulla pesca...sono adatte per i mari del nord...e non per il mar mediterraneo...etc etc )...il voler creare a tutti i costi per tutti delle regole adatte per chi esporta ma non per chi importa...sul modello tedesco...in una macroarea ove c'è una notevole fetta di commercio interno...(se tutti esportano a chi cavolo vendi??? )....son state fatte delle cose "assurde" con una logica che va contro il "mercato" altroché.....

    e l'Euro...l'Europa invece di unirla la sta dividendo...(non poteva essere diversamente )....

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    1. x shardan
      sì ma dimentichi che il popolo è (era) d'accordo. cioè basta che gli pronunci la parola Keynes (l'europa lo fa tutti i giorni) e tutti i popoli associano a Keynes (reazione impulsiva) una cosa "buona" ovvero stipendio statale per tutti (e soldi gratis per i ricchi). è una associazione automatica in europa. mentre se pronunci la parola "america" tutti pensano a "sgobbare per guadagnare". in america invece è il contrario e se dici Keynes significa che chi sgobba dovrà pagare un sacco di tasse per chi non fa niente. e siccome gli americani credono nel lavoro ecco che odiano le tasse. gli europei invece odiano lavorare e siccome non sono riusciti a farsi mantenere dall'america col bancor di keynes ecco che hanno costruito l'euro per farsi mantenere dal mondo intero (europa colonizzatrice) ma il mondo gli sta facendo una pernacchia chiedendo che o l'europa si unisce davvero (cominciando a fare cose serie) oppure la faranno saltare e se la spariranno a pezzettini come pezzi di pizza.

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    2. Sono leggermente incasinato...con cio che devo fare....ho letto adesso...magari scrivo dopo.

      A me questa tua risposta mi sa..della solita .."retorichella neoliberista spicciola "...

      Insomma in Europa i ricchi diventano più ricchi e le classi medio basse..vivono di assistenzialismo cioè non lavora nessuno....è un film tutto tuo...decisamente tutto tuo. (tutto questo benessere che c'è e c'è stato in questi ultimi decenni...è sceso dall'alto...ce lo ha regalato ali babà.....

      Io ho scritto:

      --- che una macroaerea europea si poteva e si può fare...ma non con questo iter procedurale...che è l'opposto della logica economica...(le maggiori critiche sulla moneta unica..elaborata in quel modo vennero proprio dagli Stati Uniti...)

      ---- trovo ridicola (già detto altre volte )...l'associazione euro /bancor...non hanno nulla in comune...un eurozona con un euro strutturato come il bancor....probabilmente avrebbe funzionato e non avrebbe creato le criticità attuali....ma non ho voglia di parlarne...perché è tempo perso.

      ciao

      Shardan



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    3. ripeto (almeno secondo il mio punto di vista...)

      se prendi una serie di Stati degli USA dal più ricco al medio al povero....cosi come sono...quindi non uno scenario europeo..ma impiantandoci lo stesso sistema di regole Euro/U...vanno in tilt....

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  3. FU PROPRIO DAGLI AMBIENTI ACCADEMICI DEGLI STATI UNITI ..LE MAGGIORI CRITICHE ALL'EURO...avvertirono: guardate che cosi non funzionerà....(è cosi è stato ..perché quelle critiche erano corrette)..quindi non è una considerazione ideologica..neoliberismo o Keynes...America o Europa....E' UNA QUESTIONE TECNICA.....

    magari ci ritorno dopo....(mi spiego meglio...)

    Shardan

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    1. x shardan
      ma se tu conosci la ragione per cui l'eurozona non funziona (mancata unificazione) e non supporti una maggiore unificazione contestando l'euro capisci bene che è una contraddizione. conosci il motivo e ti batti contro il motivo usando l'euro come capro espiatorio? capisci da solo che in una situazione del genere l'euro esce innocente e tu "colpevole" perché siete voi a impedire che l'euro funzioni. ("voi" generico).

      chi invece non ne capisce il motivo perché non sa neanche leggere un libro (persone a cui tu e cattaneo non appartenete) è ovvio che è giustificato a colpevolizzare l'euro in quanto incapace a fare anche 2+2.

      se l'opinione pubblica è contraria non vuol dire che bisogna schierarsi con essa dando la colpa all'euro. casomai si dà la colpa alla mancata volontà politica. se dai la colpa all'euro fai la figura di chinon capisce le cose.

