giovedì 23 settembre 2021

Banche centrali, inflazione e occupazione

 

Ogni tanto riaffiora una proposta finalizzata a superare le disfunzioni dell’Eurozona, che si rifà a quanto sostenevano (prima che l’euro nascesse) vari economisti, tra cui il Premio Nobel Franco Modigliani.

Si tratta del “mandato duale”. Al contrario della Federal Reserve e di molte altre banche centrali, la BCE ha la missione di mantenere l’inflazione il più vicino possibile a un livello-obiettivo, ma non quello di massimizzare l’occupazione.

Se anche fosse possibile (e in pratica non lo è) costruire un consenso politico che permetta di superare il mandato duale, le disfunzioni dell’Eurozona, tuttavia, non verrebbero risolte.

In presenza di un mandato duale, la BCE non avrebbe potuto fare molto più di quanto è comunque avvenuto dal 2012 in poi: azzerare i tassi d’interesse e lanciare il Quantitative Easing.

Una banca centrale può cercare di rilanciare l’economia in modo indiretto, immettendo liquidità nel sistema tramite (sostanzialmente) il canale del credito. Ma espandere il credito richiede qualcosa di più del metterlo a disposizione. Richiede che qualcuno voglia indebitarsi per comprare beni (d’investimento e anche di consumo) e servizi.

Indebitarsi non arricchisce, in prima battuta, chi assume debito. Gli fornisce mezzi di pagamento, ma in un contesto di domanda depressa la volontà di assumere debito per spendere è (comprensibilmente) molto scarsa.

Uscire dalla depressione economica richiede una delle seguenti due cose:

spesa da parte dello Stato, oppure

spesa da parte dei cittadini agevolata da trasferimenti / riduzioni di tasse, che mettano loro a disposizione mezzi di pagamento MA SENZA INDEBITARE i cittadini stessi.

Questa seconda modalità di azione in effetti è, anch'essa, indiretta (i cittadini devono voler spendere) ma è molto più efficace rispetto a fornire credito, perché il punto di partenza è un ARRICCHIMENTO degli individui e delle aziende che si vogliono indurre alla spesa.

In sintesi, parliamo sempre e comunque di POLITICHE FISCALI ESPANSIVE. Agevolare il credito aiuta a compensare modeste oscillazioni del ciclo economico, ma ottiene poco o nulla a fronte di cadute di PIL come quelle che abbiamo sperimentato nel 2009, nel 2012-3 e nel 2020.

 

7 commenti:

  1. Stefano Sylos Labini: Servirebbero tutte e due le cose insieme: un nuovo statuto e un nuovo patto di stabilità. Ma sono obbiettivi irrealizzabili nel breve periodo.

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    1. Con il nuovo patto di stabilità posso anche fare a meno del nuovo statuto. Ma sono d'accordo che sono irrealizzabili. Serve la Moneta Fiscale.

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  2. Cosimo Andretta: Beh se parli di diminuire gli oneri fiscali a privati ed imprese siamo ben d’accordo . Quando lo stato investe direttamente non si è mai certi che lo faccia nel migliori dei modi. Io per esempio sarei per azzerare le imposte dirette e magri aumentare quelle indirette se necessario . Dico se necessario perché al finale l’effetto ricchezza dei salariati porterebbe ad un aumento considerevole dei consumi e quindi del gettito iva . Ovviamente questo si può fare se si supera la retorica ideologica della capacità contributiva.

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    1. Anche quando il privato spende non è detto che lo faccia nel migliore dei modi. Ma per uscire da una depressione economica LA SPESA PEGGIORE E' QUELLA CHE NON SI FA. La storia di "evitare gli sprechi" è troppo spesso una copertura per NON immettere nell'economia i soldi che servono.

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  3. purtroppo è un pò la storia della coperta.... è sempre corta da qualche parte... certo che se si riuscisse a abbassare le imposte sarebbe un bel toccasana soprattutto in fase economica come l'attuale.....non credi??

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    1. Certo che sì, ma la coperta è corta solo perché politicamente si vuole che lo sia. Basta dare piena attuazione alla Moneta Fiscale (vedi post del 11.9.2021) e la coperta si allunga quanto basta e anche di più.

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