domenica 17 novembre 2024

L’impossibile crisi fiscale

 

Pochi giorni fa, un interlocutore su Linkedin mi ha chiesto stupito “ma sei serio ?” perché avevo affermato che gli Stati Uniti non fronteggiano nessun rischio di crisi fiscale.

E’ qualcosa che parecchie persone, non sprovvedute, non ignoranti di finanza ed economia almeno a giudicare dalle attività in cui sono impegnati, apparentemente non riescono a comprendere.

Non fanno altro che ripetere “35.000 miliardi di debito pubblico !! oltre il 120% del PIL !!!!”

Ma quale “crisi fiscale” dovrebbe mai fronteggiare un governo che stampa la sua moneta ed emette debito denominato in quella moneta ?

Quando mai rischierà l’insolvenza ? quando mai avrà problemi di finanziamento del deficit ?

Un governo che utilizza la sua moneta spende stampandola e mettendola in circolazione. Per non creare inflazione e per redistribuire reddito e ricchezza tra i cittadini, ritira poi con le tasse una parte della moneta stampata.

Non ha bisogno di “drenare denaro per finanziare il deficit” con il rischio di “distrarre risparmio privato da altri impieghi” perché il denaro lo emette, e facendo deficit GENERA risparmio privato.

Potrebbe non emettere nemmeno debito pubblico, e se lo fa è solo per offrire uno strumento di impiego del risparmio privato PRODOTTO dal deficit.

Sono concetti comprensibili da un bambino di otto anni sveglio, e da un ragazzino di dodici meno sveglio.

Eppure tante persone, discretamente acculturate, non in mala fede, si preoccupano di cose tipo “l’incombente crisi fiscale degli USA, che richiederà complicati e problematici provvedimenti per prevenirla / gestirla / risolverla”.

Boh.

sabato 9 novembre 2024

La crescita negli anni dell’euro: confronti internazionali

 

Ho esteso a vari altri paesi – tutti quelli del G7 più altre due importanti economie europee, Spagna e Svizzera - il confronto Italia – Germania di cui a un precedente post. I dati sono sempre di fonte FMI e sempre relativi al PIL procapite, in dollari a potere d’acquisto omogeneo 2017. I livelli dei vari paesi sono confrontati facendo pari a 100 gli USA.

Saltano all’occhio alcune cose, qualcuna nota, altre sorprendenti.


La prestazione dell’Italia è la peggiore, anche se con, finalmente, un accenno di recupero negli ultimi anni. Nessuna sorpresa qui: l’eurosistema per l’Italia è stata una catastrofe.

Certo, fa male constatare che nel 1998 eravamo sopra Francia e Regno Unito, e oggi sotto. Ma anche qui nessuna sorpresa.

Gli USA hanno guadagnato terreno nei confronti di tutti gli altri. Alla faccia di chi li vedeva in declino, rispetto all’Eurozona, perché “accumulano debito”.

Sorprende invece che a parità di potere d’acquisto, il PIL procapite più basso sia quello del Giappone. L’unica spiegazione che riesco a darmi è che i prezzi interni siano decisamente più alti rispetto al resto del mondo. Il che negli anni 1990-2000 non mi avrebbe stupito, ma che sia ancora così dopo la svalutazione dello yen non me l’aspettavo.


giovedì 7 novembre 2024

Svolta tedesca: possibile, non probabile

 

Si sente dire che la vera notizia della settimana non siano le elezioni USA ma la caduta della maggioranza di governo in Germania. Ed effettivamente è un evento raro, a Berlino non sono abituati a governi che non arrivano a fine legislatura.

Potrebbe essere una svolta per la politica economica tedesca, e per la UE ? lo pensano in parecchi e per quanto mi riguarda non lo escludo. Però non lo considero uno scenario ad alta probabilità.

Certo, la Germania sta pagando le conseguenze di un modello economico insostenibile. Tutto basato sui saldi commerciali esteri, sulla disponibilità di materie prime a basso costo (che la crisi ucraina ha fatto venir meno), sull’austerità fatta trangugiare ai partner europei.

Che a Berlino se ne stiano rendendo conto e siano disposti a comportarsi di conseguenza, però, non lo credo. Ci sono poche cose che pareggiano, nella mentalità e nei comportamenti tedeschi, l’efficienza e la disciplina. E sono l’ottusità, la rigidità, l’incapacità di ammettere i propri errori.

