giovedì 3 gennaio 2019

L'abitudine fa miracoli


I membri del Gruppo della Moneta Fiscale (Biagio Bossone, Massimo Costa, Stefano Sylos Labini e il sottoscritto) naturalmente condividono in ampia misura l’analisi sottostante al progetto MF / CCF e alle sue possibili modalità di avvio.

Però c’è un punto dove mi trovo, abbastanza di frequente, non del tutto in linea con le opinioni dei miei colleghi. E’ la necessità (o meno) di un ampio battage informativo che accompagni l’introduzione dello strumento MF / CCF, soprattutto nelle sue prime fasi.

E’ un tema di marketing e comunicazione, non di macroeconomia o di finanza aziendale, quindi sono al di fuori dei miei campi di specializzazione.

Rimango però dell’idea che lo strumento MF / CCF acquisirà notorietà e sarà, velocemente, accettato, per il semplice motivo che chi lo riceve constaterà le sue valenze. Se la legge dice che vale 1:1 per soddisfare obbligazioni d’imposta (a partire da una data futura sufficientemente prossima) non c’è ragione per cui debba essergli riconosciuto – volontariamente, da chi si trova a possederlo – un valore significativamente più basso dell’euro.

A condizione, naturalmente, che non lo si emetta in quantità tali da renderlo, in pratica, difficile da utilizzare, se non in tempi decisamente più lunghi di quelli ipotizzati. Ma è un’eventualità remotissima, per le ragioni qui illustrate.

L’esempio può sembrare banale, ma chi ha circa la mia età (o qualche anno in più…) ricorda bene l’utilizzo dei gettoni telefonici per ovviare alla scarsità di monete da 200 lire, negli anni Settanta.

I gettoni circolavano tranquillamente e li accettavano tutti, comprese molte persone che in realtà non li utilizzavano mai per telefonare (precisazione per i ventenni: non c’erano i cellulari, e si trovava invece una cabina telefonica ad ogni incrocio…). Perché tutti sapevano che li avrebbe utilizzati – e quindi accettati come intermediario di scambio – qualcun altro.

L’unica circostanza che avrebbe prodotto un sostanziale svilimento del valore del gettone sarebbe stata un eccesso di emissione: diffonderne, in altri termini, una quantità abnorme rispetto all’uso effettivo che se ne faceva per la loro funzione finale (la telefonata).

Non servirono campagne informative o di sensibilizzazione: in modo graduale e ben poco visibile, i gettoni cominciarono a circolare (spuntando un po' dal nulla, per così dire) e proseguirono per parecchio tempo (fino a quando fu risolto il problema della scarsità di moneta metallica).

Sono molto convinto che l’esperienza sarà dello stesso tipo per la MF / CCF. Magari è perché ritengo (convinzione epidermica e non tecnicamente o scientificamente “dimostrabile” beninteso: ma comunque, da parte mia, molto sentita) che l’introduzione avverrà in modo rapido, ma soft sul piano comunicativo (con pochi strombazzamenti mediatici, in altri termini).

Anzi, occorreva partire fin da subito così. E’ andata diversamente, ma si può (e quindi si deve) correggere il tiro.


2 commenti:

  1. Occorre solo coraggio! Ottimo il paragone con i gettoni telefonici. Del resto basterebbe rilasciare i certificati a tutti i creditori di imposta e poi potrebbero pensarci gli stessi negozianti a renderli utilizzabili per la spesa, considerato che manca la liquidità e che in ogni caso nuove emissioni monetarie da parte della BCE comportano il pagamento degli interessi a carico del Paese.

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    1. Una volta in circolo, l'accettazione sarà rapida e spontanea. Ne sono molto convinto. L'esperienza pratica dell'utilizzo è più importante di qualsiasi forma di promozione mediatica.

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