      .

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    2. (sto scherzandoooooo....:-)))

      TU SEI LA MIA ROVINAAA,,,,,hahahha.....ho troppo da fare...scrivi mi vien una sorta di fregola e rispondo...e tralascio quello che devo fare...(sono incasinato perso...)....rispondo stanotte sul tardi o domani mattina...

      Non mettere sullo stesso piano me e Cattaneo...che siamo ad un livello di preparazione distanti anni luce....io non ho back ground di studi economici e vado a tentoni arruffando...(non ho dato manco l'esame di macro che sto preparando insieme a statistica e chissà quando lo darò...che ho pure altro da fare...) e alle superiori ho fatto Geometri...ho iniziato economia pochi anni fa....dopo la crisi..(leggevo per cercare di capire...e non ci capivo in cavolo...non che ne capisca molto adesso....è nata una passione improvvisamente...leggo come un matto...qua e là...tutto quello che mi capita...senza metodo (a parte i programmi scolastici...)..letteralmente " a casino"...cioè appunto "arruffo"...ma per ovvie ragioni ...non c'è "spessore"...(ci vogliono anni...) se entriamo nel "tecnico"....sia tu che Cattaneo...ridete ...io la macroeconomia...la devo imparar...sono all' A B C....ne deve passar ancora parecchia di acqua sotto i ponti (ma tanta )...perché riesca a maneggiarla con sufficiente padronanza...
      i forum per me sono una palestra...dove mi esercito a parlarne....(una cosa son le risposte che ti da Cattaneo...un altra cosa son le mie considerazioni....come la differenza tra uno laureato e uno che ha la terza media...tanto per far un esempio banale...non so se rendo l'idea....)

      Shardan

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    3. x shardan
      le cose sono molto più semplici di quanto sei costretto a studiare come è successo a tutti per poi scoprire che il mondo non funziona in quel modo. anche se non ci crederai è molto più facile insegnare l'economia ad una persona che non la sa che non ad uno ormai "indottrinato" col lavaggio del cervello. non ci crederai ma perfino in università di alto livello non sanno rispondere a certe domande.

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  4. in un altra pag del forum...di un post recente..non ricordo dove ...hai scritto ...che si studia su testi di macroeconomia stile anni 50....(è sempre il solito "mantra" ...)....guarda che "quella" macroeconomia...è stata fatta sparire dalle università..non solo italiane..ma europee...già dagli anni ottanta...(sono stati i tuoi "amici" a farla di proposito sparire...lo dico in senso scherzoso...ma è la verità )...macroeconomia alla Federico Caffè (ottimo )...non ne trovi nelle università italiane ....è stata sostituita da una sorta di "pensiero unico" neoliberista..con magari un keynesismo imbastardito...funzionale al pensioro neoliberista...che con Keynes ha poco a che fare...

    Attualmente da tantissimi anni...il maggior testo di macroeconomia adottato è MACROECONOMIA di Olivier Blanchard con l'edizione italiana curata da Francesco Giavazzi...entrambi neoliberisti.

    Olivier Blanchard è docente di Economia al Massachusetts Institute of Technology e dal 2008 ricopre la posizione di capo economista al FMI.

    Il dottorato da giovane lo ha ottenuto al MIT.....poi ha insegnato ad Harvard...ed è stato consigliere della Federal Reserve di Boston e di New York...

    QUASI TUTTE LE UNIVERSITA' ITALIANE IN PRIMIS LA BOCCONI ADOTTANO STO LIBRO (che viene aggiornato edizione dopo edizione ) DA QUALCHE DECENNIO...

    di quella Macroeconomia anni 50 (ottima ) di cui parli...non c'è traccia da decenni.

