Alcuni interlocutori hanno espresso dubbi sul progetto Moneta Fiscale / CCF ritenendolo una
proposta supply-side, basata cioè su
politiche di sostegno dell’offerta.
La confusione
nasce dal fatto che l’erogazione di Moneta Fiscale a tutti gli effetti pratici
costituisce uno sconto d’imposta, il che ricorda concetti quali la “curva di Laffer”: ridurre le tasse presumendo che questo induca aziende e cittadini a
lavorare e produrre di più, in quanto gli attuali livelli di fiscalità
disincentiverebbero il sistema economico dall’operare al pieno delle sue
capacità.
La “curva di
Laffer” ha goduto di una certa popolarità nei primi anni Ottanta in quanto è
stato un leitmotiv della prima
campagna elettorale di Ronald Reagan. Ma a livello sia teorico che empirico, non
se ne sono mai avuti riscontri attendibili.
La Moneta Fiscale
è, invece, una proposta demand-side.
Non si sta ipotizzando che individui e aziende oggi lavorino poco perché il
reddito prodotto da un maggiore impegno sfumerebbe, in larga parte, in tasse.
Al contrario, aziende
e individui sono sottoutilizzate o disoccupate per tutt’altre ragioni: perché
la domanda è insufficiente. La carenza di domanda implica basso livello di utilizzo
delle risorse produttive, quindi sottoccupazione di impianti e di persone.
Questo gravissimo spreco di risorse è eliminabile incrementando il potere
d’acquisto in circolazione.
Lo strumento dello
sconto fiscale è appropriato perché tecnicamente semplice da introdurre e
compatibile con trattati e regolamenti europei. Ma l’azione che svolge è dal
lato della domanda: chi riceve Moneta Fiscale beneficia di un immediato
incremento della sua capacità di spesa, la rivolge all’acquisto di beni e
servizi, e riavvia produzione e occupazione.
Un’eccezione è la
quota di Moneta Fiscale erogata alle aziende in funzione dei loro costi di
lavoro lordi (riduzione del cuneo fiscale): ma anche in questo caso si fa leva
sulla domanda – in questo caso, sulla domanda estera – grazie al miglioramento
di competitività che ne consegue.
Effetti supply-side, in conseguenza del progetto
Moneta Fiscale, sono peraltro prevedibili, e nel tempo anche in misura molto
significativa, ma nascono da meccanismi indotti di altra natura.
In particolare, la
Moneta Fiscale potrà finanziare o co-finanziare la ripartenza degli
investimenti pubblici; e inoltre il recupero dell’economia gradualmente, ma
rapidamente (in pochi anni), spingerà anche le aziende private a riavviare con forza il ciclo degli
investimenti.
Tutto questo avrà
importanti e positive ricadute su efficienza e produttività.
Giovanni Albin: Ma quando il qe finirà ed i tassi di interesse schizzeranno di nuovo, cosa succederà coi ccf? perderanno credibilità di fronte al rischio default e nessuno li accetterà come quasimoneta per il rischio default e le banche li rifiutarono o quantomeno aumenteranno enormemente lo sconto....è vero che succederebbe qualcosa di simile anche coi tds ma molto meno in quanto riconosciuti dalla bce e relativamente garantiti dal whatever it takes del drago...
RispondiEliminaTieni conto che alla fine del QE non ci sarà nessuno "schizzo". Guarda negli USA, il QE è finito da tre anni e sono ancora sotto l'1% a breve e a poco più del 2% sul decennale.
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