Un futuro governo a guida Merz / CDU non rinnegherà certo i dogmi euroausterici. Al massimo smetterà di devastare il settore dell’auto e altre industrie tradizionali con politiche ambientali autolesionistiche. E non sarebbe poco.

Ma rinnegare i vincoli di bilancio, quello no. Certo, sono diventati pesanti da far digerire ai francesi. Il che però significa che la Francia otterrà una, almeno parziale, esenzione. Come sempre in passato, del resto.

Quindi vere novità no. A meno che…

A meno che le prossime elezioni siano un tale disastro per i partiti tradizionali, con fortissime avanzate di AfD e BSW, da rendere impossibile formare un governo europeista, per quanto di ampia coalizione.

Però mi sembra che siamo ancora lontani da questa eventualità.

domenica 3 novembre 2024

Quello che la MMT non dice

 

I critici della MMT (Modern Monetary Theory) hanno l’abitudine di attribuire a questa scuola di pensiero economico affermazioni che non le appartengono – proprio per nulla.

Una che si sente spesso è che secondo la MMT “solo la moneta produce ricchezza”.

Naturalmente la MMT non afferma niente del genere. La ricchezza nasce dal lavoro, dall’inventiva, dalla creatività, dallo sviluppo della tecnologia, dall’appropriato utilizzo delle risorse naturali.

Ma in un’economia di mercato, in cui si verificano interscambi di beni e di servizi, la moneta svolge un ruolo importantissimo per agevolare l’intermediazione.

E la moneta la creano due soggetti: lo Stato, che la immette nell’economia per il tramite della spesa pubblica, e il sistema bancario, che invece utilizza il canale del credito privato.

Il corretto funzionamento di questi due canali è essenziale per lo sviluppo economico e per la stabilità del sistema. E occorre sempre ricordare che il credito privato è prociclico: c’è molta offerta di credito, e molta volontà di utilizzarlo, quando l’economia va bene. Il contrario nelle situazioni di difficoltà.

Per questo non si può lasciare la creazione di moneta solo al sistema privato. La creazione e l’immissione mediante il deficit pubblico svolge un ruolo fondamentale, sia per assecondare la crescita dell’economia, sia per stabilizzarla con politiche anticicliche.

Questo si comprende studiando la MMT. E questo non capiscono i suoi critici.

 

martedì 29 ottobre 2024

Una cosa ovvia ma difficile da far capire

 

La macroeconomia non è una materia difficile, ma spesso è controintuitiva. Per questo a volte trae in inganno anche persone intelligenti e in buona fede.

Ad esempio, dovrebbe essere ovvio e indiscutibile che il deficit pubblico non ha bisogno di essere “finanziato” perché è in realtà un meccanismo per immettere moneta nell’economia privata. Se il settore pubblico spende più di quanto raccoglie in tasse, il settore privato si trova più risorse finanziarie: la spesa pubblica finisce in tasca a qualcuno, e se le tasse sono inferiori alla spesa pubblica, si forma automaticamente un saldo finanziario positivo per il settore privato.

Obiezione tipica che mi viene fatta a questo punto della spiegazione: sì ma bisogna vedere se i privati che si trovano con questi maggiori saldi finanziari poi effettivamente li risparmiano oppure li spendono.

Beh non c’entra nulla. Se li spendono, li trasferiscono a un altro soggetto privato. Il risparmio privato creato del deficit pubblico è costituito da saldi finanziari che, dopo essere stati immessi nell’economia, si trasferiscono poi da un soggetto all’altro. MA NON SCOMPAIONO. Sono SEMPRE maggiori saldi finanziari per il settore privato.

Va aggiunto che i saldi finanziari possono essere spesi in importazioni. A questo punto producono comunque risparmio finanziario privato, ma in capo a soggetti esteri e non nazionali.

Ma questo non è una conseguenza del deficit pubblico, bensì dei saldi commerciali esteri e della bilancia dei pagamenti.

Il deficit pubblico si trasforma, CENTESIMO PER CENTESIMO, in risparmio privato. E’ difficile da capire ? non mi pare.

Eppure…