    Shardan

    i testi che ho io...sono Blanchard...e Fondamenti di Macroeconomia di Beniamino Moro..quest'ultimo mio professore...Keynesiano di quella corrente chiamata appunto "keynesismo imbastardito " (Modigliani )...ed è radicalmente pro euro...e fa discorsi che non son molto diversi dai tuoi....;-) (ha avuto anche un recente scontro piuttosto pesante con Bagnai...e ne è uscito malino...e io mi son divertito un mondo...:-)....

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    1. x shardan
      confondi. l'economia classica in contrapposizione a quella finanziaria attuale (che tu chiami neoliberista) sono entrambe obiettivo della critica "anni 50". la critica era indirizzata infatti ad entrambe le "visioni" economiche e non ad una sola. queste due visioni insegnate nelle sezioni di economia la prima, e nelle business school le seconde, sono entrambe rimaste agli anni 50. la liberazione finanziaria degli anni 90 ha solo ingigantito la seconda. e tra l'altro questi brutti e cattivi neoliberisti dal punto di vista politico stanno dentro l'area politica dei democratici alla quale sembri appartenere anche tu. e non a caso la proposta cattaneo dei ccf è appunto una proposta solo "finanziaria" senza alcuna riforma nell'economia reale. sono solo soldi, come la finanza. ti do i soldi con la speranza che tu lavori per far salire l'economia. per quale motivo dovrei lavorare se mi dai i soldi? tanto vale spenderli e chiederne altri tanto c'è papà che stampa.



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    2. Se ho soldi spendo, se spendo compro beni e servizi, se compro beni e servizi chi è in grado di produrli lavora... ecco qui tutto l'arcano.
      I CCF sono solo soldi ? certo, e la benzina è solo un carburante. Riempiendo il serbatoio, l'auto rimasta ferma riparte...

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    3. ma siccome la disoccupazione cala in america e uk e non in europa nonostante le paccate di euro stampati dalla bce (seppure nascosti agli occhi dei mercati e dei cittadini tedeschi) ecco dimostrato che i soldi da soli non funzionano. non funzionarono nemmeno negli anni '20 e '30. e anche usa e uk devono stare molto attende al loro debito e non a caso i conservatori americani e londinesi hanno iniziato ad arrabbiarsi di questo modo assistenziale di usare i soldi.

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    4. Peccato che in USA e UK hanno stampato molto ma molto di più, e soprattutto hanno immesso soldi (mediante deficit pubblici ben più alti) nell'economia invece di destinarli solo al circuito finanziario (acquisti di titoli a deficit invariati, o pretendendo addirittura di farli calare). USA e UK hanno riempito il serbatoio (avrebbero potuto farlo ancora di più, ma l'hanno riempito). Questo è l'UNICO, ma proprio l'UNICO motivo per cui la disoccupazione lì è calata e nell'Eurozona no.

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    5. perché hanno un mercato privato che allarga domanda e offerta e i soldi stampati non creano eccessiva inflazione. in italia i prezzi sono superiori agli altri paesi pur non essendoci lo stesso potere di acquisto per mancanza di concorrenza. ma siccome queste società "latine" non vogliono concorrenza perché basate su secoli di "monarchie" ecco che l'unica via è la deflazione oppure una leggerissima inflaziona che però non risolve i problemi e contro cui voi vi battete senza accettare il fatto che una eccessiva inflazione farebbe crollare tutto perché assenza di concorrenza e inflazione non vanno d'accordo. sono una bolla.

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    6. Il dato di fatto è che USA e UK hanno indirizzato moneta all'economia reale molto più dell'Eurozona. E che USA e UK stanno molto meglio dell'Eurozona...

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    7. perché nonostante la finanza che si pappa quasi tutto almeno un po' di quei soldi arrivano all'economia reale sotto forma di credito per nuove attività perché lì il mercato esiste. se invece non hai concorrenza hai solo inflazione e quindi peggiori il potere di acquisto di tutti. le cose sono un po' più complicate ma alla fine il risultato è questo. ma siccome a repentaglio c'è l'unione europea che è più importante dell'inflazione e della disoccupazione ecco che sono stati costretti a stampare invece che a fare riforme vere. che si spera siano fatte in futuro.

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