giovedì 30 settembre 2021

Hamburger, buoni sconto e crediti fiscali

 

Durante l'audizione presso la Commissione Finanze del Senato dello scorso giovedì 23 settembre, il professor Michele Pizzo ha fornito una spiegazione tanto semplice quanto illuminante in merito alla natura NON-debitoria dei Certificati di Compensazione Fiscale.

Spiegazione basata sul seguente esempio. Se McDonald’s distribuisce buoni sconto che danno diritto a comprare un hamburger pagandolo 80 centesimi invece di un euro, deve registrare a bilancio un debito ? pari a 20 centesimi per ogni buono sconto emesso ?

Ovviamente no. Certo, quando in futuro – quantomeno, fino a esaurimento dei buoni sconto – McDonald’s venderà hamburger, incasserà 80 centesimi (cadauno) e non un euro.

Ma si tratterà semplicemente di una minore fatturazione rispetto a un livello ipotetico che diversamente nessuno può affermare se sarebbe stato, o meno, conseguito.

Detto altrimenti: a 80 centesimi ho venduto una determinata quantità di hamburger. A un euro, non so quanti ne avrei venduti. Sicuramente di meno. Ma parliamo di qualcosa che in realtà non è avvenuto. Avvenuta, è la fatturazione di 80 centesimi per hamburger, e quella – SOLO quella – va a bilancio.

Vale lo stesso per il progetto CCF.

Al momento dell’esercizio dei CCF, la loro esistenza sarà un fattore che andrà a determinare da un lato un maggior gettito fiscale lordo (perché l’assegnazione di CCF avrà prodotto un effetto espansivo su domanda e produzione), dall’altra una riduzione di incassi fiscali rispetto a un livello IPOTETICO.

Ipotetico perché nessuno può dire quali sarebbero stati i livelli di attività economica e di gettito fiscale lordo se i CCF non fossero stati emessi, Sicuramente, comunque, inferiori, per motivi analoghi a quelli per cui a 80 centesimi vendo più hamburger che a un euro.

Non ha nessun senso considerare i CCF debito al momento dell’emissione. La loro esistenza è un fattore che va incorporato nelle previsioni di andamento del deficit pubblico futuro. Con effetti sia positivi (l’espansione dell’economia) sia negativi (la possibilità di usufruire di uno sconto sulle imposte).

E di fronte a dati vincoli di finanza pubblica, si andrà ad accertare se i vincoli stessi sono rispettati, o se no a intervenire per assicurarne il rispetto.

Ma questo accertamento, e l’eventuale intervento, dovrà avvenire AL MOMENTO DELL’ESERCIZIO DEI CCF. Non prima. Non al momento della loro emissione.

 

2 commenti:

  1. Vincenza Scialpi: Ok...ma rimane il problema istat/eurostat...duciamo pure Bruxelles!È questo il vero nodo della questione!

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    1. Che è un nodo esclusivamente politico. Sul piano tecnico le loro obiezioni sono insensate.

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